L'Immacolata Concezione
Storia e Devozione

Statua
Risale al 1636 la statua dell'Immacolata Concezione realizzata dallo scultore astigiano Michele Enaten. Fu scolpita in un tronco di salice, legno molto morbido scelto apposta dall'artista per cesellare la scultura fin nei minimi particolari. Nel 1637 la statua si trovava già a Carmagnola, e qui venne sottoposta ad indoratura, coloritura e griffatura da parte del pittore Gian Antonio Gazaro. Verso la metà del 1638 la scultura era finita e pronta per essere collocata nella nicchia della Cappella. Più tardi, tra il 1751 e il 1752, si fece realizzare il trono sul quale la statua della Vergine viene portata in processione. Superbo lavoro d'intaglio, il trono venne realizzato da Bernardo Cermenati di Milano e da Carlo Ponsone di Torino, venne arricchito con i putti (in totale 17) del torinese Stefano Maria Clemente e con i bronzi (otto gruppi di "girindolle" e "cornucopie") di Giuseppe Venasca e completato con la doratura ad opera di Giuseppe Allordo, sotto la direzione di Andrea Boucheron, orefice di Carlo Emanuele III, re di Sardegna. Nel 1846 la Regina Maria Cristina donò alla Città di Carmagnola un manto di velluto azzurro con ricami d'oro e d'argento. Ancora oggi, in processione, la statua dell'Immacolata viene rivestita di quel manto donato dalla Casa Savoia per interessamento di Maria Maddalena Viglione, una dama di corte carmagnolese, andata in sposa ad Enrico Bava generale del Re ai tempi della Prima Guerra d'indipendenza.

La cappella
Peste del 1522Di grande valore architettonico e simbolo della devozione che da secoli lega i carmagnolesi alla Vergine, la Cappella dell'Immacolata venne trasformata nel secolo scorso con radicali opere di abbellimento. Si decise, infatti, di rivestirla con marmi policromi, di arricchirne le pareti laterali con le due grandi tele di Giuseppe Monticone e di Luigi Vacca (1810), che rappresentano il voto del 1522 e del 1630, e di affidare altri lavori di decorazione e di pittura ad importanti artisti come Angelo Moia, professore di prospettiva all'Accademia Albertina di Torino, e Francesco Gonin, autore della volta affrescata (1863). Per comprendere lo sviluppo storico e decorativo della Cappella nella sua interezza è necessario tornare al 1522, anno della prima terribile pestilenza che spinse i Carmagnolesi a far Voto di erigere una Cappella in onore della Vergine Immacolata con preghiera di essere liberati dalla terribile epidemia. La moria cessò e così le autorità comunali e due rappresentanti per ogni borgo vennero incaricati di cercare il luogo più adatto alla costruzione della Cappella. La ricerca durò oltre vent'anni, (molte le rivalità fra le diverse fazioni), ma finalmente, dopo lungo peregrinare, si prospettò la soluzione vincente. Nel 1558, infatti, iniziarono i lavori di riedificazione della navata sinistra della Collegiata (fatta abbattere sei anni prima per dare spazio alle mura fortificate intorno al castello) e si pensò di assegnare alla Madonna della Concezione la cappella in capo alla nuova navata, proprio di fianco al presbiterio. Venne dunque collocata una prima statua della Vergine, presto sostituita dall'icona del saviglianese Giovannangelo Dolce raffigurante la Madonna con S. Rocco e S. Sebastiano, cui si aggiunsero, poco tempo dopo, un quadro rappresentante la genealogia della Madonna e un altro sul quale veniva raffigurato il Padre Eterno. Nel 1630 Carmagnola fu nuovamente colpita dalla peste. Sulla Piazza Sant'Agostino la popolazione rinnovò il precedente voto impegnandosi ad abbellire ulteriormente la cappella. Per rispettare la promessa, si pensò a due quadri, l'uno rappresentante il voto del 1522 e l'altro il nuovo voto del 1630. Dell'esecuzione fu incaricato Giambattista Rovere, detto il Fiammenghino, artista assai conosciuto per essere stato al servizio del Cardinale Maurizio di Savoia. La cittadinanza, per contratto, avrebbe dovuto provvedere alla tela necessaria: a causa della miseria del periodo, si dovette ricorrere a due lenzuola che furono prese dal lazzaretto degli appestati. Il quadro relativo al secondo voto non poté essere ultimato dal Fiammenghino e si diede l'incarico al pittore fossanese Barocio. Entrambi i quadri furono comunque pronti ed appesi alle pareti laterali della Cappella. (Ora si trovano nella Sala del Consiglio Comunale). L'icona del Dolce, però, cominciava ad essere irrimediabilmente segnata dall'umidità del luogo, tanto che venne sottoposta a due successivi restauri e, alla fine, si decise di sostituirla. Questo richiamò l'attenzione sulle cattive condizioni ambientali del luogo scelto per la Cappella: esposto a nord e perciò soggetto ad umidità, aveva richiesto, in pochi anni, numerosi interventi di risanamento.Peste del 1630 Fu così che il Consiglio comunale deliberò di trasferire la Cappella dall'altra parte, in capo alla navata di destra. Nella nuova cappella trovò degna collocazione la statua dell'Immacolata scolpita dall'Enaten, che andava a sostituire l'icona del Dolce venduta ai Padri Scolopi. Nel 1714, in occasione di un terzo voto pronunciato per scongiurare una morìa di bestiame, furono aggiunti nuovi arredi e altre opere d'arte, secondo un "cerimoniale", da allora sempre rispettato, che vede i carmagnolesi ringraziare la Vergine per la Sua Protezione sia con la preghiera, sia abbellendo le decorazioni della Cappella a Lei dedicata. Verso la metà del Settecento si provvide a cambiare la decorazione; nel 1767 ricchi e variegati marmi policromi furono donati da Carlo Emanuele III (rivestono ancora oggi le pareti); nel 1810 le due grandi tele del Monticone e del Vacca sostituirono quelle del Fiammenghino e nel 1863 venne realizzata la mirabile decorazione della volta, che accentua lo stagliarsi di questa Cappella sulla generale austerità della Collegiata.

La devozione
Carmagnola è una città singolare per la devozione a Maria Immacolata, ne è una prova la sua Storia, sulle cui pagine il nome di Maria e quello della città si intrecciano in un nodo miracolosamente indissolubile.

1522
L'Italia per lungo tempo era stata teatro delle guerre per il predominio sull'Europa fra Carlo V e Francesco I. Alle guerre, segue immancabilmente la peste che colpisce anche Carmagnola già fortemente provata dal passaggio di truppe Svizzere, Francesi, Tedesche e Spagnole che hanno saccheggiato e devastato il nostro territorio seminando povertà e terrore. Il morbo decima la popolazione. Dodici padri di famiglia, gli ultimi rimasti (fino a qualche anno fa, erano simbolicamente rappresentati dai paggetti che precedevano la statua della Madonna durante la processione dell'Immacolata), radunatisi sulla centrale piazza S. Agostino, fanno Voto alla Vergine dell'Immacolata Concezione di erigere un Cappella in Suo nome e di digiunare nella vigilia della Sua festa. Una costante tradizione narra che in quella circostanza, sulla chiesa di S. Agostino, apparve la Vergine e, appena emesso il Voto, il carretto per il trasporto dei morti si ruppe, come ad indicare la cessazione del morbo e la fine delle sofferenze per la popolazione.

1630
La peste (il Manzoni ne parla nei Promessi Sposi) colpisce parte dell'Italia ed anche Carmagnola viene flagellata da questo terribile morbo: in sei mesi, muoiono circa 5000 carmagnolesi. Ancora una volta la popolazione si rivolge fiduciosa alla Vergine e il 30 giugno viene rinnovato il Voto di affidamento a Maria. La peste ha fine e Carmagnola riprende a vivere sotto la protezione della Madre Misericordiosa.

1714
Una terribile moria di bestiame, che mette in ginocchio la gente di Carmagnola, termina immediatamente dopo il Voto con cui la popolazione si affida alla Vergine, il 28 ottobre 1714.

1734
Una grave siccità colpisce il territorio piemontese e Carmagnola rinnova il Voto a Maria Immacolata. Il 20 aprile 1734, al termine della processione dell'Immacolata, non appena la statua viene riportata in chiesa, comincia a piovere abbondantemente sull'intera città. Conclusa la celebrazione Eucaristica la pioggia cessa, dando l'opportunità ai fedeli di rincasare; a strade deserte riprende a scendere copiosa su tutta la zona. I documenti municipali dell'epoca parlano quindi di "Miracolo della pioggia".

1760
Un altro periodo di siccità interessa la gente di Carmagnola che trova, ancora una volta, aiuto e sostegno nella Vergine Immacolata, a cui si affida con una solenne celebrazione il 27 luglio 1760, giorno in cui si ripete il prodigio del "Miracolo della pioggia".

1814
Il 23 settembre 1814 la popolazione carmagnolese, tutta radunata sulla centrale piazza S. Agostino, commemora il centenario del voto del 1714.

1834
Nuovamente la Città di Carmagnola si affida a Maria Immacolata nel centenario del Voto del 1734 e del "Miracolo della Pioggia"

1854
L'8 dicembre 1854 Pio IX proclama il dogma dell'Immacolata Concezione: quella che, fino ad allora era stata una pia credenza, diviene Verità di Fede. Carmagnola festeggia questo evento il 23 marzo del 1855, in quell'occasione si affidano alla Vergine i carmagnolesi che partono per la guerra di Crimea.

1859
In vista della Seconda Guerra d'indipendenza, la statua dell'Immacolata viene esposta in Collegiata per un triduo con la partecipazione del Comune, della Guardia nazionale e delle scuole.

1904
Il 25 settembre 1904 nel cinquantenario della proclamazione del dogma dell'Immacolata, la statua della Madonna esce dalla Collegiata in un giorno diverso dall'8 dicembre e, in Piazza S. Agostino, avviene il rito dell'incoronazione officiata dal Vescovo di Torino Agostino Richelmy.

1915
Il 18 maggio 1915, quando ormai l'inizio della guerra è certo, i Carmagnolesi chiedono ed ottengono dal Sindaco e dall'Arciprete di calare dalla nicchia la statua dell'Immacolata per affidarsi alla Sua protezione.

1922
L'8 dicembre 1922 la popolazione, riunita sulla centrale piazza S. Agostino, ricorda l'incoronazione del 1904 e si affida, nel IV centenario del Voto del 1522, a Maria Immacolata. In quell'occasione viene posta sulla chiesa di S. Agostino una lapide come importante testimonianza di un impegno che tutti i carmagnolesi hanno assunto, nei secoli, nei confronti della loro Patrona. "Questo monumento di fede per la presente e per le età future resti perenne inviolato e sacro": queste le solenni parole impresse nel marmo, ma di recente, per uno strano scherzo del destino, la lapide è stata rimossa e, a causa dell'incuria dell'attuale Amministrazione Comunale, giace abbandonata in un magazzino.

1944
Nel luglio del 1944 le truppe tedesche incendiano Borgo Salsasio minacciando di dare alle fiamme l'intera Città: gravissimi i danni, quantificati dalle Autorità Comunali in centocinquantamilioni di lire. La popolazione carmagnolese affida le proprie case e i propri famigliari alla Vergine con un preghiera-supplica il 30 luglio 1944.

1954
26 settembre 1954, ricorre il centenario della proclamazione del dogma dell'Immacolata. Per mano del Cardinale Maurilio Fossati, in Piazza S. Agostino, viene ripetuto il gesto dell'incoronazione della statua dell'Immacolata con il Bambino.

2000
30 giugno 2000, in occasione dell'Anno Santo e del Giubileo di fine Millennio, la popolazione carmagnolese, radunata nella storica piazza S. Agostino a 370 anni da quel 30 giugno 1630, rinnova il Voto all'Immacolata Concezione sua Patrona.




Le informazioni e alcuni testi sono tratti da:
Parrocchia Collegiata Santi Pietro e Paolo Apostoli Carmagnola, Centro Studi Carmagnolesi: La Chiesa Collegiata di Carmagnola e il Culto dell'Immacolata Concezione; 1992.