SANTO E MARTIRE DELLA CARITA’
Massimiliano
Maria Kolbe, all'anagrafe Raimondo, nacque l'
"[...] Tremante per l'emozione e
con le lacrime agli occhi mi disse: «[...] Mi è
apparsa la Madonna, tenendo nelle mani due corone: una bianca, e l'altra rossa.
Mi guardava con affetto e mi chiese se avessi voluto quelle due corone. La
bianca significava che avrei perseverato nella purezza, e la rossa che sarei
stato un martire. Risposi che le accettavo....Allora
la Madonna mi guardò dolcemente e scomparve.» Il mutamento straordinario
avvenuto nel ragazzo, per me attestava la verità della cosa. Ne era sempre
compreso e, in ogni occasione, accennava col viso raggiante alla
sua desiderata morte di martire. E quindi io ero preparata, come la
Madonna dopo la profezia di Simeone."
Raimondo e suo fratello Francesco,
sotto l'influenza della sua predicazione, gli chiesero come entrare nell'Ordine
dei Frati Minori Conventuali. Lwòv era in territorio
austro-ungarico, quindi essi dovettero raggiungere il convento attraversando
clandestinamente la frontiera.
Dopo tre anni, per Raimondo e Francesco giunse il momento di un impegno più
serio: l'anno di noviziato.
Il
Il
In seguito, continuò i suoi studi
nella Pontificia Facoltà Teologica. Divenne sacerdote il 28 aprile del 1918,
nella Chiesa di S.Andrea
della Valle. Il giorno seguente, disse la sua prima Messa nella Chiesa di S.Andrea delle Fratte dove, nel
1842, la Vergine era apparsa ed aveva miracolosamente convertito l'ebreo
Alfonso Ratisbonne.
Tale miracolo rappresentava un'ulteriore prova dell'efficacia della Medaglia
Miracolosa, che Alfonso Ratisbonne
indossava quasi per caso. Frate Massimiliano si sentì
ispirato a fondare la Militia Immaculatae,
il Movimento dei Cavalieri dell'immacolata, e ad adottare la stessa Medaglia
Miracolosa come scudo ed emblema dei suoi Cavalieri
In quel periodo, era in corso una
fervente attività anticattolica, in cui primeggiavano i Massoni, ed essi si
accanivano specialmente contro Roma, il centro della Cristianità e la Sede del
Vicario di Cristo. Frate Massimiliano si rese conto
che c'era bisogno di un rinnovamento spirituale e s'incaricò di conquistare il
mondo per l'Immacolata. Come francescano, andò alla sorgente dell'ideale di San
Francesco. Di certo, l'educazione ricevuta nell'Ordine francescano, noto per
l'appassionata difesa del dogma dell'Immacolata Concezione, ebbe una forte influenza
sullo sviluppo del suo apostolato mariano. Per lui, come per San Francesco, la
vocazione francescana significava diffondere Cristo in tutte le classi sociali,
e non solo una vita di santificazione personale, vissuta fra le mura di un
convento.
Nel 1917, giocando a pallone, Frate Massimiliano
soffrì di una grave emorragia, che fece diagnosticare la tubercolosi.
Nello stesso anno, la Vergine affidò
a tre pastorelli di Fatima una missione che era, e lo è tuttora, lo scopo della
Milizia dell'Immacolata. La Madonna chiese amore, riparazione e consacrazione
al Suo Cuore Immacolato.
La sera del 16 ottobre, alla vigilia della festività di S.Margherita Maria Alacoque,
Frate Massimliano fondò la Milizia dell'Immacolata
(M.I.) con altri sei studenti del seminario.
I sei co-fondatori erano: Padre Giuseppe Pal, rumeno,
Padre Quirico Pignalberi,
della provincia di Roma, Padre Antonio Glowinski,
rumeno, Frate Antonio Mansi e Frate Enrico Granata,
entrambi della provincia di Napoli, Frate Girolamo Biasi, della provincia di
Padova
Dopo quella sera, il silenzio cadde
sulla M.I.: i sette frati attendevano l'approvazione
dei superiori ed inoltre, un anno denso di difficoltà non consentì lo sviluppo
del loro apostolato. Nell'ottobre del 1918, dopo la morte di Padre Glowinski e di Frate Mansi, ci fu
un improvviso risveglio, e la M.I. cominciò ad accogliere fra le sue fila
numerosi studenti del seminario. Il commento di Frate
Massimiliano fu: "Questi due confratelli devono aver lavorato duramente
per la M.I. in paradiso, dato che dopo la loro morte tutte le difficoltà sono
svanite...".
Il
Il
Ansioso di diffondere la M.I. anche in Polonia, come
aveva già fatto a Roma, Padre Kolbe chiese
l'approvazione dei suoi superiori. Il Ministro Provinciale gliela concesse
subito, benedicendo l'iniziativa, e, il 20 dicembre, il vescovo Adam Stephen Sapieha approvò il
programma della Milizia, raccomandandone la diffusione ed
autorizzando la stampa dello Statuto in lingua polacca
Dall'undici agosto 1920 sino al
Nel gennaio 1922, la Milizia venne approvata come
"Pia Unione della Milizia di Maria Immacolata" dal Cardinale Basilio Pompilii, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Roma
Contemporaneamente,
Padre Massimiliano pubblicò il primo numero della rivista mensile "Rycerz Niepokalanej", Il
Cavaliere dell'Immacolata, stampandone 5.000 copie. Il 20 ottobre, P.Kolbe fu trasferito nel convento
di Grodno, dove continuò la sua attività di editore
del "Cavaliere" e cominciò a stampare con l'ausilio di due
confratelli. Il numero degli abbonati crebbe sensibilmente, così come la
qualità della rivista e l'attrezzatura tipografica, che necessitava un numero
sempre maggiore di locali. Nel 1926 i medici prescrissero a P.Kolbe un altro soggiorno a Zakopane,
dovuto all'aggravarsi del suo stato di salute, sempre minato dalla tubercolosi.
Il 18 settembre egli partì per Zakopane ed i superiori elessero come suo successore il fratello
Padre Alfonso Kolbe, che lo sostituì più che
degnamente durante la sua malattia
Il
Le macchine avevano occupato la
cucina ed il refettorio, mentre i corridoi erano
invasi da risme di carta e pile di riviste. I membri polacchi della M.I. erano ben 126.000 ed il "Cavaliere
dell'Immacolata" aveva una diffusione mensile di 60.000 copie. In giugno, P.Massimiliano e P.Alfonso si incontrarono con il signor Srzednicki,
amministratore capo del principe John Drucki-Lubecki,
proprietario terriero, che possedeva una vasta area a Teresin,
vicino Varsavia. Era situata al centro della Polonia, vicino alle principali
linee ferroviarie: luogo ideale per un nuovo convento e per un complesso
editoriale.
P.Massimiliano non poteva accettare la donazione di
un lotto di terra senza il permesso dei suoi superiori. Fra il 19 ed il 21 luglio, si tenne un Capitolo Provinciale a
Cracovia, ed il caso fu discusso.
Il 6 agosto, P.Massimiliano
benedì una statua dell'Immacolata nel luogo dove sarebbe sorto il convento e,
il 1° ottobre, il principe Drucki-Lubecki firmò
l'atto di donazione.
Il
Quando fu gli fu chiesto il suo parere sulle
dimensioni del cimitero da costruire a Niepokalanòw,
egli rispose: "Sono del parere che non ci sia bisogno di un'area troppo
vasta di terreno per il cimitero, perchè la maggior
parte delle ossa dei suoi abitanti riposerà nelle più svariate regioni della
terra".
Nel 1929, fu annunciata l'apertura di
un seminario, per coloro che desideravano consacrarsi
al ministero sacerdotale in qualità di missionari in patria e all'estero,
nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali.
Le richieste furono tanto numerose da rendere necessaria la fondazione di un
altro seminario, distinto dall'Istituto di formazione dei frati. Nell'arco di
due anni, furono fondati anche due noviziati: uno per i frati ed uno per gli aspiranti al sacerdozio.
Quando il Ministro Generale dell'Ordine visitò Niepokalanòw
nel 1936, ne ammirò: "il vero spirito
francescano, una fervente devozione verso l'Immacolata, tanto zelo, l'enorme
povertà e l'estrema semplicità. Fra i confratelli c'era un intenso spirito di
carità. Vi regnava un'immensa armonia, e sui loro volti si
notava una gioia serena e francescana".
Durante il Pontificato di Pio XI,
detto "il Papa delle Missioni", il Ministro Generale dell'Ordine
Francescano Conventuale invitò i frati a dedicarsi ad
opere missionarie, secondo lo spirito della Regola Francescana. Il
Prima di tornare in Polonia, affidò
la sua opera all'intercessione di tre dei "primi sette". Nel cimitero
romano di Verano, visitò la tomba di P.Antonio Mansi, poi la tomba di P.Girolamo Biasi a Camposampiero,
vicino Padova, e la tomba di P.Antonio Glowinski ad Assisi.
Il suo pellegrinaggio continuò a Torino, per S.Giuseppe Cottolengo e S.Giovanni
Bosco, e poi nei santuari mariani che avevano ispirato l'attività
della M.I.: Lourdes e Parigi, in Rue du Bac, dove S.Caterina Labourè aveva ricevuto la Medaglia Miracolosa
dall'Immacolata.
Il 1° febbraio, si trovava a Lisieux, in visita al
santuario ed al convento di S.Teresa del Bambino Gesù,
patrona delle missioni
Il 26 febbraio, P.Massimiliano partì per il Giappone, insieme a
quattro confratelli: Zeno Zebrowski, Hilary Lysakowski, Sigmund Krol, e Severin Dagis. Lasciò due di loro
a Shangai, nella speranza di fondare un'altra Città dell'Immacolata, e proseguì
con gli altri due verso il Giappone. Il 24 aprile, giunsero a Nagasaki: la
modesta casetta che fu il loro primo rifugio, fu soprannominata da P.Massimiliano "La Grodno giapponese". Un mese dopo il loro arrivo, fu pubblicato il primo numero del "Cavaliere
giapponese", Seibo no Kishi,
con una tiratura di 10.000 copie.
Il 12 giugno, tornò in Polonia per
partecipare al Capitolo Provinciale: doveva informare
il nuovo Ministro Generale sul lavoro svolto e da svolgersi in Giappone, e per
ottenere dalla Provincia francescana polacca un maggiore aiuto religioso e, se
possibile, anche finanziario. Il Capitolo Provinciale
ed il Ministro Generale diedero la loro approvazione e, il 25 agosto, P.Massimiliano tornò a Nagasaki
Suo fratello, P.Alfonso Kolbe, che era
stato nominato guardiano di Niepokalanòw ed editore
del Cavaliere, morì prematuramente il 3 dicembre, stroncato dalla
broncopolmonite, e lasciò un vuoto incommensurabile.Egli
era stato il fedele interprete ed esecutore della volontà di suo fratello, nel
conservare sempre lo spirito francescano di povertà a Niepokalanòw.
Il
Esso avrebbe goduto della sua speciale protezione
anche dal paradiso; infatti fu risparmiato dalla fatale esplosione della bomba
atomica. Sul punto più alto delle costruzioni, fu innalzata una grande statua
dell'Immacolata, che di notte era illuminata da una corona di lampade: era ben
visibile nel quartiere ed attirò molti pagani verso Mugenzai No Sono.
Nel 1932, all'inizio di giugno, P.Massimiliano salpò da Nagasaki
ed arrivò in India alla fine del mese, sperando di riuscire a fondare un'altra
Città dell'Immacolata. In principio, la sua iniziativa fu coronata dal
successo, ma ben presto sorsero difficoltà di ogni
tipo, per cui fu impossibile fondare la Niepokalanòw
Indiana sia prima che durante la Seconda Guerra Mondiale. I problemi
continuarono anche dopo la guerra, a causa della nuova classe politica indiana.
Il
L'otto aprile del 1933, tornò in Polonia
via mare, sul transatlantico "Conte Rosso", per incontrare i
confratelli missionari a Shangai e per fermarsi in Italia. A Roma, lucrò
l'indulgenza del Giubileo della Redenzione,e fornì al
Ministro Generale una dettagliata descrizione di "Mugenzai
No Sono".
A luglio, durante il Capitolo Provinciale di Cracovia,
furono eletti il nuovo Ministro Provinciale ed altri superiori: l'ex-Ministro
Provinciale, P. Cornelius Czupryk,
fu eletto superiore della missione giapponese, e P.Massimiliano
fu confermato editore del "Cavaliere giapponese" e nominato Direttore
Generale della M.I., con l'incarico di diffonderne l'apostolato in tutto il
mondo. I due frati partirono da Venezia con il "Conte Rosso" e
sbarcarono a Nagasaki il 4 ottobre.
Essendo stato incaricato di promuovere
la diffusione della M.I. in tutto il mondo, P.Massimiliano lavorò instancabilmente per organizzare la
Milizia e pensò anche di introdurla nell'apostolato del suo Ordine. Nel 1935,
sottopose dapprima al Ministro Provinciale, e poi al Ministro Generale, la
proposta di consacrare l'intero Ordina all'Immacolata, chiedendo che tale
mozione venisse presentata e discussa nel Capitolo
Generale che si sarebbe tenuto a Roma nel 1936.
Il
Il motivo di tale incarico fu il suo precario stato di salute, peggiorato dal
clima caldo e umido del Giappone e nuovamente minato dalla tubercolosi
L'otto dicembre, l'Ordine Francescano
Conventuale si consacrò a Maria Immacolata. Il Capitolo Generale aveva
approvato la proposta di Padre Massimiliano ed aveva
decretato la consacrazione, stabilendo che essa fosse rinnovata ogni anno nel
giorno dell'Immacolata Concezione.
L'otto dicembre 1937, per il decimo anniversario della fondazione della Città
di Maria, P.Massimiliano
ottenne il permesso di rivolgersi alla nazione polacca tramite la radio
nazionale, e descrisse la storia e le attività della M.I. e di Niepokalanòw. Il suo discorso commemorativo riscosse
numerosi consensi, per cui egli fu invitato a parlare di nuovo il
Con il passare degli anni, la
produzione editoriale di Niepokalanòw crebbe in modo
sorprendente, sia nel numero degli abbonati, che nel numero
di pubblicazioni:
-1-
"Il Cavaliere dell'Immacolata" (Rycerz Niepokalanej), il mensile illustrato, del cui primo numero erano state stampate 5.000 copie nel 1922, e che nel 1927
aveva una tiratura di circa 60.000 copie, aveva raggiunto le 705.000 copie con
l'edizione ordinaria ed il milione di copie con le edizioni straordinarie.
-2- "Il Cavalierino dell'Immacolata" (Rycerzyk Niepokalanej) fondato
nel 1933, era un mensile illustrato per i giovani.
-3- "L'Informatore della M.I." (Informator Rycerstwa) fondato nel 1935, per i gruppi mariani.
-4- "Il piccolo Cavalierino dell'Immacolata"
(Maly Rycerzyk Niepokalanej) fondato nel 1938, era un mensile illustrato
per bambini.
-5- "Il Piccolo Giornale" (Maly Dziennik), fondato nel 1935,
era un quotidiano cattolico d'attualità.
-6- "Miles
Immaculatae", fondato nel 1938, era un trimestrale di propaganda in latino per i preti fuori
Polonia.
-7- "Bollettino Missionario" (Biuletyn Misyjny Niepokalanowa Japonskiego),
fondato nel 1939, era un mensile.
-8- "L'Eco di Niepokalanòw"
(Echo Niepokalanowa), era
un mensile di informazione per gli stessi religiosi di
Niepokalanòw.
A tale
elenco bisogna aggiungere gli innumerevoli fascicoli, opuscoli, volumi
agiografici, educativi, pastorali ed ascetici.
Un giorno, un
canonico polacco visitò Niepokalanòw e, trovandosi
dinanzi all'imponente e costosissima rotativa, chiese ironicamente a P.Massimiliano: "Se vivesse
adesso, che direbbe san Francesco vedendo queste costosissime macchine?".
P.Massimiliano gli rispose con la massima tranquillità:
"Rimboccherebbe le maniche della sua tonaca, farebbe andare a tutta
velocità le macchine, lavorerebbe come lavorano questi buoni fratelli in
maniera così moderna, per diffondere la gloria di Dio e dell'Immacolata!".
Niepokalanòw divenne oggetto di opposizione, boicottamenti
ed attacchi, poiché aveva all'esterno nemici di ogni
genere: settari, Massoni, anti-cattolici ed anti-clericali
La loro aggressività si intensificò particolarmente quando fu pubblicato il
quotidiano "Il Piccolo Giornale". Aveva contenuti
cattolici, quindi accrebbe le ire degli avversari, ed il suo prezzo era
estremamente basso, per cui suscitò l'invidia dei direttori degli altri
quotidiani.
P.Massimiliano riteneva che
un mezzo potente come la radio avrebbe potuto essere usata per condurre un
maggior numero di anime a Maria, invece che per diffondere soltanto il male. Il
giorno
Radio Niepokalanòw non riuscì ad
ottenere l'autorizzazione scritta, e poté solo trasmettere un notiziario per
un'ora alla settimana, mediante la stazione del governo. P.Massimiliano non si arrese, e continuò a richiedere
tale permesso, ma lo scoppio della guerra pose fine a tutto.
Il 1° settembre 1939, i nazisti
invasero la Polonia, cogliendo l'opera di Niepokalanòw
nel suo massimo sviluppo ed imponendo l'immediata
dispersione della numerosa comunità religiosa e la sospensione di ogni attività
editoriale. Anzi, al sopraggiungere delle armate tedesche, il 19 settembre una
quarantina di frati, compreso padre Massimiliano, furono
internati in un campo di concentramento. Rilasciati tre mesi più tardi essi tornarono a Niepokalanòw
per organizzare un'intensa opera di assistenza alla popolazione circostante ed
a migliaia di profughi accolti caritatevolmente, senza alcuna discriminazione,
ed ospitati nel recinto del convento.
Di conseguenza, le autorità naziste
divennero più sospettose ed aumentarono la
sorveglianza su Niepokalanòw. Il
Arrestato nuovamente la mattina del
l7 febbraio 1941, padre Massimiliano venne rinchiuso
prima nel carcere Pawiak di Varsavia e poi, il 28
maggio, fu deportato nel campo di concentramento di Oswiecim
(Auschwitz), dove venne destinato ai lavori forzati, con il numero 16670. Il 15
giugno, scrisse la sua ultima lettera, e la scrisse a sua madre: "Cara
Mamma, verso la fine del mese di maggio sono giunto
con un convoglio ferroviario nel campo di concentramento di Auschwitz."
"Per me, va
tutto bene. Amata
mamma, sta tranquilla per me e per la mia salute, perché il buon Dio c'è in
ogni luogo e con grande amore pensa a tutti e a tutto. Sarebbe bene non
scrivermi prima che io ti mandi un'altra lettera, perché non so quanto tempo rimarrò qui. Con cordiali saluti e baci. Raimondo Kolbe". Fra il 28
luglio ed il 1° agosto, il comandante Fritsch condannò dieci prigionieri del Blocco
Di fronte a Francis Gajowniczek, uno sconosciuto compagno di prigionia che
piangeva pensando ai figli che avrebbe lasciato orfani, padre Kolbe chiese di poterne prendere
il posto per restituire quest'uomo all'affetto della sua famiglia. Niepokalanòw? La M.I.? Il loro
futuro? In queste attività egli si era sentito sempre solo uno strumento
dell’Immacolata. Esse appartengono unicamente a Lei. L’Immacolata provvederà...
L'offerta di P.Kolbe venne
accettata ed i condannati furono rinchiusi nel seminterrato, cioè nel "bunker",
del Blocco numero 13.
Dalla testimonianza di Francesco Gajowniczek: "Conobbi personalmente padre Kolbe soltanto nell'estate del 1941, il giorno che offrì la
sua vita per me.[...] Il Lagerfuhrer
Fritsch, comandante del campo, circondato dalle
guardie, si avvicinò e cominciò a scegliere nelle file dieci prigionieri per
mandarli a morte. Indicò col dito anche me. Uscii fuori dalla fila e mi sfuggì un grido: avrei desiderato rivedere ancora i miei figli !
Dopo un istante, uscì dalla fila un prigioniero, offrendo se stesso in mia
vece. [...] ".
Dalla testimonianza di un testimone
oculare, il dottor Niceto Francesco Wlodarski: "[...] Dopo la scelta dei dieci
prigionieri, padre Massimiliano uscì dalla fila e, togliendosi il berretto, si
mise sull'attenti dinanzi al Comandante. Questo. sorpreso,
rivolgendosi a padre Massimiliano, disse: Che cosa vuole questo porco polacco?.
Padre Massimiliano, puntando la mano verso Francesco Gjownieczek,
già prescelto per la morte, rispose: Sono un sacerdote cattolico polacco; sono
anziano, voglio prendere il suo posto, perché egli ha
moglie e figli. [...]
Pare incredibile che il Comandante Fritsch abbia
tolto dal gruppo dei condannati il Gajowniczek ed abbia accettata l'offerta di padre Kolbe,
e che non abbia piuttosto condannati tutti e due al bunker della fame. Con un
mostro come quello, ciò sarebbe stato possibile.[...].
Dalla testimonianza del dottor Stemler:" [...] Con assai
maggior forza, sentii la sua influenza dopo l'avvenimento che aveva scosso il
campo, cioè, quando egli offrì la propria vita per un altro prigioniero. La
notizia dell'episodio si diffuse nel campo intero la notte stessa.
Sono profondamente convinto che il comandante del campo acconsentì
che il prigioniero da lui scelto venisse sostituito da padre Kolbe, soltanto perché padre Kolbe
era un sacerdote. Egli gli aveva chiesto chiaramente:"Chi
sei?". E, ottenuta la risposta, ripeté al suo comopagno:
"E' un Pfaffe (un pretonzolo)".
E fu soltanto allora, che il comandante Fritsch disse:
"Accetto".
Tale convinzione me la sono formata subito, nel campo, quando mi venne riferito lo
svolgersi dell'accaduto. Il sacrificio di padre Kolbe
provocò una grande impressione nelle menti dei prigionieri, poiché nel campo non si riscontravano quasi affatto manifestazioni di amore
verso il prossimo. Un prigioniero si rifiutava di dare ad
un altro un pezzo di pane, e qui si era dato il caso che uno aveva offerto la
propria vita per un altro prigioniero a lui sconosciuto".
Tutti i superstiti di Auschwitz testimoniano all'unanimità che, da allora, il
campo divenne un luogo un po’ meno infernale.
Dalla testimonianza
del signor Bruno Borgowiec, uno dei pochi polacchi
destinati a prestare servizio in quel bunker: " [...] Chiudendo, le guardie gridarono
sghignazzando: «Vi seccherete come tulipani». Da quel giorno, gli infelici non
ebbero alcun cibo. Ogni giorno le guardie, facendo le visite di controllo,
ordinavano di portare via i cadaveri di coloro che erano
morti nel corso della notte [...] Nei momenti di assenza delle guardie,
scendevo nel sotterraneo per conversare e consolare i compagni. Le calde
preghiere e gli inni alla ss. Vergine si diffondevano
per tutto il sotterraneo. Mi sembrava di essere in chiesa: padre Massimiliano Kolbe incominciava, e tutti gli altri rispondevano. Qualche
volta erano così immersi nella preghiera, che non si accorgevano della venuta
delle guardie per la solita visita. Finalmente, alle grida di queste, le voci
si spegnevano."
Continua la testimonianza del Sig.Borgowiec:" [...] Trascorsero
così due settimane. Nel frattempo i prigionieri morivano uno dopo l'altro;
tanto che, al termine della terza settimana, ne rimasero soltanto quattro, fra i quali padre Kolbe. Alle autorità
sembrava che la cosa si protraesse troppo a lungo: la cella era necessaria per
altre vittime. Per questo motivo, il
Non potendo resistere a quello che i
miei occhi vedevano, e sotto pretesto di dover lavorare in ufficio, uscii fuori. Partita la guardia con il
carnefice, ritornai nella cella: vi trovai Padre Massimiliano Kolbe seduto, appoggiato al muro, con gli occhi aperti e la
testa china sul fianco sinistro: era la sua posizione abituale. La sua faccia, serena e bella, era raggiante."
"Quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: «Tutto è compiuto!» E, chinato il
capo, rese lo spirito." (Gv
19:30). Forse anche P.Kolbe
pronunciò queste parole, prima di chinare il capo e spirare
Nel giorno dell'Assunzione di Maria
Vergine al Cielo, il 15 agosto, il suo corpo fu bruciato nel forno crematorio e
le sue ceneri disperse al vento. Il
Il
Il
I due miracoli confermati da Papa Paolo VI sono i
seguenti: nel luglio 1948 Angela Testoni fu guarita da tubercolosi
all'intestino e nell'agosto 1950 Francesco Ranier fu
guarito da calcificazione delle arterie/sclerosi
Il
Francesco Gajowniczek, il prigioniero salvato da San
Massimiliano Maria Kolbe, morì nel 1995 e fu sepolto
nel cimitero di Niepokalanòw.
Umile e mite figlio di san Francesco
e cavaliere di Maria Immacolata, egli attraversò le vie del mondo, dalla
Polonia all'Italia e al Giappone, facendo del bene a tutti sull'esempio del
Cristo, il quale pertransivit benefaciendo
(cfr. At 10,38). Gesù, Maria e Francesco furono i tre
grandi amori, cioè il segreto della sua eroica carità: "Solo l'amore
crea"; ripeteva a quanti lo accostavano
È questa l'espressione che, come
lampada, illumina tutta la sua vita. Fu questo ideale superiore, questo dovere
primordiale di ogni cristiano autentico, che gli fece superare la crudeltà e la
violenza della sua tremenda prova con la splendida testimonianza del suo amore
fraterno e del perdono concesso ai persecutori»
(Giovanni Paolo II,
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