ATTO D’AMORE di Roberto Beretta |
Il miracolo è un atto d’amore gratuito di
Dio, che interviene nella storia dell’uomo per aiutarlo, sollevarlo,
confortarlo, per assicurarlo del suo amore di Padre. Intervista al cardinal Josè
Saraiva Martins |
I miracoli. Che cosa di meglio che andare a bussare direttamente al
luogo deputato per raccoglierli, ovvero la cosiddetta
«fabbrica dei
santi»: Anzitutto,
Eminenza, dal suo punto di vista privilegiato: in quest'epoca a volte scettica e razionalista, i miracoli
sono in aumento oppure diminuiscono? Dove si manifestano più spesso: al Nord o al Sud del mondo? «Dall'osservatorio
nel quale mi trovo, posso affermare che il miracolo è una costante che ci assicura della presenza
amorosa di Dio nella storia. Sia nei casi clamorosi come
le guarigioni inspiegabili, sia nei più
ordinari interventi di Dio nel cuore dell'uomo, il miracolo è sempre un atto
d'amore di Dio nella storia umana. Quantificare questa presenza amorosa tra
Nord e Sud del mondo mi sembra piuttosto improprio, a meno
che non si voglia accennare all'atteggiamento di precomprensione
dell'intervento di Dio percepito da varie e articolate sensibilità nelle diverse aree geografiche del mondo. Ma,
anche in questo secondo caso, la domanda è di natura sociologica in quanto tende a collocare
nel Sud del mondo una facile credenza al meraviglioso, mentre al Nord una più razionale impostazione. Il miracolo non è un fenomeno analizzabile con queste categorie o
comprensibile con questi criteri». Dopo decenni in cui si sono sottoposti a una critica storicistica e
distruttiva tutti i miracoli, compresi quelli di Cristo, adesso comunque la
mentalità
comune sembra più
disposta ad accogliere la possibilità di un'irruzione straordinaria di Dio nella vita
degli uomini. È
d'accordo? Non c'è
il pericolo di cadere nell'eccesso opposto, ovvero
nel sensazionalismo fideista, nel credere ai
miracoli come a una «magia»? «Il miracolo non
si definisce a priori come una breccia nelle leggi della natura, o come il
prodotto di una mentalità primitiva, o
come un genere letterario comune a tutte le religioni. Il miracolo ha senso
soltanto nell'economia assolutamente gratuita della salvezza in Gesù Cristo, nella quale Dio si è rivelato all'uomo. Se
si accoglie la persona di Cristo, si accettano i suoi miracoli. Orbene, l'accoglienza
di Cristo e dei suoi miracoli come realtà storiche presuppone una serie di azioni, di atteggiamenti, di
disposizioni inferiori che in teologia si chiamano "precomprensioni
della fede". La critica storicistica e distruttiva
di tutti i miracoli ha esaurito la sua potenza con
la presunzione scientista di spiegare tutto. In un
clima di riappropriazione delle radici stesse
della fede, il popolo di Dio ha ripreso a stupirsi dinanzi alle meraviglie
che Dio nel suo amore opera nella storia. È la vita stessa che viene celebrata come
miracolo di Dio, la sua stessa presenza nella storia degli uomini, tanta è la sua potenza e il suo amore per noi. Nessun sensazionalismo fideista né trionfalismo magico in questa nuova coscienza,
bensì una più matura sensibilità verso la presenza di Dio, Signore della storia». |
I miracoli sono
spesso additati come un ostacolo all'ecumenismo o comunque al dialogo con i cosiddetti «laici»; in ogni caso, nemmeno i preti li citano più volentieri. Forse inconsciamente crediamo che
una fede «adulta» e «consapevole» potrebbe farne a meno... Che
ne pensa? «L'ecumenismo
riguarda il dialogo tra i cristiani e in questa comune esperienza di fede gli
altri fratelli cristiani esprimono lo stesso
stupore della Chiesa cattolica dinanzi alle meraviglie di Dio. Basterebbe
ricordare le grandi teofanie e i miracoli dei santi
celebrati nelle Chiese orientali, in quella russa in particolare. Anzi, vi
sono aspetti anche più partecipati
che ci raccolgono intorno al culto di alcuni santi,
noti per la loro taumaturgia. Quanto poi al miracolo come frattura nel dialogo con i laici, il segno di Dio può essere percepito unicamente all'interno di
quella "precomprensione della fede" dove
o si accettano Cristo e i suoi segni oppure lo si rifiuta, perché il miracolo è sempre e solo un evento ordinato alla salvezza dell'uomo. Che anche
nei preti talvolta faccia difetto l'annuncio del
miracolo, ritenuto espressione di una fede non adulta, non c'è da meravigliarsi. Basti solo ricordare la graduale e differenziata comprensione di Gesù che ebbero gli apostoli e i primi discepoli. E
poi non mi risulta tutta questa diffidenza del clero
intorno ai miracoli. Alcune impennate teologiche possono
sembrare dominanti, ma solo apparentemente. I sacerdoti che vivono quotidianamente a contatto con il mistero
dell'Eucaristia sanno bene a quali profondità amorose si collocano i miracoli nella storia degli uomini.
Soprattutto chi si dedica al ministero della riconciliazione e scende nelle
profondità della miseria
umana, conosce bene i miracoli delle conversioni. Nel miracolo non tutto è fenomeno ed esteriorità. Spesso è l'interiore
quello che conta». Tutto
sommato, i miracoli
non sono strettamente «necessari» alla fede cattolica. Perché
però, secondo lei, sono importanti? «Anche qui vorrei ricordare quella "precomprensione della fede" a cui ho accennato. Il
miracolo è un atto
d'amore gratuito di Dio, che interviene nella storia dell'uomo per aiutarlo, sollevarlo, confortarlo, insomma per assicurarlo del suo
amore di Padre. Percepire questa presenza amorosa di Dio è sommamente importante perché ti dona la certezza che il Signore governa e
indirizza la tua storia. Ma questo una mentalità razionalista non lo può accettare, anzi le sembra persino offensivo. Per
un cristiano invece è la scoperta più sorprendente, più affascinante della sua vita». Nei santuari si vedono sempre meno «ex voto», quei quadretti o cuori d'argento con cui i
devoti ringraziavano «per grazia ricevuta». Come mai: perché non si chiedono più queste grazie o perché la gente è meno riconoscente di una volta? «Non mi sembra
che le cose stiano proprio così. O forse io
sono venuto a contatto con moltissime realtà dove si continuano a vedere proprio le cose
che talvolta sembrano essere messe in dubbio. Il santuario della Madonna del
Soccorso nelle Filippine, per esempio, I miracoli non
esistono solo nel cattolicesimo. Come considerare questi eventi in altre
religioni? «Sì, i miracoli come segno dell'amore di Dio non esistono solo nel cristianesimo. Se ne raccontano
numerosi anche nell'esperienza del popolo ebraico nell'Antico
Testamento, ma pure in altri contesti religiosi estranei al giudeo-cristianesimo. Il miracolo ha una sua
fenomenologia e una sua funzione salvifica o sapienziale. In ogni modo, solo nel Verbo incarnato
appare in tutta la sua pienezza e in tutta la sua
gloria il sigillo dell'opera di Dio». |