Poesie a Maria |
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Francesco d’ Assisi(1182-1226) Ti saluto, Signora santa, regina santissima, Madre di Dio, Maria, che, sempre Vergine, eletta dal santissimo Figlio diletto e con lo Spirito Santo consacrata. Tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene, Ti saluto, suo palazzo, Ti saluto, sua tenda, Ti saluto, sua casa, Ti saluto, suo vestimento, Ti saluto, sua ancella, Ti saluto, sua Madre. E saluto voi tutte sante virtù che, per grazia e lume dello Spirito santo, siete infuse nei cuori dei fedeli affinché li rendiate da infedeli, fedeli a Dio. |
Anonimo senese Allegrati, genitrice di Dio, vergine senza macchia. Allegrati, tue, la quale ricevesti allegrezza dall'angelo! Allegrati, tue, la quale engenerasti la chiaritate de lo lume
eternate! Allegrati, madre; allegrati, santa genitrice di Dio! Tu se' sola madre non maritata; ogni fattura du criatura ti lauda, o genitrice di luce, preghiamoti che tu sia per noi pregatrice perpetua. Amen. |
Jacopone da Todi
(1236-1306) Figlio, l'ama t'è uscita! figlio della smarrita figlio della sparita figlio attosseccato Figlio bianco e vermiglio figlio senza simiglio figlio a chi m'appiglio? figlio, pur m'hai lassato! O figlio bianco e biondo, figlio volto jocondo, figlio perché t'à il mondo figlio, così sprezzato? Figlio dolce e piacente figlio de la Dolente, figlio atte la gente malamente trattato. Alla
Vergine
O Vergin più che femena santa Maria beata. Più che femena dico, ogn’om nasce nemico; per la scrittura splico; santa sei pria che nata. Stando nel ventre chiusa, poi l’alma ce fu enfusa, la divina onzione si te santificòne; d’onne contagione rimanesti illibata. L’original peccato ch’Adam ha semenato, onn’om con quello è nato; tu se’ da quel mondata. Nullo peccato mortale en tuo voler non sale, e dallo veniale tu sola immacolata. Secondo questa rima tu se’ la vergin prima, sopra l’altre sublima, tu l’hai emprima votata. La tua verginitate sopr’ogni umanitate, che ‘n tanta puritate Mai fosse conservata. Mater mirabilisO Vergine Maria, che nel presepio l’hai, col tuo dolce bambino viverem se ce ‘l dai. A chi nol sa pigliare sul petto gliel porrai. Chè non possa negare tua dolce cortesia. Veggiamo el suo bambino gambettare nel fieno. e le braccia scoperte porgere ad ella in seno. Ed essa lo ricopre el meglio che può almeno, mettendogli la poppa Entro la sua bocchina. Cioppava lo bambino con le sue labbruccia; sol la dolciata cioppa volea, non minestruccia. Stringeala con la bocca che non avea dentuccia: il figliolino bello, nella dolce bocchina. A la sua mano manca cullava lo bambino; e con sente carole ninnava ‘l su’ amor fino. Chi non move a vedere questo Fantel divino dormir, molto è villano e la sua vita tapina. Pianto della Madonna"O figlio, figlio,figlio, figlio, amoroso giglio! Figlio, chi dà consiglio al cor mio angustiato? Figlio occhi iocundi, figlio, cò non respundi? Figlio, perchè t'ascundi al petto ò sì lattato?". |
(1304-1374) Vergine santa d’ogni gratia piena, che per vera et altissima humiltate salisti al ciel, onde miei preghi ascolti, tu partoristi il fonte di pietate, e di giustizia il sol, che rasserena il secol pien d’errori, oscuri et folti; tre dolci et cari nomi hai in te raccolti, madre, figliuola et sposa; Vergine gloriosa, donna del Re che nostri lacci ha sciolti, e fatto ‘l mondo libero et felice, ne le cui sante piaghe, prego ch’appaghe il cor, vera beatrice. |
Giovanni Boccaccio (1313-1375) A Maria Vergine O regina degli angioli, o Maria, ch’adorni il ciel con i tuoi lieti sembianti, e stella in mar dirizzi i naviganti a port’ e segno di diritta via, per la gloria ove sei, Vergine pia, ti prego guardi a mia miseri pianti, increscati di me, tommi davanti l’insidia di colui che mi travia. Io spero in te ed ho sempre sperato: vagliami il lungo amore e reverente, in qual ti porto ed ho sempre portato. Dirizza il mio cammin, fammi possente di divenir ancor dal destro lato del tuo Figliol, fra la beata gente. |
Lorenzo dei Medici
(1449-1492) Quanto è grande la bellezzadi te, Vergin santa e pia! Ciascun laudi te, Maria; Ciascun canti in gran dolcezza. Con la tua bellezza tanta la bellezza innamorasti. O bellezza eterna e santa, di Maria bella infiammasti! Tu d'amor l'amor legasti, Vergin santa dolce e pia. Ciascun laudi etc. Quell'amor che incende 'l tutto la bellezza alta infinita, del tuo ventre è fatto frutto: mortal ventre; il frutto è vita: la bontà perfetta unita è tuo bene, o Vergin pia. Ciascun laudi etc. |
(1543-1595) Diva, il cui Figlio del gran Padre è Figlio, rimira queste vie fallaci e torte e i vani errori, onde si corre a morte, al danno eterno e all'eterno esiglio. E soccorri pietosa al mio periglio, prima ch'io giunga alla tartaree porte, e luce impetra a le mie dubbie scorte da chi fonte è di luce e di consiglio. Tal ch'ogni via, ch'a precipizio è volta, e ciò ch'al ben creato umana mente piega e converte, di fuggir impari. Deh, riguarda il mio pianto e i voti ascolta; sì mi vedrai pien d'umiltà sovente celebrar le tue laudi a' sacri altari. |
Pietro Bembo(1470-1547) Già donna, or Dea, nel cui verginal chiostroscendendo in terra umile a caldo e gelo s'armò, per liberarne il Re del celo dall'empie man dell'avversario nostro. I pensier tutti e l'uno e l'altro inchiostro, cangiata veste, e con la mente il pelo, a Te rivolgo; e quel ch'agli altri celo, l'interne piaghe mie ti scopro e mostro. Sànale, che puoi farlo, e dammi aita a salvar l'alma da l'eterno danno; la qual se lungamente hanno schernita le sirene del freddo, e fanno inganno, non tardar Tu, che omai de la mia vita si volge il terzo e cinquantesim'anno. |
(1569-1625) Cristo e la Madre
Mentre sull'aspro legno il Sommo amante fra le paterne man lo spirto spira, non di lui men trafitta, o men spirante la genitrice sua mirata il mira. L'un dagli occhi, che dolci ella gli gira, più che da duri chiodi a palme e piante, langue piagato il cor, l'altro sospira, quant'egli sangue, lagrime stillante. Da questi lumi e quei tragge veloce quinci pallido amor, quindi vermiglio sguardi che 'n lor silenzio han lingua e voce. Quand'ecco esangue il volto, oscuro il ciglio cade a piè della croce, e 'n su la croce, tramortita la madre e morto il Figlio. |
(1547-1616) A Nostra Signora Vergine del sol più bella, Madre di Dio, ch’è tutta la tua lode: Stella del mar del mondo, per cui l’anima trova dalle sue burrasche la quiete. Nella mia afflizione t’invoco: vedi, o mia Signora, che annego; chè già nei golfi preso dal derelitto e cieco timor, acui l’alma ansiosa abbandono. La volontà, che è mia e che posso custodir, questa ti offro, Maria Santissima: guarda che vengo meno; dammi, Signora, il bene che non merito. |
(1668-1744) Io miser uomo sospirando chiamoTe, Vergine santa, immacolata e pura! insino al fin mi sii scorta sicura nel divo porto ch'io sospiro e bramo. Tu sola fosti il benedetto ramo di quanti mai l'umana agra natura germinò al mondo carchi di sciagura che vi produsse il comun germe Adamo. L'universal naufragio tutte assorte avea le genti sparse per la terra, ch'erano nel peccato ingenerate. Tu fra tutte le donne al mondo nate ottenesti da Lui, che mai non erra ristoro e scampo da sì triste sorte. |
(1729-1799) Fior delle Vergini non pur che sonoma che mai furono e che saranno Bambin chi diedeti sì caro in dono che alati spiriti servendo vanno? Posto ha l'ebreo sublime scanno per Te l'Altissimo in abbandono. E fra le grazie che ornando il vanno del tuo sen formasi amabil trono. Oh! come il tenero fanciullo ormai sugge avidissimo quindi l'umore che ambrosia e nettare vince assai. Non pure al piccolo divin Signore, ma a tutti gli uomini vita darai, fior delle Vergini, col tuo licore. |
(1696-1787) La più bella verginella, cara mia Maria, sei tu. Creatura così pura come te, mai non ci fu. Il tuo viso è un paradiso pien di grazia e purità; più divina e peregrina dopo Dio, non v'ha beltà. Son due stelle vaghe e belle gli occhi tuoi spiranti amor. I tuoi sguardi sono dardi che feriscono ogni cor. ........ Sei regina, a cui s'inchina terra, inferno e cielo ancor; ma il tuo core è tutto amore verso il giusto e peccatore. Maria
contempla il Ss. Bambinello che dorme Fermarono i cieli Con voce divina Mio Figlio, mio Dio, Dormendo, mio bene, O bei occhi serrati, Le guance di rose Mi sforz'a baciarti Si tacque ed al petto Si desta il diletto Ah Dio, ch'alla Madre E tu non languisci, Che aspetti, che pensi? Sì, sì che trionfa Se tardi v'amai, Il Figlio e la Madre, La pianta col frutto, Non cerco diletti, |
(1785-1873) Il nome di
Maria Tacita un giorno a non so qual pendice salia non vista alla magion felice
Tanto d'ogni laudato esser la prima
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(1754-1828) a Maria addolorata. Chi è costei che 'l duro tronco oppresso atteggiata di doglia e smorta di viso, immobil stassi al par del tronco istesso, con gli occhi volti all'innocente ucciso. L'ambasciata acerba che sul cor trabocca ogni accento le tronca in sulla bocca. Al sembiante divin, su cui repente si distese un color pallido e fosco, se il giorno incerto al guardo mio non mente, misera Genitrice, io ti conosco |
(1734-1817) La Immacolata Concezione Giù per le vie del tuono e del baleno scendeva di Maria l'alma innocente, quando un misto di fumo e di veneno sbruffolle incontro l'infernal serpente. Essa le luci maestose e lenti agli angeli pirgò che la seguieno: ed ecco che brandisce arma rovente Michel di tempestosa ira ripieno. Al primo lampeggiar dell'igneo brando fugge il fellon, ché tal dietro sel mira, qual dalle sfere un dì cacciollo il bando. Michel l'incalza con la spada bassa, l'afferra, e a piè della gran donna il tira: Ella sel guata, lo calpesta e passa. |
(1820-1888) Da questo scoglio, che torreggia immoto nel brullo del torrente arido letto, ove la Fe' di secolo remoto pose il solingo, candido tempietto odi, o gran Donna, il cantico devoto che a Te leviamo dall'accesso petto e de' giovani cuori adempi il voto fidenti appien nel tuo materno affetto. Come questo inconcusso, altero scoglio, su cui prostràti t'adoriam, del flutto tempestoso in april spezza l'orgoglio: fa che salda la Fede in noi resista e qual miriam questo torrente asciutto, l'error dilegui ch'oggi il mondo attrista. |
(1798-1837) O Vergin Diva, se prosteso io mai caddi in membrarti, a questo mondo basso, se mai ti dissi Madre, e se t'amai, deh! tu soccorri lo spirito lasso quando de l'ora udrà l'ultimo suono, deh! tu m'aita ne l'estremo passo. A Maria. E’ vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo, siamo tanto infelici. E’ vero che questa vita e questi mali sono brevi e nulli, ma noi pure siam piccoli e ci riescono lunghissimi e insopportabili. Tu che sei già grande e sicura, abbi pietà di tante miserie. |
(1844-1896) Non voglio più amare che mia
madre Maria Non voglio più amare che mia madre Maria. Tutti gli altri amori sono di comandamento. Necessari come sono, mia madre solamente potrà accenderli nei cuori che l’hanno diletta. E’ per Lei che bisogna amare i miei nemici, è per Lei che ho votato questo sacrificio, è la dolcezza di cuore e lo zelo al servizio, siccome io la pregavo, Ella li ha permessi. E siccome ero debole e assai cattivo ancora, con le mani vili, gli occhi abbagliati dalle strade, Ella mi abbassò gli occhi e mi congiunse le mani, e m’insegnò le parole con le quali si adora. E’ per lei che ho voluti questi dolori. E’ per lei che ho il cuore nelle cinque Piaghe, e tutti questi buoni sforzi verso le croci e i cilici, siccome l’invocavo, Ella ne cinse le mie reni. Io non voglio più pensare che a mia madre Maria, sede della saggezza e sorgente dei perdoni, Madre di Francia anche, da cui noi attendiamo incrollabilmente l’onore della patria. Maria immacolata, amore essenziale, logica della fede cordiale e vivace, amandovi che c’è di buono ch’io non farò, amandovi di solo amore, Porta del cielo? |
(1870-1945) Il Calvario della Madre Grembo materno straziato e forte, di tua fecondità l’invitto segno in te impresso sarà fino a morte. Ave. Bocca materna, non avrai più baci che non sien quelli di tuo figlio - come sigilli d’oro fulgidi e tenaci. Ave. Occhi materni, voi vedrete il mondo dietro un velo di lacrime, seguendo ansiosi il folleggiar d’un bimbo biondo. Ave. Mani materne, voi più non saprete che blandire e sanar le rosse piaghe di colui che a la terra offerto avete. Ave. Vita materna, non sarai più nulla fuor che l’ombra vegliante ad ali aperte, con lunghe preci, a fianco di una culla. Ave. Cuore materno, cuore crocifisso, cuor benedetto, cuore sanguinante, cuore pregante a l’orlo d’un abisso, non più per te, non più per te vivrai; ma pel figlio in mille forma di perdono e d’amor rinascerai. Ave. |
(1873-1914) Maria SS. Tra Dio e l’uomo Vi sono giorni in cui santi e patroni non bastano più… Bisogna prendere allora il coraggio a due mani e volgersi direttamente a Colei che è al di sopra di tutto. Essere arditi… Sempre qualcosa manca alle creature, e non soltanto di non essere Creatore. Alle carnali, sappiamo, manca d’esser pure; alle pure, dobbiamo saperlo, d’esser carnali. Una sola è pura pur essendo carnale; una sola è carnale pur essendo pura. Ecco perché la Vergine non è solo la più grande benedizione discesa su tutto il creato; non solamente la prima fra tutte le donne “benedetta fra tutte le donne”; non solamente la prima fra tutte le creature; ma l’unica, l’infinitamente unica infinitamente rara creatura |
(1885-1957) L’Immacolata Ignare a quella sete che per noi patì là in Croce Cristo benedetto onde sgorga la Fonte da Maria che quanti appaga infin l’imparadisa, urlan le genti, dopo aver mangiato terra per cibo: - bruciamo di sete! e come pazze si scontran cercando sorsi a ristoro, e le sorgive tutte di loro stragi sfociano inquinate. Tu l’unica sorgente, o Immacolata, donde fluisce acqua di vita al Cielo che per l’amore in vino e vino in sangue a Cana è pregustata e sul Calvario versata al mondo dal Cuore Divino! |
(1888-1970) La Madre E il cuore quando d’un ultimo battito Avrà fatto cadere il muro d’ombra, Per condurmi, madre, fino al Signore Come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all’Eterno, Come già ti vedeva Quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, come quando spirasti Dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando mi avrà perdonato, Ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d’avermi atteso tanto, E avrai negli occhi un rapido respiro |
(1869-1955) L’Addolorata Maria ha accettato tutto. Sta in un canto della strada ad attendere il Ricco di ogni povertà. I suoi occhi sono asciutti, la sua bocca senza umidore. Ella non dice nulla e guarda Gesù venire. Ella accetta. Ella accetta un’altra volta. L’urlo è severamente contenuto nel cuore forte e torchiato. Ella non dice nulla e guarda Gesù. La Madre guarda il Figlio, la Chiesa il Redentore. La sua anima con violenza s’avventa verso di Lui come l’urlo di un soldato moribondo. Ella sta ritta davanti a Dio e gli dà da leggere la sua anima. Niente nel suo cuore che dica di no o riprenda. Nessuna fibra del suo cuore trapassato che non accetti o non consenta. Come Dio stesso che è qui, ella è presente. Ella accetta e guarda il Figlio che ha concepito nelle sue viscere. Non dice nulla e guarda il Santo dei santi. La Vergine a mezzogiorno E’ mezzogiorno. Vedo la chiesa aperta. Bisogna entrare. Madre di Gesù Cristo, non vengo a pregare. Non ho niente da offrire e niente da domandare. Vengo solamente, Madre, a vederti. Vederti, piangere di felicità, sapere questo Che sono tuo figlio e tu sei qui. Solamente per un momento mentre tutto si ferma. Mezzogiorno! Stare con te, Maria, in questo luogo dove tu stai. Non dire niente, guardare il tuo viso, Lasciare cantare il cuore nel linguaggio che gli è proprio, Non dire niente, ma solamente cantare perché si ha il cuore
troppo pieno. Come il merlo che segue la sua idea in quelle specie di strofe
improvvise. Perché sei bella, perché sei immacolata, La donna finalmente ristabilita nella Grazia,
La creatura nel suo onore primo e nella sua fioritura ultima, Com’ è uscita da Dio nel mattino del suo splendore originale. Intatta ineffabilmente, perché sei la Madre di Gesù Cristo, Che è la verità fra le tue braccia, e la sola speranza e il solo
frutto. Perché sei la donna, l’ Eden dell’ antica tenerezza dimenticata, Il cui sguardo trova subito il cuore e fa sgorgare le lacrime
accumulate, Perché mi hai salvato, perché hai salvato la Francia, Perché anch’ essa, come me, per te fu la cosa alla quale si
pensa, Perché nell’ ora in cui tutto traballava proprio allora sei
intervenuta, Perché hai salvato la Francia ancora una volta, Perché è mezzogiorno, perché siamo in questa giornata che è oggi, Perché sei qui per sempre, semplicemente perché sei Maria,
semplicemente perché esisti, Madre di Gesù Cristo, sii ringraziata. L’ invito a dormire Povero ragazzo ai miei piedi su questo letto di tortura Voglio avvolgerti nel mio mantello d’ azzurro ! Se la tua fronte scotta e le tue labbra sono secche, Se hai sete, voglio recarti dell’ acqua fresca ! E se dici che non puoi dormire, prova ! Quando uno mi dice sì, non se ne pente mai ! Non è possibile lottare, si è vinti, Tutto è finito e il male non esiste più. Il male si è dileguato sotto il mio alito d’ azzurro, Sia pure una piccola fitta al cuore, un lieve morso. La Santa Madre di Dio: v’è un altro rifugio? Ogni
aspirazione lo rende meno difficile. Il mio braccio attorno a te, il mio bacio sulla tua fronte, Ogni sforzo è seguito da un sospiro più profondo. Lasciati fare ! Senti battere il mio cuore ! Dunque, è vero ! Nessuno più ci strapperà l’ uno all’ altro ! Conosci Più misterioso della notte, più sconfinato della sabbia, Un sonno tanto profondo che è inevitabile. |
(1875-1926) Nascita di Maria O quanto deve essere costato agli angeli non prorompere in canto, come in pianto si prorompe, benché sapessero: questa notte si genera al fanciullo la madre, a quell’Uno che presto apparirà. Librandosi tacquero l’uno con l’altro e segnavano dove, dove solitaria sorgeva la masseria di Gioacchino, ah, percepivano in sé, nello spazio, la purità addensarsi, ma a nessuno era dato di scendere laggiù. Chè già fuori di sé si perdevano i due in vani gesti. Una vicina accorse e agì con buon senso, senza sapere, e il vecchio, prudente, andò a calmare i muggiti come, di una mucca scura. Mai così erano stati. |
(1912-1990) Ciao, stella del mare La vedevo alta sul mare. Altissima. Bella. All’infinito bella più d’ogni altra stella. Bianchissima, mi perforava l’occhio e la mente, viva come la punta di un ago. Ne ignoravo il nome. Il mare mi suggeriva Maria. Era ormai la mia stella. Nel vago della notte, io disperso mi sorprendevo a pregare. Era la stella del mare Era… |
(Carlo
Alberto Salustri) (1871-1950) alla Madonna “Qann’ero ragazzino, mamma mia me diceva: Ricordati, fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ magìa. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo, io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo!”. |
(1883-1967) Ninnananna al Figlio di Dio Dio mio, fragile, addormentato fra le mie braccia, Dio mio, non avevo figlio, Dio mio, non avevi bocca Dio mio, non avevi mani Dio mio, non avevi carne Dio mio, non avevi morte (traduzione
Padre Basilio Gavazzeni) |
(1935-2002) Assunzione di Miryam in Cielo "Vergine Madre, io non ti chiedo nulla, |