torna a CHIESA

Carne vale!

Carne vale!

L'addio alle carni nei giorni a ridosso dell'inizio della quaresima dava libero sfogo a tutti gli eccessi prima del grande digiuno dei quaranta giorni precedenti la Pasqua.
Oggi, se da un lato il carnevale non ha più molto senso per il costante clima festaiolo delle nostre città, dall'altro ancor meno è compreso il senso profondo della quaresima.

Un pittore fiammingo del 1500, Pieter Bruegel, ci ha lasciato una testimonianza di grande attualità al riguardo. In un dipinto dal titolo significativo "Lotta tra Carnevale e Quaresima", si affrontano in primo piano un uomo obeso, a cavallo di una botte circondato da cibi e gente festante, e una donna magrissima, dal volto triste che, seduta sopra un rudimentale carrello, viene trainata a forza da una monaca e un frate. Sullo sfondo una locanda e una chiesa evidenziano i due fronti ove avviene lo scontro. Disseminati lungo la tela appaiono piccole scene e ritratti che, nell'uno o nell'altro settore, senza scadere nella condanna amara, registrano una grande ipocrisia generale. Emblematico, ad esempio è il ritratto dell'uomo di mondo vestito di azzurro e rosso, i colori del peccato e dell'inganno, che in prossimità della chiesa (e dunque in quaresima) dona alcune monete a una povera cenciosa mestamente seduta col suo bimbo lungo il ciglio della strada. Un gesto di pietà fatto senza carità ma con il solo intento di espiare i propri peccati.
A ben vedere ancora oggi per molti la quaresima si riduce a questo: un tempo di penitenza per purificare la propria vita dai molti peccati o, peggio, un tempo per sistemarsi la coscienza e scendere a patti con una fede che è, forse, un po' troppo esigente per i tempi moderni.
Invero, per il credente, la quaresima con le sue pratiche di pietà i digiuni e le astinenze è molto di più. Non è semplicemente un luogo dove purificarsi dagli eccessi, bensì è lo spazio entro il quale riappropriarsi del battesimo ricevuto e della propria adesione a Cristo.
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra - disse un giorno Gesù ai suoi discepoli - e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto. (Lc 12, 49 50)
Il Battesimo è immersione in Cristo che accende in noi questo medesimo fuoco, un fuoco che non di rado oggi conculchiamo sotto le ceneri di una vita mediocre.

La Chiesa, consapevole di questo, consapevole di essere santa nello sguardo e nel desiderio, ma peccatrice per l'umana debolezza, offre ai suoi figli con la quaresima un tempo di grazia entro il quale riaccendere questa fiamma.
Nel suo dipinto Bruegel denuncia una lotta tra male e bene solo apparente che segna, invece, il trionfo della superficialità e della tiepidezza. Per la Chiesa, infatti, la lotta tra Carnevale e Quaresima non è lotta tra un male identificato con il piacere e un bene assimilato all'austerità, ma è piuttosto scontro tra un bene illusorio che uccide l'uomo e il vero Bene che edifica la persona. Cristo stesso con la sua venuta ha reso evidente questa lotta. Egli, dopo il battesimo, fu spinto dallo Spirito nel deserto per giungere preparato alla sua ora. Nel deserto affinò lo sguardo e il cuore a distinguere tra il mondo delle illusioni, teatro di Satana, e il mondo bisognoso di misericordia, regno del Padre.
Così l'astinenza quaresimale mira a rendere il cristiano più consapevole del suo essere, col Battesimo, dentro il mistero dell'"ora" di Cristo, un mistero che si consuma nella passione per Dio e per l'uomo.

Di fronte alle cronache quotidiane, di fronte ai bagordi e agli scandali che infestano le pagine dei nostri giornali e le immagini televisive, il cristiano non può restare indifferente, non può neppure fermarsi al discernimento o, peggio, alla recriminazione, ma deve accendersi di ardore e zelo. Quello zelo che impegna la vita riempiendola di scelte coraggiose e contro corrente.
Se il digiuno non aumenta in noi la carità, se la preghiera non purifica il nostro sguardo rendendolo capace di vedere "le cose del Padre" nel quotidiano allora, forse, non abbiamo ancora incontrato Cristo. Allora l'impegno della nostra Quaresima dovrà focalizzarsi sulla domanda del cieco nato: Chi sei tu Signore perché io possa credere in te? (cfr. Gv 10, 36)

 

Sr. M. Gloria Rivatorna a CHIESA