La Madre di Dio regina della pace. 1° Gennaio
La festa di oggi
ci offre molteplici motivi di riflessione: la chiesa scandisce per tutti noi
ripetutamente nel nome del Signore una solenne benedizione sacerdotale. È
l’augurio migliore che possiamo ricevere e scambiarci in questo giorno: viene
da Dio, ma è per tutti noi. Pur essendo la festa della Madre di Dio, domina
la figura del Cristo e ci viene ricordata ancora la sua opera di salvezza per
l’intera umanità. Maria è sapientemente incastonata nel mistero del suo
Figlio per sottolineare il suo ruolo nella storia della salvezza e in quello
sempre attuale di Madre dei credenti. Noi onoriamo Maria sempre vergine,
proclamata nel Concilio di Efeso “santissima madre di Dio” perché Cristo sia
riconosciuto veramente Figlio di Dio. È nel nome di Maria che dal 1967 si
celebra oggi in tutto il mondo cattolico la giornata mondiale della pace.
Dono divino, dono messianico è la pace. Non può essere costruita soltanto da
noi uomini e soprattutto non potrà mai essere proclamata efficacemente fin
quando non si depongono le armi. La pace degli uomini non può essere diversa
da quella di Cristo: va quindi costruita sulle solide basi dell’amore
fraterno e della grazia divina. Ogni cristiano per vocazione deve essere un
costruttore di pace cominciando magari dalle mura domestiche, impartendo una
sana educazione ai figli con la forza dell’esempio. Il tutto dobbiamo
accompagnarlo con la forza della preghiera come fa la liturgia di questo
giorno che ci fa ripetere nella orazione: “Tu, o Dio nella verginità feconda
di Maria hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna”, una salvezza
che inizia già durante il nostro pellegrinaggio terreno.
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La redenzione
incomincia dalla Vergine Maria. Partono da Lei "le primizie dell'amore
misericordioso", dal suo "sì" alla parola del Signore, dal suo
consenso a divenire la madre del Figlio di Dio. Gesù passa anzitutto
attraverso la fede di Maria, che accoglie il progetto divino e vi si rende
totalmente disponibile, come "l'ancella del Signore", tutta alla
sua volontà.
Dalle
"Lettere" di sant'Atanasio, vescovo
Il
Verbo ha assunto da Maria la natura umana
Il Verbo di Dio, come dice l'Apostolo, <<della stirpe di Abramo si
prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli>> (Eb 2, 16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo
Maria ebbe la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo
corpo e lo offrisse, in quanto suo, per noi. Perciò la Scrittura quando parla
della nascita del Cristo dice: <<Lo avvolse in fasce>> (Lc 2, 7). Per questo fu detto beato il seno da cui prese
il latte. Quando la madre diede alla luce il Salvatore, egli fu offerto in
sacrificio. Gabriele aveva dato l'annunzio a Maria con cautela e delicatezza.
Però non le disse semplicemente colui che nascerà in te, perché non si
pensasse a un corpo estraneo a lei, ma; da te (cfr.
Lc 1, 35), perché si sapesse che colui che ella
dava al mondo aveva origine proprio da lei. Il Verbo, assunto in sé ciò che
era nostro, lo offrì in sacrificio e lo distrusse con la morte. Poi rivestì
noi della sua condizione, secondo quanto dice l'Apostolo: Bisogna che questo
corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si
vesta di immortalità (cfr. 1 Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da noi un
tale pensiero. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la
salvezza di tutta l'umanità. In nessuna maniera la nostra salvezza si può
dire fittizia. Egli salvò tutto l'uomo, corpo e anima. La salvezza si è
realizzata nello stesso Verbo. Veramente umana era la natura che nacque da
Maria, secondo le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del Signore;
vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è nostra è sorella
poiché tutti abbiamo origine in Adamo. Ciò che leggiamo in Giovanni <<il
Verbo si fece carne>> (Gv 1, 14), ha dunque
questo significato, poiché si interpreta come altre parole simili. Sta
scritto infatti in Paolo: Cristo per noi divenne lui stesso maledizione (cfr. Gal 3, 13). L'uomo in questa intima unione del Verbo
ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne
immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello
Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo. Benché il
Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è rimasta in se
stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. E' rimasta assoluta
perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si proclama un solo
Dio nel Padre e nel Verbo.
da: Monastero San Vincenzo M. - Bassano
Romano (VT)
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