Le Origini della Comunità


Cenni storici su Salsasio

Salsasio è un antico insediamento già esistente nel 1031; il suo nome si vuole derivato da salsèra, luogo piantato di salici.
Nel 1438 i Francescani costruirono a Salsasio un convento con annessa Chiesa dell'Annunziata.
Nel 1640 i Francesi che governavano a Carmagnola decretarono la demolizione di alcuni borghi che nel tempo erano cresciuti addossati alle mura della città capoluogo, impedendone una razionale difesa militare.
Uno di questi borghi, quello di Moneta, venne ricostruito presso il nucleo già esistente di Salsasio dove si trovavano il convento e la Chiesa dei Francescani che provvisoriamente funse da Parrocchia.

La Chiesa parrocchiale

Fondata nel 1648, la Chiesa di Salsasio fu edificata nel giro di due anni e da subito prese ad officiare come Parrocchia. Essendo stata la chiesa dedicata alla Madonna della Neve, il borgo da allora venne chiamato, spesso anche in documenti ufficiali, Borgh ed la Madòna.
A partire dal 1762 la Chiesa è stata opera di numerosi interventi che hanno modificato profondamente la costruzione originaria.
I dipinti presenti nella Chiesa non sono di particolare importanza; essi risultano essere per lo più copie di opere famose, come nel caso del San Francesco abbracciato al Crocifisso (da Murillo) e l'Annunciazione (da Gentileschi). Un qualche pregio va comunque riconosciuto alla Madonna della Neve, a cui la Chiesa è dedicata, dipinta nel 1882 dal carmagnolese Giuseppe Turletti in sostituzione dell'opera andata perduta in occasione dell'incendio appiccato dai Francesi al Borgo (13 Maggio 1799).
Del campanile si può dire soltanto che struttura e materiali fanno ritenere che sia della stessa epoca della Chiesa. Nel 1763 venne installato su di esso l'orologio. Nel 1909 venne sopraelevato di ben 9 metri.

I Fratelli Maristi e l'Alpestre

La Congregazione dei Fratelli Maristi venne istituita dal Beato Marcellino Champagnat nel 1817, nella Diocesi di Lione, per l'educazione cristiana dei ragazzi e dei giovani.
A seguito delle leggi francesi contro le congregazioni religiose, i Fratelli nel 1903 acquistarono a Salsasio il grandioso edificio costruito nel 1600, antica dimora di nobili famigli.
I Maristi restaurarono il malandato palazzo facendone la loro semplice dimora e vi istallarono la Distilleria, con tutte le attrezzature che riuscirono a portar via dalla Francia, per la produzione dell'Alpestre, pregiato liquore medicinale, preparato dal 1857 ad oggi, secondo una ricetta del fratello Emanuele con 34 erbe aromatiche.
Negli anni 1965/66 il vecchio edificio venne demolito e costruito l'attuale insieme alla nuova distilleria.
I vecchi alambicchi di rame stanno ora a testimoniare la laboriosità dei Fratelli Maristi a favore delle loro opere educative, specie in terra di missione.

Persone illustri la cui vita è legata alla storia del Borgo:

Beata Enrichetta Dominici (Immagine e testo originale dell'atto di battesimo)

Nasce a borgo Salsasio, in Carmagnola, il 10 ottobre 1829, e viene battezzata il giorno seguente con i nomi di Anna Caterina Maria.
Nell'autunno del 1833, dopo l'abbandono del padre, si trasferisce con la famiglia a San Bernardo (altro borgo di Carmagnola) dove è Parroco lo zio materno Don Andrea Pipino, nativo di Salsasio. Qui trascorre la propria infanzia fino al novembre 1840, quando entra nell'Istituto delle Suore di Sant'Anna di Torino.
All'età di 21 anni, nel luglio 1851, veste l'abito religioso e prende il nome di Suor Maria Enrichetta; due anni dopo fa la prima professione religiosa.
Nel 1853 viene nominata maestra delle Novizie a Torino e nel 1861 viene eletta Superiora Generale dell'Istituto.
Nel 1870 Suor Enrichetta fonda la prima Casa Missionaria dell'Istituto a Secunderabad in India, dove si reca in visita nove anni più tardi.
Muore a Torino il 21 febbraio 1894, all'età di 64 anni. Viene proclamata Beata da Papa Paolo VI a Roma il 7 Maggio 1978.
Nella Chiesa Parrocchiale di Borgo Salsasio è presente una targa che riproduce l'atto di battesimo originale del 1829 ed una sua immagine, posta il 21 Febbraio 1994 in occasione del primo centenario della sua morte.

Don Michelangelo Pizzio egittologo, scopritore della tomba di Nefertari

Don Michelangelo Pizzio nasce a Casanova (frazione di Carmagnola) il 14 dicembre1870, ma ben presto la sua famiglia si trasferisce a borgo Salsasio.
Ordinato sacerdote il 19 maggio 1894, è viceparroco a Barbania, ma nel 1899 ottiene l'"exeat" per trasferirsi in Brasile ad occuparsi della nascente diocesi di Caritiba. Diviene quindi parroco di Arussanga (1902), Fagnaruna (1907) e Aranguà (1910).
Fu sicuramente la sua vocazione caritativa a fargli incontrare Ernesto Schiapparelli, professore insigne, direttore del Museo Egizio di Torino e capo delle dodici spedizioni archeologiche italiane in Egitto dal 1903 al 1920.
Don Pizzio partecipa in qualità di fotografo ad alcune di esse; in particolare egli prende parte a quella del 1904 che porta alla scoperta nella Valle delle Regine della Tomba di Nefertari, la prima e più amata delle mogli di Ramsese II. Il ritrovamento fu sensazionale in quanto la tomba si rivelò essere una tra le opere più spettacolari dell'arte egizia.
Nel 1910 rientra in Italia; durante la Guerra sfolla da Torino e ritorna a Borgo Salsasio, dove si stabilisce definitivamente continuando a dedicarsi alla fotografia (disponeva di una serie di attrezzature costruitesi da sè per le riprese tridimensionali).
Muore il 30 Gennaio 1951, all'età di ottant'anni.

Supporto storico a cura di Francesco Carena

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