COSTUMI DEGLI EBREI |
L’abbigliamento di un uomo ebreo. |
In epoca biblica l'abbigliamento del popolo d'Israele subì poche trasformazioni. Le principali differenze erano quelle che si osservavano tra ricchi e poveri: questi ultimi possedevano solo gli abiti di lana o di pelo di capra che indossavano tutti i giorni, mentre i ricchi ne avevano per l'inverno e per l'estate, per il lavoro e per i giorni di festa, di tessuti diversi, come lino o addirittura seta. Il primo indumento che l'uomo indossava era il perizoma, una corta veste che doveva coprirlo dalla vita alle ginocchia. Su questo indossava poi una tunica, lunga sino al polpaccio, di lana o lino. |
La tunica era una sorta di grande sacco: un lungo pezzo di tessuto, piegato a metà e cucito lungo i lati, con due fori per le braccia ed uno per la testa all'estremità superiore. Abitualmente la tunica era rossa, gialla, nera o a strisce. Attorno alla vita la tunica era fissata da una fascia o da una cintura. Si trattava in realtà di una striscia di tessuto ripiegata, all'interno della quale si tenevano le monete. I ricchi usavano cinture di cuoio, dalle quali pendevano pugnali o altri oggetti preziosi. Per muoversi più liberamente, ad esempio durante lo svolgimento di un lavoro, l'uomo poteva ripiegare la tunica nella cintura, rendendola molto più corta, il che equivaleva al nostro "rimboccarsi le maniche". In Palestina le donne
indossavano tuniche molto simili a quelle degli uomini, ma lunghe sino alle
caviglie. Spesso erano di colore blu o ricamate attorno al collo, secondo un
motivo tradizionalmente utilizzato nel villaggio di appartenenza. Durante il
lavoro, la donna poteva sollevare l'orlo della tunica, utilizzandola come
capace contenitore per il trasporto, ad esempio, delle granaglie. |
Ai tempi del Nuovo
Testamento, i più poveri indossavano uno spesso mantello di lana, una sorta di
cappa, realizzata con due pezzi di tessuto cuciti tra loro, spesso a righe
alternate marrone chiaro e scuro. I sandali erano le
calzature più comuni in Palestina, anche se molti andavano scalzi. Era
abitudine sfilarsi i sandali prima di entrare nella casa di qualcuno o in un
luogo sacro. In base alla consuetudine, ci si infilava e sfilava sempre il sandalo destro per primo, seguito poi da quello sinistro. |
Vestiti di una popolana ebrea; di fianco una donna
riccamente vestita e acconciata. |
Lo
splendido abbigliamento di un nobile ebreo. |
Colui che desiderava
vendere una proprietà lasciava il suo sandalo all'acquirente, come pegno di
disponibilità a cedergli il diritto sulla proprietà acquistata; sembra che un
gesto analogo segnasse il rifiuto di sposare la vedova senza figli di un
fratello, un diritto-dovere volto ad assicurare al morto una discendenza
legale. In Palestina per il forte sole era necessario
proteggersi il capo, il collo e gli occhi. Per questo scopo si utilizzava
abitualmente un riquadro di tessuto ripiegato diagonalmente. Una delle
estremità doveva proteggere la testa, mentre le altre proteggevano il collo.
Talvolta si indossavano un berretto e uno scialle di lana sottile, il
tallith, utilizzato soprattutto durante le preghiere. Le donne portavano sul
capo dei cuscinetti imbottiti, sui quali posavano le brocche d'acqua o gli
altri oggetti che dovevano trasportare. |