BASILIO MAGNO |
VITA DI BASILIO MAGNO NATO DA DONNA MARIA SEMPRE VERGINE CORPO CHE SOFFRE |
VITA DI BASILIO MAGNO Nacque a Cesarea di
Cappadocia verso il 330, da una famiglia profondamente cristiana. Dopo aver
frequentato le scuole della sua città natale e di Costantinopoli, fu inviato
ad Atene nel 351 per perfezionare i suoi studi di retorica. Tornato a Cesarea
verso il 356, dopo aver esercitato per breve tempo la professione di retore,
vi rinunciò per abbracciare la vita monastica. Ricevette il battesimo ed
intraprese un viaggio attraverso l'Egitto, la Palestina, la Siria e la
Mesopotamia per incontrare gli asceti che vivevano in quelle regioni. Al
ritorno fondò parecchi monasteri e compose le sue due famose Regole della
vita monastica. Nel 364 fu ordinato
sacerdote e nel 370 divenne vescovo e metropolita della sua città natale.
Basilio seppe creare nella sua vita un meraviglioso equilibrio tra pensiero e
azione. Morì nel 379. I testi di maggior
interesse per la dottrina mariana e che comportano un certo sviluppo, li
troviamo nell'omelia Sulla Generazione di Cristo e nella Lettera 260. Nelle
altre opere incontriamo solo affermazioni brevi ed occasionali. La dottrina mariana di
Basilio si rivela fortemente radicata nella cristologia. Nella persona della
Vergine Santa egli vede la Madre dell'Emmanuele preannunciata dal profeta
Isaia (Is 7,14). Nel suo grembo si è realizzato il grande mistero
dell'Incarnazione nel quale il Figlio di Dio non solo è venuto tra noi, ma ha
preso una carne umana e si è fatto nostro congiunto. Basilio ci presenta la
Madonna nell'esercizio delle sue funzioni materne. Pone un accento
speciale sulla verginità perpetua e spiega con insistenza perché conveniva
che Maria, pur dovendo rimanere vergine, andasse sposa a Giuseppe. |
NATO DA DONNAAscolta le parole
stesse del Vangelo. "Infatti - dice - sua madre Maria, essendo promessa
sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per
opera dello Spirito Santo" (Mt 1, 18). Una vergine, ma data in sposa ad
un uomo, fu giudicata idonea al ministero di questa economia, affinché fosse
onorata la verginità e non fosse disprezzato il matrimonio. La verginità
infatti fu scelta come atta alla santificazione; ma con lo sposalizio furono
inclusi anche gli inizi del matrimonio. Inoltre Maria ebbe uno sposo custode,
cosicché questi fosse un testimone domestico della sua purezza e non fosse
concessa ai calunniatori l'occasione di accusarla, quasi avesse violato la
verginità. Ho anche un'altra
ragione da aggiungere, per nulla inferiore a quelle già enunciate. Quando fu
maturo il tempo per l'Incarnazione del Signore, tempo prestabilito fin
dall'antichità e predestinato prima della fondazione del mondo, allorché fu
necessario che lo Spirito Santo e la potenza dell'Altissimo plasmasse quella
carne gestatrice di Dio, siccome l'umanità di quell'epoca non possedeva nulla
che uguagliasse in valore la purità di Maria, onde poter accogliere
l'operazione dello Spirito Santo, dal momento che era tutta accaparrata dagli
sponsali; fu scelta la beata Vergine, perché la sua verginità non era stata
in nulla contaminata dal matrimonio. Un antico autore
presentò anche un'altra ragione. Fu escogitato il matrimonio con Giuseppe,
affinché la verginità di Maria rimanesse nascosta al principe di questo
mondo. Infatti furono adottate per la Vergine le forme esterne delle nozze,
quasi per distrarre il maligno che da tempo insidiava le vergini, cioè da
quando aveva udito il profeta annunciare: "Ecco, la vergine avrà nel
seno e partorirà un Figlio" (Is 7,14). Con il matrimonio fu dunque
ingannato l'insidiatore della verginità. Egli sapeva infatti che la venuta
del Signore nella carne, avrebbe apportato la distruzione del suo dominio. "Prima che
venissero a stare insieme, fu trovata gravida per opera di Spirito
Santo" (Mt 1, 18). Giuseppe trovò ambedue le cose: e la concezione e la
causa di essa, cioè l'opera dello Spirito Santo. Perciò temendo di essere
detto uomo di tale donna, "volle di nascosto allontanarla" (Mt 1,
19), non osando mettere in pubblico le vicende di lei. Ma essendo giusto,
ebbe in sorte la rivelazione dei misteri. "Mentre infatti egli pensava a
tali cose, l'angelo del Signore gli apparve in sogno dicendo: "Non
temere di prendere con te Maria, la tua donna"" (Mt 1, 20). Non
avrai pensato di dover occultare una colpa di fronte a maligni sospetti. Sei
stato infatti chiamato giusto: non sarebbe da uomo giusto passare sotto
silenzio le colpe. "Non temere di prendere con te Maria, la tua
donna". Giuseppe mostrò che non si era sdegnato, né aveva provato
disgusto verso di lei, ma che la temeva perché piena di Spirito Santo.
"Ciò infatti che è stato generato in lei, è opera dello Spirito
Santo" (ibid.). Giuseppe, parlando con
gli altri prigionieri dei propri sogni (Gn 40, 8), chiaramente usa anch'egli
l'espressione: "per mezzo di (dia) Dio", invece dell'espressione:
"da (ek) Dio". Al contrario Paolo usa la preposizione:
"da" al posto di: "per mezzo di", quando dice per
esempio: "Nato da donna" (Gal 4, 4), invece di: "Nato per
mezzo della donna". Infatti ha chiaramente
spiegato altrove come sia proprio della donna nascere dall'uomo e proprio
dell'uomo nascere per mezzo della donna, là dove afferma: "Come la donna
nasce dall'uomo, cosí l'uomo nasce per mezzo della donna" (1 Cor 11,
12). Qui tuttavia l'Apostolo fa vedere la differenza nell'uso di queste due
espressioni e nello stesso tempo rettifica occasionalmente la falsa dottrina
di coloro i quali ritenevano che il corpo del Signore fosse spirituale. Il suo intento è quello
di mostrare che la carne divenuta portatrice di Dio è stata impastata di
materia umana; e per questo preferisce usare un termine piú significativo.
Infatti l'espressione: "per mezzo di una donna", potrebbe far
nascere il sospetto che si tratti di una generazione "di
passaggio". Invece parlando di generazione "da donna", indica
con sufficiente chiarezza la comunione di natura tra il Figlio e sua Madre.
Non c'è dunque contraddizione. L'Apostolo dimostra semplicemente con quale
facilità i termini si possano sostituire l'uno all'altro. O uomo, che cosa ti
faremo? Finché Iddio rimane in cielo, tu non lo cerchi. Ora che Egli discende
verso di te e con te si intrattiene mediante il suo corpo, tu non sei
disposto ad accoglierlo, ma cerchi la ragione per cui sei potuto diventare
familiare con Dio. Apprendi dunque che Dio è nella carne, perché bisognava
che fosse santificata questa carne, già maledetta; che fosse corroborata
questa carne infiacchita; che fosse ricondotta all'amicizia con Dio questa
carne a lui nemica e venisse riportata in cielo la carne che dal paradiso era
caduta. E qual è l'officina di
questa economia? Il corpo di una santa Vergine. E quali i principi attivi di
questa generazione? Lo Spirito Santo e la potenza adombrante dell'Altissimo. |
MARIA SEMPRE VERGINE Ebbe cosí compimento il
mistero predisposto prima dei secoli ed annunciato anticamente per mezzo dei
profeti: "Ecco la vergine avrà nel seno e partorirà un Figlio e lo
chiameranno con il nome di Emmanuele che, tradotto, significa:
Dio-con-noi" (Is 7, 14). Anche questa antica denominazione contiene la
manifestazione di tutto il mistero, che cioè Dio sarà con gli uomini. Dice
infatti "Emmanuele"", che significa: Dio-con-noi. Nessuno
dunque si lasci fuorviare dalle calunnie di coloro, i quali affermano che il
profeta ha parlato di fanciulla e non di vergine. "Ecco infatti, dice,
la giovinetta avrà nel seno". Prima di tutto infatti, è la piú assurda
di tutte le cose pensare che quanto è stato dato come segno dal Signore sia
alcunché di comune e di noto ad ogni natura. Che cosa dice infatti il
profeta?". Ed il Signore aggiunse di parlare ad Acaz cosí: Chiedi per te
dal Signore tuo Dio un segno nel profondo e nelle altezze. E disse Acaz: Non
chiederò e non tenterò il Signore" (Is 7, 10-12). E un po' piú avanti
prosegue: "Per questo il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la
vergine avrà nel seno" (Is 7, 14). Siccome dunque Acaz non
chiese un segno né nel profondo né nelle altezze, affinché tu apprenda che
colui che è disceso nelle parti inferiori della terra è lo stesso che è
salito al di sopra di tutti i cieli (cf. Ef 4, 9-10), il Signore stesso ha
dato un segno; un segno davvero straordinario e portentoso, di gran lunga
superiore alla comune legge della natura: la stessa donna è vergine e madre;
e pur rimanendo nella santa condizione di una vergine, ottiene anche la
benedizione della maternità. "E svegliatosi,
prese con sé la sua donna" (Mt 1, 24). Quantunque la reputasse sua sposa
quanto a disposizione d'animo, amore e ogni sollecitudine che si conviene a coloro
che vivono insieme, tuttavia si astenne da ogni rapporto maritale.
"Infatti non la conobbe - dice - finché non partorì il Figlio suo
primogenito" (Mt 1, 25). E per quanto riguarda
quel "non la conobbe finché non partorì il Figlio suo", il
"finché", in molti passi, sembra indicare un tempo definito, ma in
realtà designa un tempo indefinito, come è il caso di ciò che disse il
Signore: "Ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo" (Mt 28, 20). Infatti il Signore non cesserà di essere con i santi
dopo questo mondo; ma la promessa del presente non è un'interruzione per il
futuro. Allo stesso modo diciamo che qui è usato "finché". Quanto al fatto poi che
venga detto primogenito, non sempre il primogenito è inteso in rapporto con
altri figli, ma si dice primogenito colui che per primo apre il grembo
materno (cf. Es 13, 11). Anche la storia di
Zaccaria mostra che Maria fu sempre vergine. C'è un racconto giunto fino a
noi per tradizione, secondo cui Zaccaria, per aver collocato Maria, dopo il
parto del Signore, nel luogo riservato alle vergini, fu dai Giudei ucciso tra
il tempio e l'altare (cf. Mt 23, 35), accusato dal popolo di aver dato, con
questo, quasi una conferma di quel segno straordinario e glorioso, che la
Vergine cioè aveva generato e non aveva violato la verginità. |
CORPO CHE SOFFRE Pertanto se il Signore
non è venuto nella carne, il Redentore non ha pagato alla morte il riscatto in
nostro favore né, mediante il suo potere, ha distrutto il regno della morte.
Se infatti ciò che era sotto il dominio della morte e ciò che è stato assunto
dal Signore fossero state due cose diverse, la morte non avrebbe cessato di
compiere la propria opera; né le sofferenze della carne portatrice di Dio si
sarebbero risolte a nostro vantaggio; né avrebbero ucciso il peccato nella
carne; e noi che eravamo morti in Adamo non saremmo stati restituiti alla
vita in Cristo (cf. 1 Cor 15, 22). Ciò che era caduto non sarebbe stato
riparato; né sarebbe stato restaurato ciò che era andato in pezzi; e ciò che
si era separato da Dio a causa dell'inganno del serpente non si sarebbe a lui
nuovamente riunito. Tutti questi effetti
vengono eliminati da coloro i quali sostengono che il Signore è venuto con un
corpo celeste. A questo punto che bisogno c'era della Vergine Santa, se la
carne portatrice di Dio non doveva essere attinta dalla massa di Adamo? (Simeone) chiama spada
(cf. Lc 2, 35) la parola che ha la forza di mettere alla prova e di
discernere i pensieri; e che giunge fino alla divisione dell'anima e dello
spirito, delle giunture e delle midolla (cf. Eb 4, 12). Ogni anima infatti, al
momento della Passione, fu sottoposta ad una specie di dubbio, secondo quanto
dice il Signore: "Tutti sarete scandalizzati per causa mia" (Mt 26,
31). Perciò Simeone profetizzò che Maria stessa, mentre stava presso la croce
osservando le cose che succedevano e ascoltando ciò che veniva detto, dopo la
testimonianza di Gabriele, dopo l'arcana conoscenza del concepimento divino,
dopo la grandiosa manifestazione dei miracoli, avrebbe conosciuto qualche
sbandamento nella sua anima. Era necessario, infatti, che il Signore gustasse
la morte per tutti e che, divenuto il propiziatore del mondo, giustificasse
tutti nel suo sangue. E anche tu (o Maria)
che pure hai appreso dall'alto le cose che riguardano il Signore, sarai colta
dal dubbio. Questo è ciò che significa la spada. "Affinché siano
svelati i pensieri di molti cuori" (Lc 2, 35). Queste parole significano
che, allo scandalo derivato dalla croce di Cristo, il Signore ha fatto
seguire un pronto rimedio sia per i discepoli che per Maria; rimedio che rese
fermo il loro cuore nella fede in lui. |
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