San Luca

ATTI DEGLI APOSTOLI

cap. 1-12

Anno Pastorale

2009-2010

cap. 13-28

Anno Pastorale

2010-2011

 

Le radice della Chiesa

nell’annuncio della Parola

 

 

Gli Atti degli Apostoli costituiscono, come si evince dalle prime parole con cui Luca apre il libro, la seconda parte di un dittico: se nel vangelo Luca ha presentato il cammino che Gesù ha fatto dalla Galilea a Gerusalemme, ora in questo secondo libro ci presenta il cammino della Parola del vangelo e il cammino della Chiesa da Gerusalemme fino ai confini della terra. Il testo mostra la stretta continuità tra i due libri: il destinatario, il rimando a ciò che Gesù «ha fatto e detto», il richiamo al racconto dell'ascensione (Le 24,44-51).

Fin da questi primi versetti siamo posti davanti ai protagonisti di questa storia: Gesù, gli apostoli -sulla cui fede e annuncio si edifica la Chiesa -, lo Spirito santo, i credenti-lettori di questo testo (il nome simbolico Teofilo, letteralmente "amico di Dio", rimanda in fondo a ogni cristiano). Siamo rinviati a quel "tempo intermedio" che fa da ponte tra la vita di Gesù e la fine del tempo, in cui la Chiesa nasce e vive sotto l'azione dello Spirito; il periodo che va dalla Pasqua all'ascensione di Gesù è tempo essenziale perché gli apostoli vengano preparati alla missione che li attende (come indica l'uso del tempo simbolico di "quaranta giorni"). È tempo di formazione e tirocinio che i discepoli ricevono da Gesù stesso - il Vivente (v. 3) - per essere messi in grado di continuare la sua missione; per questo Gesù parla loro delle «cose del Regno di Dio», cioè di quella comunione con Dio e tra persone e popoli che è stata il centro e il fine della missione di Gesù. La Chiesa, popolo messianico (Lumen gentium 9), continua così la missione del Cristo, nell'annunciare in lui, il Crocifisso risorto, la venuta del Regno.

 

 

UN RESOCONTO ORDINATO

 

Gli Atti degli Apostoli una caratteristi­ca unica nel contesto del Nuovo Testamento. La indicano le parole inizia­li del libro: «Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo» (At 1,1-2). Il libro di cui ci occu­piamo si presenta come prosecuzione di un altro libro, scritto dal medesimo auto­re e che il destinatario, Teofilo, già cono­sce, cioè il terzo Vangelo. Anch'esso si apre con parole simili: «Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmes­si coloro che ne furono testimoni ocula­ri fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordi­nato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli inse­gnamenti che hai ricevuto» (Lc 1,1-4). Nel Nuovo Testamento solo Luca e Atti iniziano con un prologo. Sono due prologhi a un testo di storia, «un resoconto ordinato», o una tratta­zione di «tutto quello che Gesù fece e insegnò». In ciò i due volumi lucani si avvicinano ai testi della storiografia antica. Un buono storico, all'inizio dell'opera che si cinge a compor­re, specifica chi è il destinatario, precisa quali saranno le tematiche che tratterà, esibisce con parole adatte le ricerche che ha effettuato e l'atteggiamento responsabile con cui si accinge a narrare gli avvenimenti. Il prologo del terzo Vangelo e il prologo degli Atti già ci orientano in tal modo verso un mondo che è diverso dal resto dei libri neotestamentari e si avvicina al modo di fare storia nel mondo ellenistico del I e II secolo.

Ma i versetti iniziali degli Atti ci rivelano anche, come abbiamo visto, che l'autore consi­dera il suo libro come la prosecuzione di un altro testo da lui scritto precedentemente. Siamo così sollecitati a cogliere il libro degli Atti come parte di un'opera più ampia. Oggi si usa giustamente parlare di opera lucana, comprendente il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli. Ma a quale livello si stabilisce l'unità tra il terzo Vangelo e gli Atti? Ritengo che si possa affermare che l'unità dell'opera è fondata sull'unico autore, sull'unità di tema e sul­l'unità di narrazione.

 

 

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