GREGORIO NAZIANZENO |
VITA DI GREGORIO NAZIANZENO GESÙ UOMO DIO VERO UOMO DA MARIA VERGINE FIGLIO DAVIDE PER LA NOSTRA SALVEZZA LA PROTEZIONE DI MARIA |
VITA DI GREGORIO NAZIANZENO Gregorio nacque pure
verso il 330 ad Arianzo, vicino a Nazianzo, dove suo padre era vescovo. Dopo
i primi studi in patria, andò a frequentare le celebri scuole catechetiche di
Cesarea di Palestina e di Alessandria d'Egitto. In seguito raggiunse l'amico
san Basilio ad Atene per perfezionare lo studio della retorica. Ritornato a casa sua
verso il 357, Gregorio ricevette il battesimo poco dopo. Fu consacrato
sacerdote dal padre verso il 362 e quale vescovo di Sasima da Basilio nel
371. Fu uno dei piú grandi
oratori dell'antichità. Celebre è la Lettera
101, scritta probabilmente nel 382. Ha un notevole valore anche per la
mariologia, giacché in essa l'autore usa e difende il titolo di Madre di Dio
(Theotokos). Nelle opere del
Nazianzeno pochi sono i passi nei quali l'attenzione viene rivolta al mistero
di Maria. Però alcuni di questi riferimenti hanno una grande importanza per
la storia della dottrina e del culto mariano. Gregorio sembra essere il primo
autore che propone il titolo Theotokos come un vero e proprio criterio di
ortodossia. Anticipando la dichiarazione di Efeso, egli sostiene che questo
titolo è una garanzia dell'unità della persona nel Cristo e della verità
dell'Incarnazione. Gregorio insegna
esplicitamente la verginità nel parto né manca di presentare la verginità
della Madonna nel suo valore esemplare ed ascetico. Parla anche di una previa
purificazione della Vergine operata dallo Spirito Santo al momento
dell'Annunciazione e che l'ha resa capace di concepire il Figlio di Dio.
Notiamo infine che Gregorio ci rende una preziosa testimonianza sulla fede
popolare nel valore dell'intercessione di Maria. |
GESÙ UOMO DIO Era Dio da sempre,
eterno come il Padre, Verbo di Dio e creatore di tutte le cose, al di sopra
del tempo e delle passioni del corpo. Ma dopo che l'invidia, tramite l'albero
della scienza, percosse e contagiò tutta la nostra natura, divenuta fragile e
colpita da condanna, il Verbo divino, per rintuzzare la superbia del nemico e
per creare di nuovo l'immagine dell'uomo, che era stata deturpata, nacque per
noi. In una casta Vergine infatti Dio venne concepito e prese a crescere. Essendo interamente Dio
e uomo, al fine di salvarmi Egli divenne Figlio intellegibile e visibile. Tu non vedi che
generazione è quella di un Dio dalla Vergine; come si armonizzano in un solo
soggetto due entità per natura contrastanti? Ma anche a me ciò appare arcano,
essendo il nostro discorso incapace di cogliere delle realtà che lo superano.
Lo Spirito purificatore discese sulla Vergine e il Verbo si plasmò nel seno
di lei una natura umana, che doveva essere totalmente offerta in riscatto per
l'uomo intero che era morto. Egli era il Verbo
stesso di Dio, colui che esiste prima dei secoli, l'invisibile,
l’incomprensibile, l'incorporeo, principio di ogni principio, luce da luce,
sorgente di vita e di immortalità, modello della bellezza archetipa, sigillo
irremovibile, immagine immutabile, definizione e parola del Padre. Egli venne
nella sua propria immagine e si addossò la carne per la salvezza della nostra
carne; si congiunse con un'anima razionale per la salvezza della mia anima,
purificando il simile con il simile. Divenne uomo in tutto, tranne nel
peccato. Fu concepito dalla
Vergine, la quale era stata previamente purificata dallo Spirito nell'anima e
nel corpo; giacché se conveniva che la generazione ricevesse la sua parte di
onore, era però necessario che la verginità fosse maggiormente onorata. Venne pertanto come Dio
con ciò che Egli aveva assunto; un solo essere costituito da due elementi
contrari, vale a dire dalla carne e dallo spirito. La prima è ciò che viene
divinizzato; la seconda è ciò che divinizza. O congiunzione del tutto nuova!
O straordinaria unione! Colui che è, diviene, e l' increato viene creato;
colui che non può essere contenuto in alcun luogo, grazie all'anima
razionale, la quale fa da mediatrice tra la divinità e lo spessore della
carne, viene racchiuso. Colui che arricchisce
gli altri si fa mendicante; va in cerca infatti della mia carne, per
arricchirmi della sua divinità. Colui che è dotato di tutto, si svuota;
infatti per breve tempo si priva della sua gloria, affinché io diventi
partecipe della sua pienezza. Per me dunque Egli che era immortale venne in
veste mortale, nascendo da una madre vergine, divenuto uomo completo per
salvarmi totalmente. Infatti per un gusto malvagio, l'intero Adamo cadde nel
peccato. Perciò in modo umano, ma non secondo le leggi umane, Egli si incarnò
nelle venerande viscere di una donna vergine. È un miracolo difficile a
credersi da parte di coloro che sono di animo debole. Venne il Dio mortale,
riunendo due nature in un solo essere. Una delle due rimase nascosta; l'altra
divenne manifesta agli uomini; una era la divinità, l'altra se l'è plasmata
negli ultimi tempi per noi. Ambedue queste nature
costituiscono un solo Dio, dal momento che l'uomo è stato unito alla
divinità. Anche l'uomo in lui, a causa della divinità, è sovrano e messia,
affinché, nato quale nuovo Adamo, diverso da quelli mortali, e ricoperto con
il velo della carne, risanasse il vecchio Adamo. Siccome i miei mali non
mi permettevano di accostarmi a Dio, Egli dovette abbattere l'astuto serpente
senza lasciargli la speranza di potersi accostare di nuovo ad Adamo e
misurarsi con Dio. Scosse la potenza della sua iniquità, come il mare si
infrange contro uno scoglio sbattuto. Quando apparve, la
terra e il cielo si misero in moto per la sua venuta. Il coro celeste fece
risuonare inni; la stella, dall'Oriente, indicava il cammino ai Magi,
portatori di doni e adoratori del neonato sovrano. Questo è il mio pensiero a proposito della nascita di Cristo. Né in questo vi fu alcunché di turpe, giacché non esiste nulla di turpe tranne il peccato. In lui non vi fu macchia, perché fu il Verbo a crearlo. Né la sua natura umana fu causata da seme virile. Invece la natura umana, autostrutturatasi, fu originata dalla carne che lo Spirito aveva in antecedenza purificato nella veneranda Madre Vergine. |
VERO UOMO DA MARIA VERGINE Ma se il fatto che Dio
sia venuto a me da una casta Madre, vergine e libera, attraverso nuove leggi
di generazione; che sia spirato, si sia unito ai morti e sia di nuovo
ritornato alla vita, recando sollievo a me che soffrivo a causa delle mie
passioni e che ero stato prostrato dal peccato; se tutto questo ti sembra
indecoroso, mentre tu hai la pretesa di onorare degli dèi puri, generati da
divinità pure, o uomo amante del decoro, ascolta almeno oggi, se non lo hai
fatto prima, le parole che mi ha ispirato Cristo, il mio Dio, colui che non
sbaglia. Non sono pochi coloro i
quali affermano che il Dio-Uomo è nato dal seno verginale che lo Spirito del
grande Dio ha formato, costruendo un tempio puro al tempio. La Madre infatti
è il tempio di Cristo; questi a sua volta è il tempio del Verbo. Siccome
infatti il serpente pestifero teneva la nostra natura sotto il giogo
dell'iniqua trasgressione, fu allora disposto che, mediante la natura di un
uomo piú divino, fosse riparata la malvagità e fosse abbattuta la forza
orribile del dragone prevaricatore. Per questo entrò nel
seno; onorò la metà della nostra discendenza, ma lasciò da parte l'altra
metà, dal momento che fu generato da una vergine intatta. Questa, dopo averlo
concepito nelle sue viscere irradiate dalla divinità, lo diede alla luce al
termine del tempo della gestazione. Allora il Verbo sovrano rivestì la nostra
carne pesante e riempì il tempio con la pura divinità. Per me, in ambedue le
nature, era rimasto un solo Dio. Non vi è nulla di
disonesto all'infuori del vizio abominevole; la virtù è l'unico bene
migliore. Tutto ciò che dipende dalla nostra volontà sta in mezzo tra il bene
e il male: buone sono quelle cose che tendono al bene; quelle che tendono al
male diventano assolutamente turpi. Di queste cose ne ho
visto una relativa al mistero della nostra natura materiale: si tratta
dell'immagine dell'Immortale che si unisce alle membra. Dio non creò l'uomo
per odio, dal momento che lo fece testimone della sua divinità, sovrano delle
cose di quaggiù e gloria del Signore. Siccome lo amava, non poteva
riservargli una nascita miserabile. Smetti dunque di
chiacchierare e allontana da Dio questo pensiero. Se venissi alla luce da un
seno impuro, non saresti certamente puro. Infatti ciò che è puro non può
essere racchiuso in ciò che è impuro. Ma se proprio lo vuoi, ti concedo che
il parto sia impuro; tuttavia una cosa è evidente per tutti coloro che
abbiano senno: dove il raggio di sole arriva, porta la luce; e le cose che
sono raggiunte dalla fragranza di un ottimo unguento, profumano
immediatamente. Ma né il sole né l'unguento rimangono contaminati. Cosi Dio, nascendo da
una Madre pura, non rimase contaminato dal suo seno, ma purificò il seno
stesso. Cosí morendo strappò il potere alla morte, né tu, o Verbo, hai
sofferto alcunché dalla morte quando la distruggesti. Come il pittore, nel
delineare sulle tavole delle immagini inanimate, cerca di ritrarne le forme
con ritocchi dapprima leggeri, poi sempre piú scuri, e finalmente completa
l'intera figura con colori di ogni specie, cosí la verginità, eredità del
Cristo eterno, dapprima si manifestava in pochi e rimaneva oscurata durante
il tempo in cui regnava la legge, sotto la quale i colori si manifestavano
debolmente e lo splendore nascosto brillava solo per pochi. Ma dopo che il
Cristo nacque da una Madre casta e vergine, non vincolata da legami carnali e
simile a Dio (era infatti necessario che Cristo venisse senza relazioni
matrimoniali e senza padre) la verginità incominciò a santificare le donne e
a respingere l'amara Eva. Rimosse le leggi della carne e, grazie alla
predicazione del Vangelo, la lettera cedette allo spirito e la grazia
subentrò. Allora la verginità
rifulse chiara ai mortali; apparve libera dal mondo e liberatrice del mondo
impotente. Essa è tanto superiore al matrimonio e ai condizionamenti della
vita, quanto l'anima è superiore alla carne e quanto il cielo immenso supera
la terra; quanto la vita stabile dei beati supera quella fuggevole della
terra; e quanto Dio è superiore all'uomo. Noi infatti non
separiamo l'uomo dalla divinità, ma presentiamo come dogma l'unità e
l'identità della persona, che in principio non era uomo ma Dio e Figlio
Unigenito prima dei secoli, non mescolato con un corpo o comunque con
alcunché di corporeo. Ma negli ultimi tempi,
per la nostra salvezza, Egli ha assunto anche una natura umana, passibile
nella carne, impassibile nella divinità, circoscritto nel corpo, illimitato
nello spirito. Il medesimo essere è terreno e celeste, visibile ed
intelligibile, comprensibile ed incomprensibile. Così, grazie a lui che è
totalmente uomo e totalmente Dio, l'uomo intero, che era caduto nel peccato,
poté essere riplasmato. Se qualcuno non crede che santa Maria è Madre di Dio, si separa dalla divinità. Se qualcuno asserisce che Cristo è soltanto passato attraverso la Vergine, come attraverso un canale, ma nega che Egli sia stato plasmato dentro di lei in modo divino, perché senza intervento d'uomo, e in modo umano, ossia secondo la legge della concezione, è ugualmente ateo. Se qualcuno dice che dapprima si è formato l'uomo, il quale solo in seguito sarebbe stato rivestito della divinità, è condannato. Ciò infatti non sarebbe la generazione di Dio, ma una negazione della generazione stessa. Se uno introduce la
nozione di due figli, uno da Dio Padre e l'altro dalla madre, e non di un
solo ed identico Figlio, sia privato dell'adozione come figlio (Ef 1, 5),
promessa a coloro che credono rettamente. |
FIGLIO DAVIDE Come si può far
discendere da Davide quel Dio che, essendo immortale, si manifestò nascendo
da una vergine mortale? E come può provenire da Giuseppe? Il Bambino infatti
era figlio della vergine, vale a dire di Maria, la Levita, la quale infatti
proveniva dal sangue di Aronne. Ce lo testimonia l'angelo quando, annunciando
la nascita del precursore della grande luce alla divina Madre, ricollegò
ambedue le madri al grande Aronne. Orbene la tribù regale e quella sacerdotale - si obietta - non erano mescolate. Ma ciò non era vero. Se da una parte le tribù erano distinte, dall'altra sovente si mescolavano. Naasson, sesto discendente di Giuda, fu il primo che condusse nella sua casa una figlia della tribù del grande Aronne. In seguito, dopo che l'esercito degli Assiri distrusse la città e Babilonia soppresse tutte le leggi, il sangue delle tribù non fu piú mantenuto separato. Pertanto anche tramite la Madre Cristo risale ai re. Vorrei ora precisare in qual modo vi risalga anche tramite colui che era considerato suo padre. Per ordine dell'imperatore Augusto tutti dovettero recarsi nella loro città di origine onde sottoporsi al censimento. Per questo anche la diletta sposa e il premuroso Giuseppe, al fine di farsi iscrivere nelle liste del censimento, raggiunsero sollecitamente la terra cara a Davide, cioè Betlemme, la quale accolse cosí nel proprio seno il grande Messia. Erano infatti della stessa tribù. Per questo la Madre Vergine partorì in un presepio il sovrano del mondo intero. Questi dunque, anche tramite il padre, risale ai re. |
PER LA NOSTRA SALVEZZA Credi che il Figlio di
Dio, quel Verbo anteriore ai secoli, generato dal Padre eternamente ed
incorporalmente, in questi ultimi tempi si è fatto pure Figlio dell'uomo,
nascendo dalla Vergine Maria in modo ineffabile e senza alcuna impurità.
Infatti non vi è nulla di sordido dove c'è quel Dio da cui viene la salvezza. Il medesimo Figlio si è
fatto interamente uomo pur essendo totalmente Dio, per amore di colui che era
stato completamente colpito dalla sofferenza. In tal modo, avendo distrutto
ogni condanna dovuta ai tuoi peccati, ha donato la salvezza al tuo essere
intero. Ciò che era impossibile
da parte della divinità, divenne possibile in virtù dell'umanità assunta. Per
te è divenuto un individuo umano, affinché tu potessi divenire dio grazie a
lui. Colui che tu ora
disprezzi era da sempre ed era al di sopra di te. Ora è uomo, ma allora non
era un essere composto. Ora invece, pur rimanendo ciò che era, assunse anche
ciò che non era. All'inizio non era stato assolutamente causato. Infatti ci
può forse essere una causa di Dio? Ma piú tardi è nato per
un motivo ben preciso, vale a dire perché tu, o uomo insolente, fossi
salvato: tu che disprezzi la divinità perché ha preso la tua grossezza,
allorché si è unito alla carne tramite una mente e l'uomo di quaggiú è
divenuto Dio. Essendosi congiunto con Dio, è diventato uno con lui dal
momento che la parte superiore prevale sempre, a tal punto che l'uomo è
diventato Dio come Dio si è fatto uomo. Egli è nato; ma prima è
stato generato; è nato da una donna, ma questa era vergine, Colui che è nato,
è umano; colui che è generato è divino. Nella sua natura umana non ha padre;
nella sua natura divina non ha madre. Ma queste due condizioni appartengono soltanto
alla divinità. Egli dimorava ancora
nel ventre, ma fu riconosciuto dal profeta, il quale pure dimorava ancora nel
ventre e prese a sussultare alla presenza del Verbo per il quale egli nacque. A causa delle nostre
iniquità fu condotto alla morte, fu innalzato sulla croce e fu sepolto. Dopo
aver cosí gustato la morte, il terzo giorno risuscitò e venne innalzato al
cielo per condurvi te, che giacevi in basso. Alla fine ritornerà di nuovo con
una gloriosa manifestazione, per giudicare i vivi e i morti. Se non apparirà
in una vera e propria forma carnale, non sarà tuttavia senza corpo; anzi
verrà con un corpo divino, per ragioni che Egli solo conosce, per essere
visto da quelli che lo hanno trafitto e per rimanere Dio senza peso carnale. Quella augusta Vittima,
la quale nella sua natura primitiva era, per cosí dire, inimmolabile, fu
unita ai sacrifici legali. Divenne cosí un olocausto destinato ad espiare non
solo i peccati di qualche zona limitata della terra o ristretti ad un esiguo
spazio di tempo, ma i peccati del mondo intero. Viene perciò scelto un
agnello (cf. Es 12, 3s.) a causa della sua innocenza e perché rivestito
dell'originaria nudità. Tale infatti è la vittima offerta per noi, chiamata
indumento di incorruttibilità, perché lo è realmente. Ed era una vittima
perfetta non solo in considerazione della sua divinità, di cui non esiste
nulla di piú perfetto, ma anche in ciò che Egli assunse e che ricevette
l'unzione della divinità, dal momento che divenne un solo essere con ciò che
gli conferì questa unzione e divenne uguale a Dio, se posso esprimermi con
tanta audacia. Perciò al vecchio si è
sostituito il nuovo, e mediante la Passione colui che era caduto nella
sofferenza fu restituito al suo stato primitivo; e per ognuna delle nostre
vicende, fu pagato un riscatto da colui che sta al di sopra di noi. Il nuovo
mistero si presentò come una economia di bontà in favore di colui che era
caduto a causa della disobbedienza. Per questo ci fu la
generazione; per questo ci furono la Vergine, il presepe e Betlemme. Ci fu la
generazione in seguito alla creazione (Gn 2, 7), la Vergine in seguito alla
donna, Betlemme in seguito all'Eden, il presepe in seguito al paradiso, le
cose piccole e visibili in conseguenza di quelle grandi e lontane dagli
occhi. Perciò gli angeli
proclamano dapprima la gloria del Celeste e poi dell'umano (1 Cor 15, 49) e i
pastori contemplano la gloria dell'Agnello e del Pastore (Lc 2, 14); la
stella precede e i Magi si prostrano e offrono doni (Mt 2, 9 e 11). Tutto
questo avvenne affinché fosse cancellato il culto degli idoli. Perciò Gesú
viene battezzato e confermato dalla testimonianza celeste (Mt 3, 13-17) e
digiuna (Mt 4, 2); viene tentato ma vince colui che inizialmente aveva vinto
(Mt 4, 3 ss.). Per questo i demoni sono scacciati (Lc 8, 30), le malattie
guarite (Mt 9, 35) e il compito di fare un grande annuncio viene affidato a
piccoli uomini ed egregiamente adempiuto. |
LA PROTEZIONE DI MARIA C'era
una vergine di nobile discendenza e dotata di integerrimi costumi. Ascoltate
ed esultate, o vergini e voi tutte che onorate la pudicizia e coloro che
amano la castità. In effetti questa storia costituisce un elogio per ambedue
le categorie. La vergine Giustina era
straordinariamente bella di aspetto. Di lei il divino Davide canti insieme
con noi dicendo: "Tutta la gloria della figlia del re è interiore"
(Sal 45,14). Vera sposa di Cristo, bellezza nascosta, immagine vivente di
Dio, inviolato asilo eretto alla divinità, sacro terreno invalicabile,
giardino chiuso, fonte sigillata (Ct 4, 12) riservata solo a Cristo: cosí
aggiunga qualcosa anche Salomone. Per questa vergine
assolutamente incrollabile e virtuosa, il grande Cipriano fu preso da
passione, non so per quale motivo e in che modo. Infatti gli occhi cupidi,
che tra tutti gli organi sono i piú vivaci ed avidi, arrivano a toccare anche
le cose piú intangibili. Né Cipriano fu solo preso da amore per lei; egli la
insidiava pure. Quale stoltezza, se sperava di sedurla, o piuttosto quale
impudenza nel tentare cose del genere e nell’insistere in simili tentativi. Anche il diavolo, fin
dall'inizio, si insinuò nel paradiso per tentare il primo uomo (Gn 3, 4); e
stette in mezzo agli angeli allorché chiese di tentare Giobbe (Gb 1, 6ss.); e
infine non esitò neppure dinanzi al Signore stesso, che stava proprio per
sconfiggerlo e condannarlo definitivamente alla morte; cercò di tentare colui
che non può essere scalfito da tentazione alcuna (Mt 4, l ss.), perché nelle
apparenze esterne di Dio il demonio vedeva il secondo Adamo e quasi
pretendeva di far capitolare anche lui. Non sapeva infatti che, aggredendo
l'umanità di Cristo, si sarebbe urtato contro la divinità. Che c'è dunque di
strano se egli, mediante la passione di Cipriano, fa un tentativo anche
contro l'anima santa ed il corpo intemerato di Giustina? Del resto egli la
tentava usando come intermediario non una di quelle donne, vecchie del
mestiere, ma addirittura un demonio amante dei corpi e dei piaceri. Infatti
le potenze ribelli e invidiose accettano facilmente un compito di questo
genere, perché cercano di associare molti altri alla loro rovina. E la paga
per questa mediazione erano le vittime e le libagioni sacrificali e quella
affinità che si contrae mediante il sangue e l'odore delle vittime. Tale
mercede infatti occorre pagare a coloro che fanno di questi doni. Ma le anime
pure e divine sono veloci nello scoprire la caccia del diavolo, anche se
questi è molto versatile nell'inganno e vario nei suoi attacchi. Cosí la
fanciulla, appena sentí la presenza del male e intuì l'insidia, che cosa fece
e quale tecnica oppose all'artefice del male? Disperando di tutti gli altri
rimedi, si rifugiò in Dio e contro questa detestabile passione prese come
difensore il suo sposo, colui cioè che aveva liberato Susanna dai malvagi
anziani (Dn 13, l ss.) e salvato Tecla da un tiranno corteggiatore e da una
madre ancora piú tiranna. Ma chi è questo sposo?
Si tratta di Cristo, il quale rafforza gli spiriti e solleva quelli che
affogano (Mt 14, 31); scaraventa nell'abisso la legione degli spiriti malvagi
(Mc 5, 13); sottrae il giusto dalla fossa nella quale era stato dato in pasto
ai leoni (Dn 14, 30) e, stendendo le mani, vince le fiere; libera dal cetaceo
il profeta fuggitivo che, anche nelle viscere, aveva conservato la fede (Gio
2, 2ss.); e in Assiria libera i fanciulli dalle fiamme, che vengono
refrigerate dall'angelo, e ai tre vi aggiunge un quarto (Dn 3, 49ss.). Ricordando queste ed
altre circostanze e implorando supplice la Vergine Maria affinché le recasse
aiuto, poiché ella pure era vergine e in pericolo, si affidò al rimedio del
digiuno e del dormire per terra. |
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