Suor Maria Faustina Kowalska |
La Missione di Suor Faustina
L’immagine di Gesù Misericordioso La Coroncina della Divina Misericordia |
La
Congregazione delle Suore
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La Missione di Suor Faustina La Beata Suor Maria Faustina
Kowalska, nota in tutto il mondo come apostola della Divina Misericordia, è
annoverata dai teologi fra i grandi mistici della Chiesa. Nacque in Polonia, a
Glogowiec, terza di dieci figli, in una povera e devota famiglia di
contadini. Nel giorno del battesimo, nella chiesa parrocchiale di Swinice
Warskie, ricevette il nome di Elena. Fin dall'infanzia si distinse per la
devozione, l'amore per la preghiera, la laboriosità, l'obbedienza e una
grande sensibilità per le miserie umane. Frequentò le scuole per
quasi tre anni; a sedici anni dovette lasciare la casa paterna per
guadagnarsi da vivere ed aiutare i genitori lavorando come domestica ad
Aleksandrów e Lodz. Già dal settimo anno di
vita (due anni prima di ricevere la Prima Comunione) sentì viva la voce della
vocazione, ma i suoi genitori non le diedero il permesso di entrare in
convento. La piccola Elena quindi cercò di soffocare in se questa chiamata di
Dio, ma incitata dalla visione di Cristo sofferente, dalle parole di
rimprovero; " Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi
ingannerai? » (Diario, Q. I, p. 6), iniziò a cercare accoglienza in
convento. Bussò a numerose porte, ma da nessuna parte venne accolta. Il 1°
agosto 1925 entro nel convento della Congregazione delle Suore della Beata
Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Nel suo Diario ha
confessato: “ Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata
nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della
gratitudine " (Diario Q.I,p. 9). Dopo alcune settimane subì
tuttavia la forte tentazione di trasferirsi in un'altra congregazione, in cui
ci fosse più tempo da dedicare alla preghiera. Allora Gesù, mostrandole il
suo volto ferito e sofferente, disse:” Tu mi causerai un simile dolore, se
uscirai da questo ordine. E qui che ti ho chiamata e non altrove e ho
preparato per te molte grazie” (Diario, Q. I, p. 10). Nella Congregazione
ricevette il nome di Suor Maria Faustina. Trascorse il tempo del
noviziato a Cracovia e lì, alla presenza del vescovo S. Rospond, pronunziò i
primi voti e dopo cinque anni i voti perpetui: castità, povertà e obbedienza.
Lavorò nelle diverse case della Congregazione, più a lungo a Cracovia, Plock
e Vilnius, svolgendo i compiti di cuoca, giardiniera e portinaia. Nulla all'esterno
tradiva la sua vita mistica cosi eccezionalmente ricca. Svolgeva i suoi
compiti con ardore, osservava con fedeltà tutte le regole della vita
religiosa, viveva in raccoglimento e silenzio, e nello stesso tempo era
spontanea, serena, piena di cordiale e disinteressata carità verso gli altri. Tutta la sua vita era
concentrata nel tendere ad una unione sempre più piena con Dio e a
collaborare con Gesù nell'opera della salvezza delle anime. « Gesù mio - ha
confessato nel Diario - Tu sai che fin dai primissimi anni ho
desiderato diventare una grande santa, cioè ho desiderato amarTi con un amore
tanto grande, quale finora nessuna anima ha avuto verso di Te » (Diario,
Q. V. p. 456). Il Diario rivela
tutta la profondità della sua vita spirituale. Una attenta lettura di questi
scritti da l'immagine dell'alto grado di unione della sua anima con Dio: Dio
le concedette grandi doni ed ella si sforzò e lottò continuamente sulla via
della perfezione cristiana. Il Signore le elargì grandi grazie: il dono della
contemplazione, quello di una profonda conoscenza del mistero della
misericordia di Dio, visioni, apparizioni, stimmate nascoste, il dono della
profezia e della lettura delle anime, come pure il raro dono delle nozze
mistiche. Avendo ricevuto doni
così numerosi scriveva: « Ne le grazie, ne le rivelazioni, ne le estasi, ne
alcun altro dono a lei elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della
mia anima con Dio. (…) La mia santità e perfezione consiste in una stretta
unione della mia volontà con la volontà di Dio » (Diario, Q. III, p.
380). Lo stile di vita severo
e i duri digiuni, che si impose ancor prima di entrare nella Congregazione,
indebolirono il suo organismo fino al punto che, già come postulante, dovette
essere mandata a Skolimòw, località vicino a Varsavia, per migliorare le sue
condizioni di salute. Dopo il primo anno di noviziato arrivarono le dolorose
esperienze mistiche della cosiddetta notte oscura e dopo le sofferenze
spirituali e morali legate alla realizzazione della missione che aveva ricevuto
da Cristo. Suor Faustina offrì la propria vita per i peccatori e per tale
motivo patì anche numerose sofferenze per salvare così le loro anime. Negli ultimi anni della
sua vita aumentarono inoltre le sofferenze interiori e i disturbi fisici: si
manifestò la tubercolosi che invase i polmoni e il tubo digerente. Per questo
motivo venne ricoverata due volte, per alcuni mesi, in ospedale a Cracovia. Del tutto distrutta nel
fisico, ma pienamente matura nello spirito, unita misticamente a Dio, morì in
fama di santità il 5 ottobre 1938,all'età di appena 33 anni, di cui 13 di
vita religiosa. Le sue spoglie vennero seppellite in una tomba del cimitero
della Congregazione a Cracovia. Durante il processo informativo, nel 1966
vennero traslate nella cappella. Dopo la beatificazione, avvenuta il 18
aprile 1993, le reliquie sono state collocate in un altare laterale del
Santuario della Divina Misericordia di Cracovia-Lagiewniki, sotto l'immagine
di Gesù Misericordioso. Gesù ha affidalo a
questa religiosa semplice, senza istruzione, ma forte e infinitamente
fiduciosa in Dio, una grande missione: il messaggio della Divina Misericordia
rivolto al mondo intero. « Oggi mando te — le disse — a tutta l'umanità con
la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero
guarirla e stringerla al Mio cuore misericordioso » (Diario, Q. V, p.
522). Sei la segretaria della Mia misericordia: ti ho scelta per questo
incarico in questa vita e in quella futura » (Diario, Q. VI, p. 530),
per « far conoscere alle anime la grande misericordia che ho per loro ed
esortarle alla fiducia nell'abisso della Mia misericordia » (Diario, Q. V, p. 516). La missione della beata
Suor Faustina consiste nel ricordare una verità di fede
da sempre conosciuta, ma dimenticata, riguardante l'amore misericordioso di
Dio per l'uomo e la trasmissione di nuove forme di culto della Divina
Misericordia, la cui pratica dovrebbe portare al rinnovamento
della vita di fede nello spirito di fiducia e misericordia cristiana. Il culto della Divina Misericordia consiste nella fiducia, nella infinita bontà di Dio e nelle opere di misericordia verso il prossimo. |
L'immagine di Gesù Misericordioso
Il modello è stato mostrato
dallo stesso Gesù nella visione che Suor Faustina ebbe il 22 febbraio 1931
nella cella del convento di Plock. « La sera, stando nella mia cella -
scrisse nel Diario — vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca:
una mano alzata per benedire, mentre l'altra toccava sul petto la veste, che
ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l'uno e
l'altro pallido. (...) |
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Dopo un istante Gesù mi
disse: " Dipingi un'immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto:
Gesù confido in Te! " (Diario, Q. I, p. 26). Voglio che
l'immagine (...) venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo
Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia » ( Diario,
Q.I, p, 27). Il significato di questo
quadro è strettamente legalo alla liturgia di quella domenica. La Chiesa
legge in quel giorno il Vangelo secondo San Giovanni che descrive
l'apparizione di Gesù risorto nel Cenacolo e l'istituzione del sacramento
della penitenza (Gv 20, 19,29). L'immagine rappresenta dunque il Salvatore risorto che porta agli
uomini la pace con la remissione dei peccati, a prezzo della sua Passione e
morte in croce. I raggi del sangue e dell'acqua, che provengono dal cuore (non
visibile nel quadro) trafitto dalla lancia, e le cicatrici delle ferite della
crocifissione, riportano agli avvenimenti del Venerdì Santo (Gv
19,17-18; 33-37). L' immagine di Gesù
Misericordioso unisce in sé questi due episodi evangelici che meglio
descrivono l'amore di Dio per l’uomo. Caratteristici in
questa immagine di Cristo sono i due raggi. Gesù, interrogalo da Suor
Faustina circa il loro significato, ha spiegato: << Il raggio pallido
rappresenta l'Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il
Sangue che è la vita delle anime. (...) Beato colui che vivrà alla loro ombra
>> (Diario, Q. I, p. 132). L'anima è purificata dal sacramento
del battesimo e della penitenza, mentre il migliore nutrimento per essa è l’
Eucaristia. Dunque questi due raggi simboleggiano i santi sacramenti e tutte
le grazie dello Spirito Santo, il cui simbolo biblico e
l'acqua, ed anche la nuova alleanza di Dio con l'uomo fatta per mezzo del
sangue di Cristo. L'immagine di Gesù
Misericordioso viene spesso chiamata immagine della Divina Misericordia, e
questo e giusto in quanto è proprio nel mistero pasquale di Cristo che si e
rivelalo più chiaramente l'amore di Dio per l'uomo. Il quadro non solo
rappresenta la misericordia di Dio, ma sollecita a rammentare il dovere della
fiducia cristiana nei confronti di Dio e la carità attiva verso il prossimo.
Nella parte inferiore del quadro — per volontà di Cristo — si trovano scritte
le parole « Gesù, confido in Te ». « Questa immagine - ha
detto inoltre Gesù — deve ricordare le esigenze della Mia misericordia, poiché
anche la fede più forte non serve a nulla senza le opere » (Diario Q.
II, p. 278). Gesù ha legato promesse
speciali al culto dell'immagine così inteso: la salvezza eterna, grandi
progressi sulla via della perfezione cristiana, la grazia di una morte felice
e lime le altre grazie che gli uomini gli chiederanno con fiducia. «
Attraverso questa immagine concederò molle grazie alle anime, perciò ogni
anima deve poter accedere ad essa » (Diario,
Q. II, p. 227). |
La festa della
Misericordia
Occupa il posto più
importante tra tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia che sono
state rivelate a Suor Faustina. Per la prima volta Gesù le ha parlalo
dell'istituzione di questa Festa a Plock nel 1931, quando le trasmise la sua
volontà riguardo all'immagine: « lo desidero che vi sia una festa della
Misericordia: voglio che l'immagine, che dipingerai con il pennello, venga
solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve
essere la festa della Misericordia » (Diario, Q. I, p. 26). La scelta della prima
domenica dopo Pasqua come festa della misericordia ha un suo profondo
significato teologico, che indica un forte legame tra il mistero pasquale
della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia. Questo legame è
sottolineato ulteriormente dalla Novena alla Divina Misericordia, che precede
la festa e inizia il Venerdì Santo e durante la quale si recita la Coroncina. La festa non consiste
in un giorno di particolare adorazione di Dio nel mistero della misericordia, ma e un tempo di grazia per
tutti gli uomini. « Desidero - ha detto Gesù - che la festa della
misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i
poveri Peccatori » (Diario, Q. II, p. 267). « Le anime periscono,
nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l'ultima tavola di
salvezza, cioè la festa della Mia misericordia. Se non adoreranno la Mia
misericordia, periranno per sempre » (Diario, Q. II, p. 345). L'importanza di questa
festa si misura con le straordinarie promesse che Gesù ha legato ad essa. «
In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita — ha detto Cristo —
questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene » (Diario,
Q. I, p. 132). In quel giorno sono aperte le viscere della Mia misericordia,
riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente
della Mia misericordia. (...) Nessun'anima abbia paura di accostarsi a me,
anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto » (Diario, Q. II,
p.267). Per ottenere questi
grandi doni bisogna adempiere alle condizioni della devozione alla Divina
Misericordia (fiducia nella bontà dì Dio e carità attiva verso il prossimo ),
essere in stato di grazia (dopo la confessione ) e ricevere degnamente la santa
Comunione. « Nessuna anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà
con fiducia alla Mia misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve
essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono
parlare alle anime della Mia grande ed insondabile misericordia » (Diario,
Q. II,227). |
La Coroncina alla
Divina Misericordia
Questa coroncina e
stata dettata da Gesù a Suor Faustina
a Vilnius il 13-14 settembre 1935 come preghiera per placare l'ira di
Dio (Diario, Q.I,pp. 192-193 ). Chi recita questa
coroncina offre a Dio Padre « il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità » di
Gesù Cristo per implorare misericordia per i propri peccati, del prossimo e
del mondo intero, ma allo stesso tempo unendosi all'offerta di Gesù si
rivolge a quell'amore che il Padre celeste dona a suo Figlio, e in Lui a tutti gli uomini. Con questa preghiera si
chiede pure « la misericordia per noi e per il mondo intero » e quindi allo
stesso tempo si compie un atto di misericordia. Aggiungendo a ciò un
atteggiamento di fiducia e adempiendo le condizioni di ogni buona preghiera
(umiltà, costanza, intenzione in accordo con la volontà di Dio), i fedeli
possono attendersi il compimento delle promesse di Cristo, in particolare di
quelle che riguardano l'ora della morte: la grazia della conversione e di una
morte serena. Le otterranno non solo le persone che reciteranno questa
coroncina, ma anche l'agonizzante accanto al quale essa verrà recitata. «
Quando vicino ad un agonizzante viene recitata questa coroncina — ha detto
Gesù - si placa l'ira di Dio e l' imperscrutabile misericordia avvolge
l'anima » (Diario, Q. II, p. 297). La promessa generale dice: « Per la recita di questa coroncina Mi piace
concedere tutto ciò che mi chiederanno » (Diario, Q.V, p. 508), (...)
se quello che chiedi e conforme alla Mia volontà » (Diario, Q. VI, p.
568). Tutto ciò infatti che è in disaccordo con la volontà di Dio non è un bene per l'uomo, ed in particolare per la sua felicità eterna. « Con la recita della
coroncina — ha detto in un altro momento Gesù — avvicini a Me il genere umano
» ( Diario, Q. II, p. 333). « La Mia misericordia avvolgerà in vita e
specialmente nell'ora della morte le anime che reciteranno questa coroncina »
(Diario, Q. II, p. 282). |
L'ora della
Misericordia
Nell'ottobre 1937 a
Cracovia, in circostanze non meglio descritte da suor Faustina, Gesù ha raccomandalo
di venerare l'ora della sua morte: « Ogni volta che senti l'orologio battere
le tre, ricordali di immergerti tutta nella Mia misericordia, adorandola ed
esaltandola; invoca la sua onnipotenza per il mondo intero e specialmente per
i poveri peccatori, poiché fu in quell'ora che venne spalancala per ogni
anima » (Diario, Q. V, p. 517). Gesù disse: « Figlia
Mia, in quell'ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono,
e se non puoi fare la Via Crucis, entra almeno per un Momento in cappella ed
onora il Mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di misericordia. E se non
puoi andare in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento
là dove ti trovi » (Diario, Q. V, p. 517). Il teologo don Rózycki
elenca tre condizioni perché la preghiera elevata in quel momento sia
ascoltata: la preghiera deve essere rivolta a Gesù; deve essere recitata alle
tre dei pomeriggio; deve riferirsi ai valori e meriti della Passione di
Cristo. « In quell'ora — ha promesso Gesù — otterrai tutto per te stessa e
per gli altri; in quell'ora fu fatta grazia al mondo intero, la misericordia
vinse la giustizia » (Diario, Q. V,p. 517). |
Diffusione del
culto della Divina Misericordia
Parlando delle forme di
culto della Divina Misericordia, il teologo don Rózycki elenca anche questa:
la diffusione della venerazione della Misericordia, poiché anche ad essa si
riferiscono alcune promesse di Cristo. « Le anime che diffondono il culto
della Mia misericordia, le proteggo per tutta la vita, come una tenera madre
il suo bimbo ancora lattante e nell'ora della morte non sarò per loro un
giudice, ma Salvatore misericordioso » (Diario, Q. III, p. 374). L'essenza del culto
della Divina Misericordia consiste nell'atteggiamento di cristiana fiducia
verso Dio e di attiva carità verso il prossimo. Gesù richiede fiducia dalle
creature ( Diario, Q. III, p. 370) e opere di carità, con azioni,
parole e preghiera. « Devi mostrare misericordia sempre e ovunque verso il
prossimo: non puoi esimerti da questo, ne rifiutarti ne giustificarti » (
Diario, Q. II,p. 277). Cristo vuole che i Suoi devoti compiano ogni giorno
almeno un atto di carità verso il prossimo. La diffusione del culto
della Divina Misericordia non esige necessariamente molte parole, ma esige
sempre un atteggiamento cristiano di fede, fiducia in Dio e di misericordia
sempre più grande. Suor Faustina durante la sua vita dette esempio di tale apostolato. Il culto dilla Divina
Misericordia porta ad un rinnovamento della vita religiosa
nella Chiesa nello spirito di cristiana fiducia e misericordia.In questo
contesto bisogna dunque leggere l'idea di « nuova congregazione », che
incontriamo nelle pagine del Diario. Nel pensiero della stessa Suor
Faustina questo desiderio di Cristo e maturato lentamente e ha subito una
certa evoluzione: da un ordine strettamente contemplativo fino ad un
movimento, formato sia da congregazioni di vita attiva (femminili e maschili)
che da laici. Questa grande comunità di persone che supera le nazionalità, è
un'unica famiglia legata da Dio nel mistero della Sua misericordia e unita
dal desiderio di meditare questo attributo divino nel proprio cuore e
manifestarlo nelle proprie azioni, spinti dal desiderio della Sua gloria in
tutte le anime. E’ una comunità di persone che in modi diversi, a seconda
della condizione e della vocazione (sacerdotale, religiosa o di vita nel
mondo), vive l'ideale evangelico di fiducia e di misericordia, proclama con
la propria vita e la parola l'ineffabile mistero della divina misericordia e
invoca la misericordia di Dio per tutto il mondo. La missione di Suor
Faustina trova una forte ispirazione nella Sacra Scrittura e si riflette nei documenti
della Chiesa, e soprattutto nell'enciclica del Santo Padre Giovanni Paolo II Dives
in misericordia. |
La Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia |
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La Congregazione, alla quale apparteneva la Beata Suor Faustina, è stata fondata nella seconda metà dell’ Ottocento da M. Teresa Eva Sulkowskich Potocka che, ispirandosi alle esperienze delle comunità religiose francesi, aprì a Varsavia la prima Casa della Misericordia per le giovani moralmente traviate. La Congregazione, depositaria del messaggio trasmesso dalla Beata Suor Faustina, si adopera per realizzarlo nel mondo intero unendo la missione apostolica, legata al mistero della Divina Misericordia, con la prosecuzione della missione di sostegno morale alle giovani donne bisognose, alle ragazze madri (in Polonia), ai fanciulli ammalali e portatori di handicap e l'impegno nella catechesi scolastica. La Congregazione si è assunta il compito di implorare la misericordia di Dio per tutti, proclamando alle nuove generazioni, nelle forme del culto, il mistero dell'Amore Misericordioso di Dio per l'uomo. Questo annuncio si
realizza, oltre che nel Santuario della Divina Misericordia a Cracovia, anche
nei loro conventi diffusi, oltre che in Polonia, nel resto dell'Europa e in
America. L’immagine di Gesù
Misericordioso si venera nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia a Roma dove
ha sede il Centro di Spiritualità della Divina Misericordia. |