LA VERNA
Il Santuario delle
Stimmate
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Sul piazzale d’accesso al convento prospetta la
chiesa, cinta su tre lati da un porticato. Semplice e povera è l’architettura, realizzata quasi esclusivamente in pietra locale e
aderente allo spirito pauperistico dell’ordine
francescano. |
La
Verna, benché fiorente convento e meta di
pellegrinaggio, risponde ancora alla descrizione che ne fece Dante nel Paradiso : << crudo
sasso intra Tevero e Arno >>. La cupa durezza del paesaggio montano è infatti rimasta intatta. Gli stessi edifici del convento
e santuario francescano hanno mantenuto, nonostante le dimensioni, un aspetto
severo e modesto, lontano dall’imponenza di altri celeberrimi luoghi di
culto. Così in nessun altro luogo è percepibile l’originale spirito
francescano, come su questo monte battuto dal vento, isolato nell’alto
Casentino. Qui san Francesco ricevette le stimmate, qui sono avvenuti alcuni
miracoli del santo, qui si conservano le nude celle di roccia in cui egli
pregò e meditò, qui le sue parole trovano una diretta rispondenza con ciò che
gli occhi vedono. La religiosità italiana ha in questo luogo uno dei suoi
perni. |
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Veduta aerea del complesso conventuale incastonato nei boschi
del Casentino. Avendo mantenuto l’aspra, solitaria bellezza di un
tempo, ha tuttora, tra tutti i luoghi legati alla vita di San Francesco, un
fascino unico. |
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San
Francesco ricevette in dono il monte della Verna, aspro
e cupo rifugio di fiere e briganti, dal conte casentinese
Orlando Cattani nel 1213. Ne prese possesso l’anno
successivo, andando ad abitare con alcuni suoi compagni sulle grotte che vi
si aprivano e costruendo per le necessità conventuali alcune capanne coperte
di frasche; unico edificio in muratura la piccola chiesa di S. Maria degli
Angeli, in cui la comunità pregava. Nei dieci anni successivi, l’eremitaggio
divenne uno dei luoghi prediletti del santo, che qui ebbe la visione del
Cristo crocifisso e ricevette, nel settembre 1224, le stimmate. |
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Dopo
la morte di Francesco, il convento, santificato dalla sua presenza, conobbe
grande fama e si sviluppò notevolmente. Tuttavia non perse mai la sua
impronta di eremitaggio. Gli edifici rimasero relativamente modesti, ancorati
alla roccia e disposi in maniera irregolare, secondo l’andamento concesso
dall’altimetria del luogo. Il santuario francescano che ne costituisce il
cuore si impernia su una serie di chiese, che vanno dalla cappella eretta dallo
stesso Francesco alla chiesetta delle Stimmate voluta nel 1263 dal conte
Simone da Battifolle fino alla Chiesa maggiore
edificata nel Trecento. |
Il cuore del complesso con l’antico oratorio di S. Maria degli Angeli, eretto dallo stesso San Francesco. I fabbricati sono disposti in modo irregolare lungo un percorso che lega i luoghi più emblematici della vita del santo. |
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Le
varie costruzioni sono collegate da un percorso che comprende anche le grotte
e le celle un tempo abitate dal santo. L’architettura, generalmente semplice
e omogenea anche per l’uso della pietra locale, è arricchita dalle splendide
terrecotte invetriate dei della Robbia, testimonianza del passaggio del
convento, nel 1431, sotto la protezione del Comune di Firenze, che lo affidò all’Arte della Lana. Il
complesso è tuttora sede di un’intensa e fervida vita conventuale. Ospita un
noviziato dell’ordine, vanta una notevole attività culturale e scientifica
che si appoggia a una nutrita biblioteca e a un efficiente osservatorio
meteorologico, attrae un numero sempre crescente di pellegrini. Ma trova la
sua ragione d’essere e il suo fascino nella diretta, palpabile testimonianza
della primitiva vita francescana: il rito più peculiare e suggestivo è quello
della quotidiana processione dei frati che ogni giorno all’Ora
Nona, cioè alle 15, si recano a pregare nella cappella delle Stimmate,
secondo una tradizione secolare mai interrotta. Ordinatamente
incolonnati dietro a una grande croce, i frati in saio procedono in fila
lungo il corridoio del convento verso la piccola cella del fondatore. Ma
non è solo una cerimonia: è la testimonianza visibile della continuità della
fede. Fonte: Abbazie e Monasteri d’Italia – Testo
di Flavio Conti –Touring Editore srl-1996
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La Madonna del Rifugio, una
delle splendide opere di Andrea della Robbia che ornano l’interno del
convento. La presenza dei della Robbia
è legata al passaggio del convento, nel
Quattrocento, sotto la protezione dell’Arte della lana di Firenze, che
se ne assunse la manutenzione. |
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