PRESENTAZIONE Quando Sua Santità Papa
Benedetto XVI, per mezzo dell’Eminentissimo Signor Cardinale Tarcisio
Bertone, mi chiese di preparare le meditazioni per la Via Crucis del
Venerdı` Santo di quest’anno al Colosseo, non ho avuto la minima
esitazione ad accettare tale compito. Ho capito che il Santo Padre,
con quel gesto, intendeva manifestare la propria attenz Certamente il protagonista di
questa Via dolorosa è Nostro Signore Gesù Cristo, come ci viene presentato
dai Vangeli e dalla tradizione della Chiesa. Ma dietro di Lui c’è tanta gente
del passato e del presente, ci siamo noi. Lasciamo che stasera tanti nostri
fratelli lontani anche nel tempo siano presenti spiritualmente in mezzo a
noi. Essi probabilmente più di noi oggi hanno vissuto nel loro corpo la
Passione di Gesù . Nella loro carne Gesù è stato nuovamente arrestato,
calunniato, torturato, deriso, trascinato, schiacciato sotto il peso della
croce ed inchiodato su quel legno come un criminale. Ovviamente questa sera al
Colosseo non ci siamo solo noi. Sono presenti al cuore del Santo Padre e al
nostro cuore tutti i « martiri viventi » del ventunesimo secolo. « Te
martyrum candidatus laudat exercitus ». Pensando alla persecuzione,
pensiamo anche ai persecutori. Nello stendere il testo di queste meditazioni,
con grande mio spavento mi sono accorto di essere poco cristiano. Ho dovuto
fare grande sforzo per purificarmi dai sentimenti di poca carità verso quelli
che hanno fatto soffrire Gesù e quelli che stanno facendo soffrire, nel mondo
di oggi, i nostri fratelli. Solo quando mi sono messo davanti ai miei peccati
ed alle mie infedeltà, sono riuscito a vedere me stesso tra i persecutori e
ho potuto struggermi di pentimento e di gratitudine per il perdono del Maestro
misericordioso. Mettiamoci, dunque, a meditare,
a cantare e a pregare Gesù e con Gesù per quelli che soffrono a causa del Suo
nome, per quelli che fanno soffrire Lui e i Suoi fratelli e per noi stessi
peccatori e qualche volta anche Suoi persecutori. PREGHIERA
INIZIALE Il
Santo Padre: Nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. R.Amen. Gesù
Salvatore, ci troviamo riuniti in questo
giorno, in quest’ora e in questo luogo, che ci ricorda i tanti Tuoi servi e
serve, che, secoli orsono, tra i ruggiti dei leoni affamati e le grida della
folla divertita, si sono lasciati sbranare e colpire a morte per la fedeltà
al Tuo nome. Noi oggi veniamo qui ad
esprimere a Te la gratitudine della Tua Chiesa per il dono della salvezza,
operata mediante la Tua Passione. I Colossei si sono moltiplicati
attraverso i secoli, là dove i nostri fratelli, in varie parti del mondo, in
continuazione della Tua Passione, vengono ancora oggi duramente perseguitati.
Insieme con Te e con i nostri fratelli perseguitati di tutto il mondo,
iniziamo pieni di commozione questo cammino sulla Via dolorosa, da Te un
giorno percorsa con tanto amore. PRIMA
STAZIONE Gesù
in agonia nell’Orto degli ulivi D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia per
sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Giunsero ad un podere chiamato
Getsèmani, e Gesù disse ai suoi discepoli: « Sedetevi qui, mentre io prego ».
Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura ed
angoscia. Disse loro: « La mia anima è triste
fino alla morte. Restate qui e vegliate ». Poi, andato un po’ innanzi, cadde
a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. E
diceva: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te:
allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu
». MEDITAZIONE Gesù sentiva paura, angoscia e
tristezza fino a morire. Si scelse tre compagni, che però presto caddero
addormentati, e cominciò a pregare, solo: « Passi da me quest’ora, allontana
da me questo calice... Però, Padre, sia fatta la tua volontà ». Era venuto
nel mondo per fare la volontà del Padre, ma mai come in quel momento
gustò la profondità dell’amarezza del peccato e si sentı` smarrito. Nella Lettera ai Cattolici in
Cina, Benedetto XVI ricorda la visione nell’Apocalisse di San Giovanni che
piange davanti al libro sigillato della storia umana, del « mysterium
iniquitatis ». Solo l’Agnello immolato è capace di togliere quel sigillo. In
tante parti del mondo la Sposa di Cristo sta attraversando l’ora tenebrosa
della persecuzione, come un tempo Ester, minacciata da Aman, come la « Donna
» dell’Apocalisse minacciata dal drago. Vegliamo e accompagniamo la Sposa di
Cristo nella preghiera. PREGHIERA Gesù , Dio onnipotente, che Ti
sei fatto debolezza a causa dei nostri peccati, Ti sono familiari le grida
dei perseguitati, che sono l’eco della tua agonia. Essi chiedono: Perché
questa oppressione? Perché questa umiliazione? Perché questa prolungata
schiavitù? Tornano alla mente le parole del Salmo: « Svégliati, perchè dormi
Signore? Déstati! Non ci respingere per sempre! Perché nascondi il tuo volto,
dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella
polvere, il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto! » (Sal 43, 24-26). No, Signore! Tu non hai usato
questo Salmo nel Getsèmani, ma hai detto: « Sia fatta la tua volontà! ».
Avresti potuto mobilitare dodici legioni di angeli, ma non l’hai fatto. Signore, la sofferenza ci fa
paura. Torna in noi la tentazione di aggrapparci ai mezzi facili di successo.
Fa’ che non abbiamo paura della paura, ma confidiamo in Te. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Stabat mater
dolorosa iuxta
crucem lacrimosa, dum
pendebat Filius. SECONDA
STAZIONE Gesù
tradito da Giuda e
abbandonato dai suoi D.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Marco. 14, 43a.45-46.50-52 E subito, mentre ancora Gesù
parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici. Appena giunto, Giuda gli si avvicinò e
disse: « Rabbı` » e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo
arrestarono. Allora tutti lo abbandonarono e
fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un
lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggı`
via nudo. MEDITAZIONE Tradimento e abbandono da parte di
coloro che Egli aveva scelto come apostoli, ai quali aveva confidato i
segreti del Regno, nei quali aveva riposto piena fiducia! Dunque, fallimento
completo. Quale dolore e quale umiliazione! Ma tutto ciò avvenne come
adempimento di quello che avevano detto i profeti.
Altrimenti come si sarebbe potuto conoscere la bruttezza del peccato, che è
appunto tradimento dell’amore? Il tradimento sorprende, soprattutto se
riguarda anche i pastori del gregge. Come hanno
potuto fare questo a Lui? Lo spirito è forte, ma la carne è debole.
Tentazioni, minacce e ricatti piegano le volontà. Ma quanto scandalo! Quanto
dolore al cuore del Signore! Non scandalizziamoci! Le defezioni non sono mai
mancate nelle persecuzioni. E dopo ci sono stati spesso i ritorni. In quel giovane,
che buttò via il lenzuolo e fuggì nudo (cfr Mc 14, 51-52), autorevoli
interpreti hanno visto il futuro evangelista Marco. PREGHIERA Signore, chi fugge dalla Tua
Passione rimane senza dignità. Abbi pietà di noi. Noi ci denudiamo dinanzi
alla Tua maestà. Mostriamo a Te le nostre piaghe, le più vergognose. Gesù ,
abbandonare Te è abbandonare il sole. Volendoci sbarazzare del sole, cadiamo
nel buio e nel freddo. Padre, ci siamo allontanati dalla Tua casa. Non siamo
degni di essere ricevuti di nuovo da Te. Ma Tu dai ordini perché siamo lavati,
vestiti, calzati e ci sia messo l’anello al dito. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Cuius
animam gementem, contristatam
et dolentem pertransivit
gladius. TERZA
STAZIONE Gesù
è condannato dal Sinedrio D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo I capi dei sacerdoti e tutto il
sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non
la trovavano. Il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: « Sei tu il Cristo,
il Figlio del Benedetto? ». Gesù rispose: « Io lo sono! ». Tutti
sentenziarono che era reo di morte. MEDITAZIONE Il Sinedrio era la corte di
giustizia del popolo di Dio. Ora questa corte condanna il Cristo, il Figlio
di Dio benedetto, e lo giudica reo di morte. L’Innocente viene condannato «
perché ha bestemmiato », dichiarano i giudici e si
stracciano le vesti. Ma noi dall’Evangelista sappiamo che lo hanno fatto per
invidia e odio. San Giovanni dice che, in fondo, il sommo sacerdote aveva
parlato a nome di Dio: solo lasciando condannare l’innocente Suo Figlio, Dio
Padre poté salvare i colpevoli fratelli di Lui. Attraverso i secoli, schiere
di innocenti sono state condannate a sofferenze atroci. Qualcuno grida
all’ingiustizia, ma sono essi, gli innocenti, che espiano in comunione con
Cristo, l’Innocente, i peccati del mondo. PREGHIERA Gesù , Tu non Ti preoccupi di
far valere la Tua innocenza, intento come sei solo a ridonare all’uomo la
giustizia che ha perduto a causa del peccato. Eravamo Tuoi nemici, non c’era
modo di poter cambiare la nostra condizione. Tu Ti sei fatto condannare per
darci il perdono. Salvatore, fa’ che non ci facciamo condannare nell’ultimo
giorno. « Iudex ergo cum sedebit, quicquid latet apparebit; nil inultum
remanebit. Iuste iudex ultionis, donum fac remissionis ante diem rationis ». Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas
tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. O quam
tristis et afflicta fuit illa
benedicta mater
Unigeniti! QUARTA
STAZIONE Gesù
è rinnegato da Pietro D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Marco. 14, 66-68.72 Mentre Pietro era giù nel
cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro
che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: « Anche tu eri con il
Nazareno, con Gesù ». Ma egli negò dicendo: « Non so e non capisco che cosa
dici ». E subito, per la seconda volta un gallo cantò. E Pietro si ricordò
della parola che Gesù gli aveva detto: « Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
». E scoppiò in pianto. MEDITAZIONE « Se anche dovessi morire con te,
non ti rinnegherò » (Marco 14, 31). Pietro era sincero quando diceva questo,
ma non conosceva se stesso, non conosceva la propria
debolezza. Era generoso, ma aveva dimenticato di avere bisogno della
generosità del Maestro. Pretendeva di morire per
Gesù , mentre era Gesù che doveva morire per lui,
per salvarlo. Facendo di Simone la « pietra » su cui
fondare la Chiesa, Cristo coinvolse l’apostolo nella sua iniziativa di
salvezza. Pietro credette ingenuamente di poter dare qualcosa al Maestro,
mentre tutto gli veniva dato gratuitamente da Lui, anche il perdono dopo il
rinnegamento. Gesù non ritirò la sua scelta di Pietro come fondamento della
sua Chiesa. Dopo il pentimento, Pietro fu reso capace di confermare i suoi
fratelli. PREGHIERA Signore, quando Pietro parla,
illuminato dalla rivelazione del Padre, Ti riconosce Cristo, Figlio del Dio
vivente. Quando invece si fida della sua ragione e della sua buona volontà,
diventa ostacolo alla Tua missione. La presunzione gli fa rinnegare Te, suo
Maestro, mentre l’umile pentimento lo riconfermerà roccia su cui Tu edifichi
la Tua Chiesa. La Tua scelta di affidare la continuazione dell’opera di salvezza a uomini
deboli e vulnerabili manifesta la Tua saggezza e potenza. Proteggi gli uomini che Tu hai
prescelto, Signore, perché le porte degli inferi mai prevalgano contro i Tuoi
servi. Rivolgi a noi tutti il Tuo sguardo come quella notte a Pietro, dopo il
canto del gallo. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Quæ
mærebat et dolebat pia
mater, cum videbat Nati
poenas incliti. QUINTA
STAZIONE Gesù
è giudicato da Pilato D.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Marco. 15, 12-15 Pilato disse loro di nuovo: « Che
cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?
». Ed essi di nuovo gridarono: « Crocifiggilo! ». Pilato diceva loro: « Che
male ha fatto? ». Ma essi gridarono più forte: « Crocifiggilo! ». Pilato,
volendo dar soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e,
dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. MEDITAZIONE Pilato sembrava potente, aveva
diritto di vita e di morte su Gesù . Prendeva gusto ad ironizzare sul «Re dei
Giudei », ma in realtà egli era debole, vile e servile. Temeva l’imperatore
Tiberio, temeva il popolo, temeva quei sacerdoti, che pur disprezzava nel
cuore. Consegnò alla crocifissione Gesù , che egli sapeva essere innocente.
Nel velleitario tentativo di salvare Gesù , diede pure libertà ad un pericoloso
omicida. Inutilmente cercava di lavarsi quelle mani grondanti di sangue
innocente. Pilato è immagine di tutti coloro che detengono l’autorità come
strumento di potere e non si curano della giustizia. PREGHIERA Gesù , con il Tuo coraggio di
dichiararti re hai cercato di risvegliare Pilato alla voce della sua
coscienza. Illumina la coscienza di tante persone costituite in autorità,
perché riconoscano l’innocenza dei tuoi seguaci. Da’ loro il coraggio di
rispettare la libertà religiosa. E ` molto diffusa la tentazione di adulare
il potente e di opprimere il debole. E i potenti sono coloro che sono
costituiti in autorità, quelli che controllano il commercio e i mass media;
ma c’è anche la gente che si lascia facilmente manipolare dai potenti per
opprimere i deboli. Come poteva gridare « Crocifiggilo! » quella gente che
pur Ti aveva conosciuto come amico compassionevole, che aveva fatto solo del
bene a tutti? Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Quis
est homo qui non fleret, matrem
Christi si videret in
tanto supplicio? SESTA
STAZIONE Gesù
è flagellato e coronato di spine D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Marco. 15, 15b.17-19 Pilato dopo aver fatto
flagellare Gesù lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati lo
vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero
attorno al capo. Poi presero a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ». E gli
percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le
ginocchia, si prostravano davanti a lui. MEDITAZIONE La flagellazione in uso allora
era una punizione terrificante. L’orribile flagellum dei Romani strappava la
carne a brandelli. E la corona di spine, oltre che causare acutissimo dolore,
costituiva anche uno scherno alla regalità del divino Prigioniero, come pure
gli sputi e gli schiaffi. Torture tremende continuano a emergere
dalla crudeltà del cuore umano – e quelle psichiche non sono meno tormentose
di quelle fisiche – e sovente le vittime stesse diventano carnefici. Sono
senza senso tante sofferenze? PREGHIERA No, Gesù , sei Tu che continui a
raccogliere e a santificare tutte le sofferenze: quelle degli ammalati, di
coloro che muoiono di stenti, di tutti i discriminati; ma le sofferenze che
brillano tra tutte sono quelle per il Tuo nome. Per le sofferenze dei
martiri, benedici la Tua Chiesa; che il loro sangue diventi seme di
nuovi cristiani. Crediamo fermamente che le loro sofferenze, anche se sul
momento sembrano completa sconfitta, porteranno la vera vittoria alla tua
Chiesa. Signore, da’ costanza ai nostri fratelli perseguitati! Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Pro
peccatis suæ gentis vidit Iesum in tormentis et flagellis subditum. SETTIMA
STAZIONE Gesù
è caricato della Croce D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal Vangelo
secondo Dopo
essersi fatti beffe di Gesù, lo spogliarono della porpora e gli fecero
indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. MEDITAZIONE La croce, il grande simbolo del
cristianesimo, da strumento di punizione ignominiosa è diventata vessillo
glorioso di vittoria. Ci sono atei coraggiosi che sono pronti a sacrificarsi
per la rivoluzione: sono disposti ad abbracciare la croce, ma senza Gesù .
Tra i cristiani vi sono « atei » di fatto che vogliono Gesù , ma senza la
croce. Ora senza Gesù la croce è insopportabile e senza la croce non si può
pretendere di essere con Gesù . Abbracciamo la croce e abbracciamo Gesù e con
Gesù abbracciamo
tutti i nostri fratelli sofferenti e perseguitati! PREGHIERA O divino Redentore, con quale
trasporto hai abbracciato la croce, che da lungo desideravi! Essa pesa sulle
Tue spalle piagate, ma viene sostenuta da un cuore pieno di amore. I grandi Santi hanno capito
cosı` profondamente il valore salvifico della croce da esclamare: «O
patire o morire! ». Concedi a noi di accogliere almeno il Tuo invito a
portare la croce dietro di Te. Tu hai preparato una croce su misura per
ciascuno di noi. Abbiamo davanti alla mente l’immagine di Papa Giovanni Paolo
II, che sale la « Collina delle croci » in Lituania. Ognuna di quelle croci
aveva una storia da raccontare, storia di dolore e di gioia, di umiliazione e
di trionfo, di morte e di risurrezione. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Quis
non posset contristari, piam matrem
contemplari dolentem
cum Filio? OTTAVA
STAZIONE Gesù
è aiutato dal Cireneoa portare la Croce D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Costrinsero
a portare la croce di Gesù un tale che passava, un certo Simone di Cirene che
veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. MEDITAZIONE Simone di Cirene veniva dalla
campagna. Si imbatté nel corteo di morte e venne angariato a portare la croce
insieme a Gesù . In un secondo tempo, egli ratificò questo servizio, si
mostrò felice di essere stato di aiuto al povero Condannato e divenne uno dei
discepoli nella Chiesa primitiva. Certamente fu oggetto di ammirazione
e quasi di invidia per la sorte speciale di aver sollevato Gesù nelle sue sofferenze. PREGHIERA Caro Gesù , Tu probabilmente hai
mostrato al Cireneo la Tua riconoscenza per il suo aiuto, mentre la croce in
realtà era dovuta a lui e a ciascuno di noi. Cosı`, Gesù , sei
riconoscente a noi ogni volta che aiutiamo i fratelli a portare la croce,
mentre facciamo semplicemente il nostro dovere per espiare i nostri peccati.
Sei Tu, Gesù , all’inizio di questo circolo di compassione. Tu porti la nostra croce,
cosı` che noi siamo resi capaci di aiutare Te nei Tuoi fratelli a
portare la croce. Signore, come membra del Tuo Corpo, noi ci aiutiamo a
vicenda a portare la croce e ammiriamo l’esercito immenso di cirenei che, pur
non avendo ancora la fede, hanno generosamente alleviato le Tue sofferenze
nei Tuoi fratelli. Quando
aiutiamo i fratelli della Chiesa perseguitata, facci ricordare che, in
realtà, siamo noi a essere ancor più aiutati da loro. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Tui Nati
vulnerati, tam
dignati pro me pati poenas
mecum divide. NONA
STAZIONE Gesù
incontra le donne di Gerusalemme D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Luca. 23, 27-28 Seguiva Gesù una grande
moltitudine di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti
su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: « Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli ». MEDITAZIONE Le donne, le mamme attingono
dall’amore una immensa capacità di sopportazione nella sofferenza. Soffrono a
causa degli uomini, soffrono per i loro figli. Pensiamo alle mamme di tanti
giovani perseguitati e imprigionati a causa di Cristo. Quante lunghe notti
passate nella veglia e in lacrime da quelle mamme! Pensiamo alle mamme che,
rischiando arresti e persecuzioni, hanno perseverato a pregare in famiglia,
coltivando nel cuore la speranza di tempi migliori. PREGHIERA Gesù , come Ti sei preoccupato,
nonostante i tuoi patimenti, di rivolgere la Tua parola alle donne sulla Via
della Croce, fa’ sentire anche oggi la Tua voce consolatrice e illuminante a
tante donne sofferenti. Tu le esorti a non piangere su di Te, ma su se stesse
e sui loro figli. Piangendo su di Te, piangono
sofferenze che portano la salvezza all’umanità e sono quindi causa di gioia.
Ciò su cui devono piangere, invece, sono le sofferenze dovute ai peccati, che
rendono esse e i loro figli e noi tutti come legni secchi meritevoli di
essere gettati nel fuoco. Tu, Signore, hai mandato Tua Madre a ripeterci
questo stesso messaggio a Lourdes e a Fatima: « Fate penitenza e pregate per fermare l’ira di
Dio ». Fa’ che noi finalmente accogliamo con cuore sincero l’accorato
appello! Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos
inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Eia,
mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam. DECIMA
STAZIONE Gesù
è crocifisso D.
Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Marco. 15, 25.31.34 Erano le nove del mattino quando
crocifissero Gesù. Anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, fra loro, si
facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se
stesso! ». Alle tre, Gesù gridò a gran voce: « Dio mio, Dio mio, perché mi
hai abbandonato? ». MEDITAZIONE Gesù denudato, inchiodato, in
preda a indicibili dolori, deriso dai suoi nemici, si sente perfino abbandonato
dal Padre. E ` l’inferno meritato dai nostri peccati. Sulla croce Gesù è
rimasto, non si è liberato. Si sono realizzate in Lui le profezie del Servo
sofferente: « Non ha apparenza né bellezza ... non splendore ... Noi lo
giudicavamo castigato, percosso da Dio ... Noi tutti eravamo sperduti come un
gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di
lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprı`
la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di
fronte ai suoi tosatori » (Is 53, 2.4.6-7). PREGHIERA Gesù crocifisso, non tanto sul
Tabor quanto sul Calvario, Tu ci hai rivelato il Tuo vero volto, il volto di
un amore che si è spinto fino alla fine. C’è chi per riverenza vuole rappresentarTi
coperto dal manto regale anche sulla croce. Ma noi non temiamo di esporTi
cosı` come pendevi sul patibolo quel venerdı`, dall’ora sesta
all’ora nona. La visione di Te crocifisso ci
sprona a vergognarci delle nostre infedeltà e ci riempie di gratitudine per
la Tua infinita misericordia. O Signore, quanto Ti è costato l’averci amato! Fidandoci della forza che viene
dalla Tua Passione, promettiamo di mai più offenderTi. Desideriamo di avere
un giorno l’onore di essere messi noi pure in croce come Pietro e Andrea. Ci
incoraggia la serenità e la gioia che abbiamo avuto la grazia di contemplare
sui volti dei Tuoi servi fedeli, i martiri del nostro secolo. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas
tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Fac ut
ardeat cor meum in
amando Christum Deum, ut sibi
complaceam. UNDICESIMA
STAZIONE Gesù
promette il suo Regno al buon ladrone D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Luca. 23, 33.42-43 Quando giunsero sul luogo
chiamato Cranio, vi crocifissero Gesù e i malfattori, uno a destra e l’altro
a sinistra. Uno dei malfattori disse: « Gesù, ricordati di me quando entrerai
nel tuo regno ». Gli rispose: « In verità io ti dico: oggi sarai con me nel
paradiso ». MEDITAZIONE Era un malfattore. Rappresenta
tutti i malfattori, cioè tutti noi. Ha avuto la fortuna di essere vicino a
Gesù nella sofferenza, ma noi tutti abbiamo questa fortuna. Diciamo anche noi:
« Signore, ricordati di noi, quando arriverai nel Tuo regno ». Avremo la
stessa risposta. E quelli che non hanno la fortuna di essere vicini a Gesù?
Gesù è vicino a loro, a tutti e a ciascuno. « Gesù , ricordati di noi »:
diciamoglielo per noi, per i nostri amici, per i nostri nemici, e per i
persecutori dei nostri amici. La salvezza di tutti è la vera vittoria del
Signore. PREGHIERA Gesù ,
ricordati di me quando, conscio delle mie infedeltà, sono tentato di
disperazione. Gesù ,
ricordati di me, quando, dopo sforzi ripetuti, mi trovo ancora in fondo alla
valle. Gesù ,
ricordati di me, quando tutti si sono stancati di me e nessuno più mi concede
fiducia, e io mi ritrovo solo e abbandonato. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Sancta
mater, istud agas, Crucifixi
fige plagas cordi
meo valide. DODICESIMA
STAZIONE La
madre e il discepolo accanto alla croce di Gesù D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Giovanni. 19, 25-27 Stavano presso la croce di Gesù
sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù
allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse
alla madre: « Donna, ecco tuo figlio! ». Poi disse al discepolo:
« Ecco tua madre! ». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. MEDITAZIONE Gesù dimentica se stesso anche
in quel momento supremo e pensa a Sua Madre, pensa a noi. Affida anzitutto Sua
Madre al discepolo, come sembra suggerire San Giovanni, o piuttosto affida il
discepolo alla Madre? Comunque, per il discepolo Maria sarà sempre la Madre
che il Maestro morente gli ha affidato e per Maria il discepolo sarà sempre
il figlio che il Figlio morente le ha affidato e a cui sarà
spiritualmente vicina soprattutto nell’ora della morte. A fianco poi dei
martiri morenti, ci sarà sempre la Madre che sta in piedi, accanto alla loro
croce, a sostenerli. PREGHIERA Gesù e Maria, avete condiviso
fino in fondo anche la sofferenza: Tu, Gesù , sulla croce e tu, Madre, ai
piedi di essa. La lancia ha squarciato il costato del Salvatore e la spada ha
trafitto il cuore della Vergine Madre. In realtà, siamo stati noi coi
nostri peccati a causare tanto dolore. Accettate il pentimento di noi tutti,
che per la nostra debolezza siamo sempre esposti al rischio di tradire,
rinnegare e disertare. Accettate l’omaggio di fedeltà
di tutti quelli che hanno seguito l’esempio di San Giovanni, che restò
coraggiosamente accanto alla croce. Gesù e Maria, vi dono il cuore e
l’anima mia. Gesù e Maria, assistetemi nell’ultima agonia. Gesù e Maria,
spiri in pace con voi l’anima mia. Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Fac me
vere tecum flere, Crucifixo
condolere, donec
ego vixero. TREDICESIMA
STAZIONE Gesù
muore sulla Croce D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Luca. 23, 46 Gesù, gridando
a gran voce, disse: « Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito ». Detto
questo, spirò. MEDITAZIONE Gesù muore veramente, perché è
vero uomo. Consegna al Padre l’ultimo respiro. Oh, com’è prezioso il respiro!
Il soffio di vita fu dato al primo uomo, è ridato a noi in modo nuovo dopo la
risurrezione di Gesù , affinché siamo capaci di offrire ogni respiro al suo
Datore. Quanta paura abbiamo della morte e come
siamo tenuti schiavi da questa paura! Il senso e il valore di una vita sono
decisi dal come la si sa donare. Già per l’uomo senza fede non è ammissibile
che s’aggrappi alla vita perdendone il senso. Per Gesù , poi, non c’è amore
più grande di quello di dare la vita per l’amico. Chi è attaccato alla vita
la perderà. Chi è pronto a sacrificarla la conserverà. I martiri danno la più alta
testimonianza del loro amore. Non si vergognano del loro Maestro davanti agli
uomini. Il Maestro sarà orgoglioso di loro davanti a tutta l’umanità
nell’ultimo giorno. PREGHIERA Gesù , Tu hai preso la vita
umana proprio per poterla donare. Indossando la nostra carne di peccato, Tu,
Re immortale, sei diventato mortale. Accettando la morte più tragica e
oscura, frutto estremo del peccato, Tu hai posto l’atto supremo di completa
fiducia nel Padre. « In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ». Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut et
nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Vidit
suum dulcem Natum morientem
desolatum, cum
emisit spiritum. QUATTORDICESIMA
STAZIONE Gesù
è deposto dalla croce nel sepolcro D. Adoramus te, Christe, et benedicimus tibi. R.Quia
per sanctam crucem tuam redemisti mundum. Dal
Vangelo secondo Giuseppe d’Arimatea, comprato un
lenzuolo, depose il corpo di Gesù dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e
lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra
all’entrata del sepolcro. MEDITAZIONE Gesù ha scelto non di scendere
vivo dalla croce, ma di risorgere dal sepolcro. Vera morte, vero silenzio, la
Parola di Vita tacerà per tre giorni. Immaginiamo lo smarrimento dei nostri
progenitori davanti al corpo esanime di
Abele, la prima vittima della morte. Pensiamo al dolore di Maria, che
accoglie sul suo seno Gesù ridotto a un cumulo di piaghe, verme piuttosto che
uomo, non più capace di ricambiare lo sguardo d’amore di Sua Madre. Ora ella
deve consegnarlo alle gelide pietre del sepolcro, dopo averlo affrettatamente
pulito e composto. Ora c’è solo da aspettare. Sembra interminabile l’attesa
del terzo giorno. PREGHIERA Signore, i tre giorni ci
sembrano tanto lunghi. I nostri fratelli forti si stancano, i fratelli deboli
scivolano sempre più giù , mentre i prepotenti si ergono spavaldi. Da’
perseveranza ai forti, Signore, scuoti i deboli e converti tutti i cuori. Abbiamo noi ragione ad avere
fretta e pretendere di vedere subito la vittoria della Chiesa? Non è forse la
nostra vittoria che siamo ansiosi di vedere? Signore, rendici perseveranti
nello stare accanto alla Chiesa del silenzio e nell’accettare di scomparire e
morire come il chicco di grano. Facci sentire sempre la Tua
parola, Signore: « Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo. Non manco mai
all’appuntamento. Sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo ». Signore, aumenta la nostra fede! Tutti: Pater
noster, qui es in cælis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat
voluntas tua, sicut in cælo, et in terra. Panem
nostrum cotidianum da nobis hodie; et
dimitte nobis debita nostra, sicut
et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne
nos inducas in tentationem; sed
libera nos a malo. Quando
corpus morietur, fac ut
animæ donetur paradisi
gloria. Amen. |