Il ParadisoPensieri di Fra Cecilio MariaA cura di Fra Geminiano Carsana Cappuccino |
Presentazione Aspetto la telefonata Così fra
Cecilio attendeva la morte. Si era già
trovato di fronte alla morte nel lontano 18 aprile 1914. «Non respira più»
aveva sentenziato il frate infermiere. Invece era iniziata quell'attesa
che doveva durare 70 anni. Una vita in attesa Ogni anno
fra Cecilio trascorreva la novena dell'Assunta nel silenzio degli esercizi
spirituali. Erano le sue vacanze. La più parte delle riflessioni qui
riportate sono ispirate da quei giorni di intenso raccoglimento. Il pensiero
dominante: IL PARADISO. |
Il pensiero della morte vicina, che mi scopre l'infinito, mi è gioia
incontenibile. Mio Gesù, nel trovarmi davanti a Voi mi sento di trovarmi dinanzi a
un Paradiso di verità dolci, serene, limpide. Gli anni sono
passati e ormai mi trovo vicino ad andare a vedere la Madonna come Ella è.
Dolce Spirito Santo appaga finalmente il dolce tormento, che mi ha
accompagnato nel mio soggiorno in questa valle e il mio spirito raggiunga
finalmente la piena libertà dei figli di Dio. Gli anni passano velocemente.
Il giorno dei trionfi a gran passi si avvicina. Vivo il mio tramonto di
quaggiù nei gaudi dell' avvicinarsi alla celeste patria alla quale ho sempre
pensato. Mi devo rendere vivissimo ogni giorno ed ogni ora il pensiero che
Iddio mi ha creato e redento per il Paradiso. Ma cosa era il Paradiso per fra Cecilio? La
patria. Dio Uno
e Trino. Un punto
presente. Ancora: Mio
cielo sempre aperto è Gesù Crocifisso. Mio
cielo aperto è l'umiliarmi alla divina Presenza. Mio
cielo aperto è lo sguardo di Maria Immacolata che fa
compagnia a Gesù Sacramentato e anche a me. Cosa si fa in Paradiso? L'anima
nuota nel divino, il cuore si sazia di infinito. L'anima
nuota in un incanto di amore infinito. Si sazia
di Dio in infinita semplicità. Si è
saziati del divino Amore di Dio Uno e Trino. E' il
vedersi atti a gustare Dio, a ricevere e a dare in perfezione a Dio in tutta
l'eternità. E le cose della terra? Tutte le
cose di questo mondo, considerate in se stesse, di fronte agli squarci
celestiali, sono sciocchezze. Le
grandi scoperte umane, scientifiche sono lucignoli notturni. La luce
in questa vita dell'Infinito di ogni Bellezza-Perfezione-Potenza-Sapienza-Amore
è sentita dall'anima come Sapori di Piatti di Eternità. Come fare per andare in Paradiso? La
Grazia della Perseveranza è una grazia grandissima che devo chiedere e chiedo
continuamente al Signore, affinché possa raggiungere le mete eterne. Andare
in Paradiso senza le mani forate non sarebbe neanche dignitoso. Mi ha
fatto capire che ho sempre conservato la grazia battesimale. Con il
peccato si perde la Luce di Dio. Non vi sono
distanze o impedimenti fra l'anima e Gesù, tranne quelli che le stesse anime
vi frappongono con la loro libera volontà. Dove fra Cecilio ha imparato queste cose? Così
scriveva il primo giugno 1959: Io di
libri non ne ho letti, perciò vi dirò solo quello che la Mamma Immacolata e
Assunta mi suggerirà. Gesù in uno squarcio semplicissimo mostra all'anima
quello che Lui è, il perché si è fatto uomo, il perché si è fatto Eucaristia,
Cibo dell'anima... L'anima
vede in luce semplice. Se
interviene la Luce Divina, l'anima nostra è illuminata in semplicità delle
verità divine. Nella
misura che le anime vivono la intimità con Gesù Sacramentato, vengono da Gesù
illuminate con la sua Luce. L'anima
vede che la luce diretta che Gesù comunica è sole infinito. Gli
uomini, anche dottori, balbettano e comunicano luce come candele. Egli ha
detto. "Se mi amate, vi manifesterò me stesso". Comprendo che Gesù
mi dà grandi cognizioni di sé. Vedeva... Sentiva... Sapeva Era un
frate dal cuore docile. Per questo
lo Spirito gli donava la famigliarità con le cose del cielo. Le realtà divine
si sentono alla scuola dello Spirito. Era un frate dagli occhi limpidi. "Beati
i puri di cuore, perché vedranno Dio". Era un frate dalla giornata fatta
dono. Dio è amore e chi ama è nella lunghezza d'onda delle trasmissioni
divine. Era un
frate dalla notte fatta preghiera. La sapienza è una Persona: Gesù. Non
lasciandogli il giorno nessuna ora per sé, la più parte di queste ore erano
rubate alla notte. Come Gesù passava le notti in orazione con il Padre. Era
per questo che fra Cecilio non leggeva, eppure l'aldilà non aveva segreti per
lui. Fra Cecilio
vedeva. Per questo sapeva. |
Pensieri di
fra Cecilio Maria sul Paradiso A questo mondo si fa fatica a vivere fraternamente; il consorzio
umano ci serve per 1 esercizio della virtù, ma se noi ci solleviamo a vivere
nel Celeste Consorzio che veramente ci appartiene, allora pur avendo ancora
i piedi in terra sentiamo già l'aria del Paradiso per il quale Iddio ci ha
creati e redenti. Amando, il nostro cuore e la nostra anima incominciano a gustare il
Paradiso anche in questo esilio. «Non si turbi
il vostro cuore. Voi credete in Dio, credete anche in me. Nella casa del mio Padre
ci sono molte dimore. Se così non fosse, ve l'avrei detto. Io vado a
preparare il posto per voi. E quando sarò andato e vi avrò preparato un
posto, verrò di nuovo a prendervi con me, affinché dove sono io, siate anche
voi». (Giov.14,1- 3) Non è bello
tutto questo? Il Cielo è stato aperto da Gesù. Per far piacere a Gesù i miei occhi,
la mia anima, il mio cuore saranno sempre rivolti al Cielo. Anche in questo
esilio può essere da me raggiunto sulle ali dell'amore. Con Gesù è facile essere poveri, essere puri, essere obbedienti,
essere pazienti, essere distaccati dal mondo e desiderosi del cielo. Il mondo non è
la mia patria... La mia patria è il Paradiso. Anima mia, coraggio dunque, in
alto il cuore: il nome degli eletti è già scritto da Gesù in Cielo. In questo tempo liturgico
bisogna pensare più al cielo che non alla terra. La terra si tiene sotto i
piedi dove Dio ce l'ha messa, e si vive nei gaudi delle cose celesti. E' Gesù che mi rischiara
la via più della luce del mezzogiorno... è Maria Santissima, Mamma sua e mia,
che mi sorride e mi eccita sempre più a correre lestamente sulle vie del
Cielo. Iddio ci ha creati per il
Paradiso, Gesù Dio ci ha redenti per il Paradiso, lo Spirito Santo Dio ci ha
santificati per il Paradiso. La volontà di Dio, vissuta
con gioia ogni giorno e sostenuta dalla grazia, ha con sè i profumi dell'anticamera
del Paradiso. La meta da raggiungere è
alta, ma la divina grazia è onnipotente. Gettati come sei, con
tutta confidenza, nel Cuore sacratissimo di Gesù: quella fornace divina di
amore ti purificherà da tutto ciò che a Lui non piace e ti renderà atto ad
entrare quanto prima nella gloria. Mi sento felice, di una
felicità che penetra tutta la mia anima... vorrei che tutto il mondo presente
e futuro, potesse sentire quello che provo io, per scuotersi così la polvere
della terra... e pensare più al cielo... L'anima viene resa atta a gustare e a saziarsi di Dio, in infinita
semplicità... al di sopra di quanto esprimono le nostre povere parole. Si è
nella famiglia di Dio. Mio Cielo sempre a me presente è Iddio, Uno e Trino, nel quale sono e
mi muovo, ed è in me e lo gusto. La Madre di Dio e nostra ci ama e ci vuole tutti in Cielo in sua
compagnia a godere Dio per tutta l'eternità. Andiamo... la Regina del Cielo ci porge la sua delicatissima mano. Il Paradiso è Dio Uno e Trino da cui l'anima è attratta a
contemplare. Dio è la calamita divina che innalza l'anima al di sopra del
creato visibile e la sazia d'infinito. Come è splendente l'amore di Maria per il suo e il nostro Dio... è
come un nuovo Paradiso. Vivendo in unione con Dio è facile pensare al Paradiso e a volte se
ne godono già i primi sapori. Da quel giorno (18 Aprile 1914), penso alla morte frequentissimamente
come a dolcissimo velo che mi deve squarciare gli abissi infiniti della bontà
di Dio e della infinita bellezza del Paradiso. Ci sazieremo di Dio, in Dio,
eternamente, senza nulla consumare. Mi sembra di
poter affermare che in Paradiso gli eletti sono saziati di felicità dalla
Santissima Trinità che ci ha creati a sua immagine e somiglianza. Mio Dio, se i crepuscoli di luce danno alla nostra anima tanta
felicità, che sarà quando saremo noi in possesso del sole di mezzogiorno? A questo mondo tutti temono la morte. Non capisco perché si possa
temere l'ingresso alla patria. Si deve temere piuttosto il peccato che ci
ruba la grazia santificante, ci ruba la stola dell'innocenza e ci apre
l'abisso del rimorso a questo mondo, ci ruba la patria eterna del cielo e ci
rende schiavi del demonio per una eternità di tormenti. Morte al peccato e
la patria del cielo è promessa da Dio suggellata col sangue di Cristo e Maria
Immacolata ci viene incontro a portarcela... Quando arriviamo in Paradiso, purificati nel Sangue di Gesù, la
nostra redenzione in Gesù è perfetta, per cui le conseguenze del peccato sono
cessate. Mio cielo è Gesù Crocifisso che l'anima mia vede sempre grondante
Sangue divino sulle anime. |