L’ Amore Pensieri di Fra Cecilio Maria A cura di Fra Anastasio Maffeis Cappuccino |
Presentazione Non cesserò mai di
ringraziare il Signore per avermi concesso di godere per alcuni mesi, sia
pure ad intervalli, della presenza di fra Cecilio Cortinovis nella mia Fraternità,
all'infermeria di Bergamo durante il triennio 1979-1982, ma soprattutto di
avermi illuminato, in tali occasioni, a scoprire o almeno a intravedere, per
quanto è possibile ad occhio umano, qualcosa del segreto del Gran Re, di cui
fra Cecilio fu sempre geloso custode. Segreto che mi aiutò a capire e ad
interpretare nella giusta luce, cioè "NELLA LUCE DIVINA" (è anche
il titolo del libro che riferisce alcune delle sue riflessioni ed esperienze
spirituali) tutta la vita e l'attività apostolica e caritativa di fra
Cecilio, negli anni passati. |
Segreto che non è poi tanto misterioso, se lo stesso
Signore Gesù l'ha collocato come centro di tutto il messaggio della
salvezza, come unica e vera testimonianza di cristianesimo vissuto, come suo
unico comandamento nuovo: l'AMORE, che in alcune determinate persone rimane
pur sempre il segreto senza del quale diventa estremamente arduo riuscire a
leggere e ad interpretare il cammino e la storia di un'anima. Così
dell'itinerario spirituale di fra Cecilio è stato scritto, e giustamente,
"che fece suo il programma di scoprire Dio attraverso l'amore ai
fratelli più poveri...", ma io penso che sia assai più vero il
contrario: penso che fra Cecilio abbia sempre e solo cercato "l'amore di
Dio" sopra ogni cosa, ad ogni costo. «E' l'unico tormento che mi
accompagna giorno e notte» scriverà, «amare, amare Colui che
continuamente vedo e sento che merita di essere amato di più sino alla fine». Solo in seguito, a misura
che cresceva in lui questa carica d'amore, ha imparato a guardare ai
fratelli, poveri e non poveri, con gli stessi occhi di Dio (per questo aveva
gli occhi sempre più luminosi...) e ad amarli con lo stesso cuore di Dio «se
non mantengo prima le dovute relazioni d'amore con Dio, nulla avrò di carità
vera, né per me, né per il mio prossimo». Fra Cecilio conosceva
molto bene, anche senza averla studiata, la teologia dell'amore. Che Dio è amore... amore
concreto nei nostri confronti, «l'amore più alto è quello di Dio che si fa
uomo per portare l'uomo decaduto, all'amore di Dio... il più bel segno di
amore, è morire per la persona amata, come ha fatto Gesù .. .»... amore
che reclama da noi una risposta altrettanto concreta «Per amare, si
percorrono con l'Amato strette valli, sentieri difficili, si dà la scalata
ad alti monti, sino a raggiungere la più alta vetta: il Crocifisso»... amore
che trova la sua verifica nella nostra fattiva carità verso i fratelli, che
diventano necessariamente un punto di arrivo e non il punto di partenza «se
amo Voi, amo anche il Padre e lo Spirito Santo... il quale completa il primo
atto di amore infondendoci un fuoco di carità, talmente avvampante anche per il
prossimo, che mai più si estinguerà quaggiù, sino alla fine del mondo». Questo e non altro, a mio
modesto giudizio, è il segreto di tutta la vita e l'attività di fra Cecilio:
l'Amore di Dio. Segreto che egli stesso aveva appreso sulle ginocchia della
mamma che lo portava spesso, ancora bambino, ai piedi del Tabernacolo, e
della quale, in alcuni momenti di confidenza, parlava come della vera
artefice della sua formazione cristiana e della sua vocazione religiosa. Lei
gli aveva insegnato a collocare il Signore al centro della sua giornata...
alla base di ogni decisione... al vertice di ogni impresa. Così, prima ancora di
farsi frate, il lavoro duro dei campi, le difficoltà economiche della casa,
le croci, le tribolazioni, le sofferenze, immancabili in una famiglia
numerosa come la sua, venivano sublimate dal clima di fede e di religiosa
adesione alla volontà di Dio, in offerte quotidiane di amore. «Era bella
allora la vita», mi diceva, «perché tutto si faceva con amore». In seguito, fattosi
religioso a 22 anni, la consacrazione, lo spirito di preghiera, il silenzio e
il raccoglimento proprio dei nostri conventi, la familiarità con la parola di
Dio avevano accelerato il suo cammino di amore e di unione intima con il
Signore e l'avevano introdotto alla contemplazione estatica non più solo
della natura vergine delle sue montagne, ma di quell'«Amato che rendeva la
mia anima limpida del suo divin Sangue, in divina felicità...». Giunto a
questi livelli di unione con il suo Dio, livelli che erano destinati a crescere
con il crescere degli anni ed a raggiungere la contemplazione pura, non è
difficile ipotizzare la pienezza dell'amore anche verso i fratelli, come
egli stesso scriverà: «prima la carità più perfetta possibile verso Dio, e
questa, quasi senza saperlo, traboccherà avvampante anche verso il prossimo». Da notare che questa è una delle pochissime
espressioni che si trovano negli scritti di fra Cecilio e che si riferisce
direttamente all'amore del prossimo, altrimenti egli parla sempre e solo di
Amore di Dio. «Amore che inebria... amore che riempie di gioia... amore che
risplende... amore che scioglie il gelo e fa sbocciare la primavera ... amore
che avvampa... amore che sorride… amore che soffre... amore che innalza verso
le più alte vette... amore che sazia e disseta... amore che riscalda...
amore che attira che assorbe, che inabita in noi... amore che sostiene,
incoraggia, vivifica ... amore tenero, dolce, misericordioso... amore
infinito, eterno, immenso, perfetto... amore che attende, che comprende... amore
che purifica, che perdona, che salva...» e ancora mille altre espressioni
stupende sull'amore di Dio che sarebbe bello analizzare ad una ad una dai
suoi scritti. A
proposito di «amore che perdona», durante la sua degenza in
Infermeria, quasi ogni sera quando gli portavo la camomilla, mi pregava di
dargli l'assoluzione sacra-mentale, «perché», diceva, «voglio
procurare a Gesù la gioia di farmi perdonare», oppure perché diceva di
voler «fare il bagno nel Sangue di Gesù», secondo una precisa
espressione che avrebbe usato con lui la Vergine di Lourdes quando gli
avrebbe detto: «Che bisogno hai di fare il bagno nell'acqua miracolosa,
quando ogni giorno puoi fare il bagno nel Sangue di mio Figlio?» Concludendo, questi suoi
frequenti atteggiamenti mistici, le continue espressioni che rivelano
un'anima completamente immersa nell'amore di Dio, i suoi prolungati colloqui
con il Signore, di giorno e di notte, e insieme la sua assoluta disponibilità
ad accogliere sempre, ad ascoltare, a consolare, ad aiutare tutti quelli che
lo venivano a cercare (ed erano moltissimi... a volte anche un poco
indiscreti... e gli rubavano il sonno... ed egli sempre sereno, sorridente,
imperturbato... e aveva ormai 96 anni), tutto questo mi conferma sempre più
nella convinzione di fondo che non i "fratelli poveri e sofferenti"
gli hanno fatto strada all'amore di Dio, ma l'amore e la pienezza del suo Dio
lo hanno condotto ai fratelli. Così ho risolto, a ritroso nel tempo, un
problema che già mi ero posto nel lontano 1958 quando ero stato con lui per 6
anni nel convento di Milano-Monforte, io giovane Padre incaricato
dell'oratorio, e lui, già ultrasettantenne, addetto alla portineria, al
servizio dei poveri e questuante di città. Allora i nostri contatti erano
sporadici e superficiali (salvo quand'egli mi segnalava qualche ammalato da
visitare, ed io gli indicavo qualche povero da aiutare), ma già allora mi
chiedevo dove un fratello così anziano attingesse tanta energia, tanto
spirito e anche tanta lena per compiere tutto quel lavoro... e pensavo più
alla sua robusta costituzione di vecchio montanaro che non a misteriose
risorse dello spirito. E' anche vero che qualche notte, mentre dopo il mio
lavoro, passavo a fare una fuggevole visita al santissimo Sacramento prima di
coricarmi, trovavo lui, fra Cecilio, immerso nel buio e nel silenzio della
grande chiesa a pregare, in attesa che i frati scendessero per il Mattutino
(allora lo si recitava ancora di notte), ma pensavo più all'insonnia delle
persone anziane che non ad un autentico bisogno di contemplazione per rifarsi
ai piedi di Colui che ogni giorno rinnova la nostra giovinezza e ritrovarsi
poi pronto, il giorno successivo, ad affrontare nuove fatiche e disagi per il
suo Amore. Ora lo so dove attingeva tante risorse, e ne ringrazio il Signore
e lo prego che aiuti me e tanti altri con me, a capire e attuare, sia pure in
ritardo, quanto siano vere in tutti i sensi (e fra Cecilio ne è stata la
prova vivente) le parole del Vangelo di Giovanni: "Chi rimane in Me ed
Io in lui, porta molto frutto" (Giov. XV, 5). |
Pensieri di
Fra Cecilio Maria sull'Amore Possiamo chiamare penitenza il vivere in carità e armonia con tutto
il nostro prossimo, prima in famiglia poi al lavoro... ma dobbiamo anche pensare
che siamo tutti figli di Dio e dobbiamo amarci tutti per compiacerlo. Il mio prossimo lo amerò come me stesso... mi pare che questa sia la
più precisa bilancia per decidere bene ogni mia azione. Bisogna ravvivare la fede e operare nell'Amore, con amore e per
amore. Ai nostri giorni han trovato il modo di dare la scalata ai più alti
monti, ma per raggiungere l'alto monte dell'amore ci ha insegnato Gesù col
discendere nella più profonda umiltà. Gesù vuole che pur rimanendo nella conoscenza del mio nulla mi lasci
trasportare dall'immensità del suo amore, che se non trovasse ostacoli nelle
anime, consumerebbe in un istante tutti i peccati del mondo. Ogni atto di Gesù Cristo verso di noi è un atto di infinita e
perfettissima carità, ed è un esempio per noi. Gesù è il nostro
modello di perfettissima carità: bene ci sta la sua lezione. Non lascia mai
il suo intimo commercio di amore col Padre e con lo Spirito Santo, perciò
opera la nostra eterna salute. Gesù mio, voglio capire sempre più il vostro
misericordioso amore verso di me. Il pensiero del vostro amore illumina, riscalda il cuore... se penso
alla vostra vita, ai vostri gesti o parole, tutto è un inno perfettissimo di
amore per il Padre e per le anime. Ho conosciuto un numero grandissimo di famiglie e di persone che
hanno bussato alla porta del convento, per cercare di sfamare il corpo, ma ho
anche veduto che in genere vi è maggior bisogno di Dio. Quando vado per i poveri alla questua del pane, mi ricordo di San
Giuseppe e della Vergine Santa stranieri in cerca di ricovero in Egitto e
sopporto tutto pazientemente e allegramente per amore di Dio. La passione di ogni anima dovrebbe essere di corrispondere al divino
amore, invece ci trastulliamo nelle cose del mondo che sono in opposizione
all'amore di Dio. Io sono Dio! Sono tuo Padre, sono il tuo infinito Amore. Ti ho creato per amore e ti accompagno per amore alla vita eterna. Quale felicità è la mia nel pensare che Dio, Uno e Trino, vuole
essere amato da me. Mio Gesù, sono contento di vivere in questo mondo, sino a quando
piacerà a Voi. Quando però vi piacerà chiamarmi all'eternità, vi risponderò
con entusiasmo: vengo, sia per amore vostro. E' vero che noi
siamo poveri peccatori, servi inutili ma è anche vero che il Signore ci ama
di un amore infinito e trova il suo piacere nell'usare con noi misericordia. Ad ogni istante rispondo a Gesù che lo amo e lo amerò sempre più, con
la sua grazia. Se il nostro cuore è pieno di fuoco per Gesù, senza pensarlo scalda
anche gli altri. Gesù si dona con infinito amore, ma tante anime gli rifiutano il
piacere di arricchirle di sè. Il mio cuore è freddo, ma desidera, vuole,
intende amare. Il mondo ha bisogno di lavoro e di pane - è vero - ma soprattutto ha bisogno
di amore. Gesù e Maria prestatemi i vostri cuori e vi amerò come desidero e
come meritate. L'anima mia esulta nel contemplare, nell'amare Iddio e nel poterlo
chiamare con tutta soavità "Padre". Grande grazia mi
faceste, o Signore, nel donarmi una mamma tanto ricca di fede e di amore
vostro, che con le parole e con gli esempi, mi trascinava a conoscervi e ad
amarvi. Nell'amare Gesù ho tutto il meglio per la gloria di Dio e per la
salvezza delle anime. Ora combiniamo così. Quando sei qui nel mio petto, mi rincresce a
dirtelo perché mi sembra troppo, ma all'amore che tu porti a me niente è
troppo; quando tu sei qui di persona vicino al mio cuore, lasciami qui il tuo
e ritirati il mio, perché il mio è incapace di amarti. Mio Gesù inondate il mio cuore del vostro santo amore, in maniera
che non possa pensare che a voi, non possa parlare che di voi, non possa
aspirare che a compiacervi in tutti i vostri desideri. Signore mio e mio Dio, conscio della mia miseria e dell'obbligo di
ringraziarvi, benedirvi, ma soprattutto di amarvi, invito tutte le creature a
ringraziarvi, benedirvi e amarvi per me. Mio Dio, intendo di amarvi con il cuore puro di tutti gli innocenti
che sono esistiti, esistono e esisteranno sino a che il mondo sarà mondo... intendo
amarvi con il cuore ardente di tutti i convertiti, intendo amarvi con il
cuore di tutte le anime sante del Purgatorio e del Paradiso. L'amore più alto è quello di Dio che si fa uomo per portare l'uomo
decaduto all'amore di Dio. Se non mantengo le dovute relazioni di amore di Dio, nulla avrò di
carità, nè per me nè per il mio prossimo. Mio Dio, mio Gesù, desidero tanto, tanto di amarvi. Vorrei amarvi
tanto quanto vi ha amato il mio serafico padre San Francesco. Vorrei amarvi
tanto quanto vi amano tutti gli angeli e i santi del cielo e della terra. Mio
Gesù, mio Dio, vi voglio amare con il cuore purissimo di Maria Immacolata. Il più bel segno di amore è morire per la persona amata: Gesù l'ha dato
questo segno di amore... noi vogliamo dare a Lui il nostro, col morire
continuamente a noi stessi, al nostro io, ai nostri difetti. E' l'unico tormento che mi accompagna giorno e notte: amare, amare,
amare Colui che continuamente vedo e sento che merita di essere amato di più
in più, sino alla fine. Accetto con confidente riconoscenza la purificazione del mio spirito
a mezzo del vostro preziosissimo sangue per fare a voi piacere e per
rendermi più atto all'amore vostro... Accetto con entusiasmo i meriti della
vostra passione e morte che mi rendono ricco dinnanzi a Dio ed erede della
vostra eterna gloria. |