MORANDO |
Parrocchia S. Maria delle Grazie - OMELIA DI DON ROBERTO
ALLA MESSA PER IL COMMIATO DI MORANDO Ho scelto di parlare di Morando attraverso le beatitudini perché esse sono anche
lo “specchio” del Cristo e in
qualche modo disegnano pure la figura dei suoi discepoli. E’ è bello poi
notare come esse racchiudono l’infinita varietà
delle configurazioni proprie personali che ciascun fedele assume a causa sia
per i caratteri individuali suoi propri, sia per la propria personale “stratificazione” interiore della storia personale e del cammino concreto
percorso nella propria esistenza per seguire il Cristo. E’ bello perché in queste
configurazioni vi troviamo quegli elementi che si
compongono poi in una infinità varietà di tratti individuali specificando la
propria identità personale unica e irripetibile come discepoli di Cristo.
Questo lo vediamo bene proprio nella figura dei Santi fra loro accomunati e
uniti nell’eroico amore per il Signore e per i fratelli eppure anche tanto
diversi nei loro tratti temperamentali e ideali. Se vogliamo dunque fare un
ricordo non banale ma veramente edificante ( cioè
che ci sia di vero vantaggio anche per la nostra vita personale ) dei nostri
cari e, in questo caso, del nostro carissimo Morando,
dovremmo leggere la loro vita in questo specchio.
Non pretendo minimante di poter e saper fare questo, ma solo mi sento portato
a dire qualche parola in questa direzione perché ci serva appunto per rendere
particolarmente vivo il nostro
rapporto con lui, morto a questo mondo, ma sicuramente vivente in Cristo
Gesù. Tra le beatitudini quelle che mi
sembra prendano particolarmente rilievo nella sua
personalità ne spiccano sicuramente due, di cui una compare in questo elenco:
“Beati i miti, perché erediteranno la terra” e un’altra che non compare in
questo elenco, della quale parlerò più avanti. Soffermiamoci dunque su questa
della mitezza. Di che terra Gesù sta parlando? Non certo dei terreni e dei
poteri di questo mondo che sono sempre contesi, e certe volte anche in forme più o meno astute, da
chi vuol dominare. Gesù ne parla come di una terra promessa ereditata, appunto come quella antica,
dalla bontà di Dio. Troppo difficile comprenderne il
significato recondito. Però se ne può avere una percezione se riflettiamo su
uno spazio che le persone come Morando riescono a scavare nei
cuori proprio perché non ne vogliono essere né invasori né tanto meno dominatori
percependo l’altro nella sua alterità sacra. La presenza di tante persone qui
riunite che partecipano commosse ne è una chiara dimostrazione. Questo è ciò che riflettendo con
serenità davanti al Signore son certo di vedere in Morando
al di là del suo carattere, che poteva sembrare un
po’ ritirato e schivo. In realtà chi lo ha
conosciuto meglio sa che questo atteggiamento era dovuto in massima parte
propria alla sua spiccata sensibilità e delicatezza, elementi questi che gli
facevano dare confidenza e vera amicizia là dove avvertiva la propria
presenza profondamente accolta dall’altro. In questo senso ci ritroviamo
appunto un riflesso della delicatezza modo di amare del
Cristo, che non entra con prepotenza nella nostra vita ma che cerca di
convincerci del suo delicatissimo Amore per conquistarci alla vera e profonda
fiducia in Lui. Per la causa del Regno certe volte è
utile anche essere “violenti” nel
senso positivo, cioè di osare per il Bene dell’altro e in questo senso vediamo
come forse solo Morando poteva stare accanto a
Giovanni proprio per la loro complementarietà. Ma, come dicevo all’inizio, nel
Regno c’è spazio e ricompensa per tutti ma
soprattutto c’è una configurazione propria che rende bello in modo
individuale ciascun beato. Ancora un’altra beatitudine mi
sembra risaltare nella vita di Morando e questa
volta comune a suo padre. Dicevo che non è nell’elenco del
Vangelo, ma è proclamata indirettamente dallo Spirito per mezzo dell’Apostolo
Paolo: “Dio ama chi dona con gioia”: Non
solo questa famiglia ha dato tantissimo, ma ha dato anche con gioia e la
generosità di Morando, lo può testimoniare chiunque
l’ha conosciuto, non era inferiore a quella di Giovanni e davvero il suo modo
di dare era privo di calcolo e gioioso. Dice Gesù: “date e vi sarà dato una misura piena
traboccante sarà versata in grembo”. Il tesoro che hai accumulato in
cielo vivendo laboriosamente, onestamente e generosamente in questo mondo ti
accompagni per l’eternità carissimo Morando! |