UNA SFILZA DI BUGIE di Massimo Introvigne Direttore del
Centro studi sulle Nuove Religioni |
La ricostruzione storica di Dan Brown,
autore del romanzo il Codice da Vinci, si fonda su documenti sicuramente falsi. Gli
autori della contraffazione hanno confessato. Eppure,
c’è chi spaccia questa spazzatura anticattolica per storia vera. |
Il Codice da Vinci
- si dice spesso - è solo un
romanzo: perché criticarlo
come se fosse un'opera storica? Chi pone questa domanda di solito
non ha letto la pagina de Il Codice da
Vinci intitolata Fact («Il fatto») in inglese e Informazioni storiche in italiano,
dove l'autore Dan Brown afferma che «tutte le
descrizioni [...] di documenti e rituali segreti
contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà» e si fondano in particolare sul fatto che «nel 1975, presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, sono state scoperte
alcune pergamene, note come Les Dossiers
Secrets» con la storia del Priorato di Sion. A partire dalla sesta ristampa italiana la pagina Informazioni storiche - pagina 9
dell'edizione Mondadori - era sparita, sostituita da una pagina 9 interamente
bianca: ma naturalmente rimaneva nell'edizione inglese, e nelle prime sei
tirature italiane. Dopo le proteste di Dan Brown, che ha più volte dichiarato che si tratta della pagina più importante dell'intero libro, questa pagina è «miracolosamente» ricomparsa anche in Italia, ma
senza titolo, così che il lettore
può pensare che si
tratti di un espediente letterario, mentre per Dan Brown è fondamentale che chi si accosta a Il Codice da Vinci possa distinguere «il fatto» - che farebbe
del libro ben più di un semplice
romanzo, la rivelazione di segreti in cui Brown afferma di credere fermamente
- dalla parte che è invece fiction. Dunque,
su pagina 9 sta o cade non Il Codice
da Vinci come opera letteraria, ma la pretesa di Dan Brown che il libro
sveli segreti cruciali - sulla storia del mondo. Ed è dunque di pagina 9 che gli storici e i sociologi
- che non sono, evidentemente, critici letterari - hanno il diritto e forse
il dovere di occuparsi. Tuttavia, presso la Bibliothèque Nationale
di Parigi sono stati non «scoperti» ma depositati (nel 1967, non
nel 1975), Les Dossiers secrets
de Henri Lobineau. Non si tratta di pergamene, ma di testi che parlano
del modo di interpretare certe pergamene, le quali non erano allora né sono adesso alla Biblioteca Nazionale di Parigi,
ma erano state consegnate da Pierre Plantard (1920-2000), insieme a un suo manoscritto, a un autore di libri popolari,
Gerard de Sède (1921-2004),
che poi rielaborò e pubblicò il manoscritto come L'Or de Rennes (Julliard, Parigi 1967). Oggi le pergamene sono in una collezione privata, mentre Les Dossiers secrets si trovano ancora
alla Biblioteca Nazionale di Parigi. È assolutamente
certo che sia Les Dossiers secrets
sia le pergamene sono documenti falsi
compilati nello stesso anno 1967, e tutte le persone coinvolte nella
falsificazione lo hanno ammesso, sia pure dopo qualche anno. Gerard de Sède, in un'opera pubblicata vent'anni dopo, li
definiva «apocrifi», ispirati da un «sensazionalismo mercantile» (G. de Sède, Rennes-le-Chàteau, Robert Laffont, Parigi 1988, p. 107), e
sosteneva perfino di avere disseminato ne L'Or de Rennes sufficienti indizi
perché un lettore
attento potesse leggere tra le righe che si trattava di falsi (ibid., p.
108). Secondo Gerard de Sède le pergamene
erano state fabbricate da Philippe de Chérisey
(1925-1985), un marchese attore di sceneggiati televisivi e appassionato di enigmistica. In effetti, de Chérisey non solo ha ripetutamente ammesso di avere
confezionato queste pergamene, sia in lettere sia in testi pubblicati a
stampa, ma, a partire già dall' |
Secondo Les Dossiers secrets de
Henri Lobineau (tra parentesi, anche «Henri Lobineau» è un nome inventato) i legittimi pretendenti al
trono di Francia sono tuttora i Merovingi, detronizzati nel 751 dai
Carolingi. E, contrariamente a quanto si crede, i Merovingi non sono estinti
ma hanno discendenti ancora viventi, l'ultimo dei quali era, nel 1967, Pierre
Plantard, che dunque era l'unico vero pretendente al ruolo di re di Francia
(s'intende, in caso di un'improbabile restaurazione monarchica). Per proteggere
dai Carolingi e poi da altri nemici i discendenti dei Merovingi sarebbe nata
una società segreta, il
Priorato di Sion, che - sempre secondo i documenti falsi depositati alla
Biblioteca Nazionale di Parigi negli anni 1960 - avrebbe avuto come Gran Maestri
alchimisti ed esoteristi, tra cui Nicolas Flamel e Isaac Newton (1642-1727),
fino a che, oggi, l'ultimo Gran Maestro sarebbe Plantard stesso. Per puro
caso la verità sul Priorato
di Sion e le famose pergamene sarebbero state scoperte nel 1895 da un parroco
francese, Berenger Saunière (1852-1917),
che grazie alla conoscenza del segreto sarebbe entrato in relazione con gli
ambienti esoterici e politici dell'epoca e sarebbe diventato favolosamente
ricco. In realtà, come attesta
il processo canonico che gli intentò il suo
vescovo, Saunière aveva
acquistato qualche ricchezza (non favolosa) con il «traffico di messe», la raccolta sistematica tramite annunci su giornali di onorari per
messe che poi non celebrava, e il Priorato di Sion è stato fondato nel 1956 dallo stesso Plantard, più volte arrestato ogni volta che tentava di
vendere agli ingenui iniziazioni nel Priorato, presentandolo come una società antica e potente. Nel Codice da Vinci il punto
essenziale è che i
Merovingi, protetti dal Priorato di Sion, non sono solo i legittimi
pretendenti al trono di Francia, ma sono i discendenti dei figli nati dal
matrimonio fra Gesù Cristo e Maria
Maddalena. Ma di questo Les Dossiers
secrets non parlano affatto. La parte della storia relativa a Gesù Cristo e a Maria Maddalena nasce tra il 1969 e
il 1970, quando della vicenda del Priorato di Sion comincia a interessarsi un
attore inglese, poi diventato regista di documentari su temi esoterici con il
nome di Henry Lincoln. Questo attore e documentarista inglese entra in
contatto con il trio de Chérisey -
Plantard - de Sède e decide di
riscrivere la storia de L'Or de Rennes
in una forma più adatta al
pubblico di lingua inglese, presentandola prima in tre documentari trasmessi
dalla BBC tra il 1972 e il 1979 e poi in un libro pubblicato nel 1982 con
l'aiuto di Michael Baigent e Richard Leigh The Holy Blood and thè
Holy Grail (tradotto in italiano nello stesso anno come Il Santo Graal, Mondadori, Milano). Lincoln si rende conto che a
chi spetti il titolo di pretendente al trono di Francia è di scarso interesse per il pubblico inglese.
Nello stesso tempo ha conosciuto Robert Ambelain (1907-1997), che nel |
Il punto debole de Il Santo
Graal era però che troppe
persone conoscevano l'origine spuria dei documenti su cui si fondava e le
attività di piccolo
truffatore di Plantard. Così nel 1986
Lincoln e soci procedono brutalmente alla «bonifica» o «de-plantardizzazione» del Priorato di Sion con The Messianic Legacy (in italiano L'eredità
messianica, Tropea, Milano 1996). Presentano come grande scoperta quello che in
un certo ambiente francese tutti sanno: Plantard è un mistificatore, ma comunque esistono
discendenti del matrimonio fra Gesù Cristo e la
Maddalena, lo sono stati i Merovingi, e c'è un «vero» Priorato di Sion che sta dietro a molte vicende
contemporanee. La prova è il potere
acquisito dall'Opus Dei, che secondo L'eredità messianica, è entrata in possesso dei Dossiers
secrets e ricatta il Vaticano (un'ipotesi - aggiungo tra parentesi -
ridicola, perché nel 1986 i Dossiers secrets si potevano comprare
in qualunque libreria esoterica). Come si vede, dunque, Il Codice
da Vinci deriva da Il Santo Graal
e da L'eredità messianica, tanto direttamente che due degli
autori di quei libri, Baigent e Leigh - offesi anche perché Brown, a loro dire, avrebbe aggiunto le beffe al
danno chiamando il cattivo della storia Leigh di nome e Teabing
(un'anagramma di Baigent) di cognome- hanno avviato nell'ottobre 2004
un'azione legale contro Dan Brown accusandolo di avere nella sostanza copiato
il loro libro. Il Ricorda «Se volete
un'informazione aggiornata [circa il Codice] su tutti gli articoli in
materia, andate al sito dell'Opus Dei.
Vi potete fidare, anche se siete atei. [...] quando da parte cattolica vi si
spiega che tutte le notizie che contiene sono false, fidatevi. Per smontare
la presunta storicità del
"Codice" basterebbe un articolo abbastanza breve [...] che dica
due cose: la prima è che tutta la
vicenda di Gesù che sposa la
Maddalena, del suo viaggio in Francia, della fondazione della dinastia
merovingia e del Priorato di Sion è paccottiglia
che circolava da decenni in una pletora di libri e libretti per i devoti di
scienze occulte [...]. Ora che tutto questo materiale contenesse sequele di
panzane è stato detto e
dimostrato da tempo. [...] La seconda cosa è che Brown dissemina il suo libro di numerosi errori storici, come
quello di andare a cercare informazioni su Gesù (che la Chiesa avrebbe censurato) nei manoscritti del Mar Morto - i
quali non parlano affatto di Gesù, bensì di faccende ebraiche come gli Esseni. È che Brown confonde i manoscritti del Mar Morto
con quelli di Nag Hammadi». (Umberto Eco, Il Codice
colpisce ogni giorno, in L'espresso,
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