Maria Regina
e Madre di Misericordia
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Ave Maria!
Il
Beato Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S.
Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita,
avendogli il medico fatto capire che non c'era più alcuna speranza di
guarigione, lo ringraziò e ringraziò Dio di tale prezioso guadagno per la sua
anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti, cominciò a cantare le lodi della
Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio. Volgeva continuamente lo sguardo
a una immagine della Madonna, che stava di fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore
tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a
visitarlo: egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno
canto d'amore: "Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima,
accompagnata dalla "Tutta bella", se ne volò al suo Creatore. Era
il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della
Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi
dell'"Angelus Domini". (Da
"I santi e la Madonna (7)" - P. Rosario Maria Daniello – Casa
Mariana) Un’Ave Maria
Del
P. Pietro Charles, che tanto lavorò per diffondere
tra la gioventù studiosa di Europa lo spirito missionario, si racconta questo
mirabile fatto. Michiko Inukai,
figlia di un uomo di Stato giapponese, alcuni anni or sono, incontrò per caso
un'amica, la quale le rivolse a bruciapelo questa domanda: Che cosa vai
cercando? Spinta da una forza misteriosa, la Michiko
uscì in questa inattesa risposta: Sto in cerca di una religione universale.
Alcuni mesi più tardi si convertiva al cattolicesimo, ricevendo il S.
Battesimo. Venne a conoscenza degli scritti del P. Charles,
e ne rimase talmente entusiasta, che scrisse al dotto missionario, chiedendo
il permesso di tradurli in giapponese. Il pio religioso, nella lettera di
risposta, pose anche una fotografia ritagliata da una vecchia rivista
missionaria. In quella foto si vedeva una famiglia giapponese, tra cui una
bimba seduta sulle ginocchia della mamma. "Non so il perché scriveva il
P. Charles alla Michiko
ma sono già venti anni che ogni giorno dico un'Ave Maria per quella bambina.
Siete forse voi?" E la signorina Michiko gli
rispose: "Si, sono proprio io!". Oggi la signorina Michiko fa parte della Crail,
Associazione di laici missionari che lavorano intensamente a portare nel seno
della famiglia il fermento cristiano. (Da "Amor che veglia" - Barra - episodio riportato in "Nuovissimo mese mariano" - temi di predicazione – P. Iannarone o.p., Padre Masiero o.p. -
Edizioni domenicane italiane A Gesù
per Maria
La
devozione alla Madonna porta necessariamente a Gesù,
anzi è il mezzo più sicuro e perfetto che porti a Dio. Ecco un episodio nella
devozione di S. Gemma Galgani alla Madonna.
"Un giorno Gemma si vede sulle braccia della Madre divina, in atto di
riposare la testa sul cuore di Lei. La SS.ma
Vergine le domanda: Gemma, non ami che me? E Gemma risponde: Oh no, prima di
te amo un'altra persona. A queste parole la Madonna, stringendosela ancora
più al cuore: Dimmi chi è. No, non te lo dico risponde Gemma, quasi
scherzando con Colei che pareva a sua volta scherzare. Se tu fossi venuta ier l'altro, di sera, l'avresti saputo soggiunse. Egli ti
somiglia in tutto per bellezza, i suoi capelli hanno il colore dei tuoi. La SS.ma Vergine che pareva compiacersi di sentirselo
ripetere, insisté ancora: Chi è? E Gemma rispose: È Gesù,
il figlio tuo. Oh, l'amo tanto! A queste parole la Madonna nuovamente strinse
a sé Gemma e disse: Oh, sì. Amalo pure, amalo tanto; ma ama lui solo. E la
visione disparve". (Da "Ma
Mère" - Schryvers. Trovato in "Nuovissimo
mese mariano" - P. Reginaldo o.p., P. Masiero o.p. - Edizioni domenicane italiane) La mendicante con i rosari
Uno
straordinario apostolo, il S. Curato d'Ars, si serviva del S. Rosario per
attirare anime e far piovere su di esse grazie senza numero di conversioni
anche prodigiose. Una volta fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali
al popolo in una località nei pressi di Ars. Per prima cosa, egli chiese al
Parroco se tra i fedeli ci fosse qualcuno disposto a pregare intensamente. Il
Parroco gli indicò una povera mendicante, buona solo a dire Rosari. Il Santo
Curato avvicinò subito la poveretta e la pregò di voler recitare
continuamente Rosari per tutto il tempo delle prediche. La mendicante ubbidì,
La Missione andò benissimo. Le conversioni si moltiplicavano, e il S. Curato
attestava con gran giubilo: Non è opera mia, ma della Madonna invocata dalla
mendicante con i Rosari. (Da
"Il Santo Rosario e i Santi" - P. Stefano Maria Manelli
- Casa Mariana) Il Rosario tra i prigionieri
Il
Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori.
Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava
la Regina del Cielo! La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio
prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli
d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. Anche loro, disse, sono miei
figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede. Il Sacerdote
rispose: Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! Non
scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco
diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in
Paradiso questa preghiera! Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal
Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò
per consegnargli molte corone. L'apostolato della recita del Rosario cambiò
il cuore degli schiavi. Il Sacerdote fu ricompensato dalla Madonna con molti
favori, uno dei quali fu questo: venne preso dalle mani della Vergine e
miracolosamente messo in libertà, ricondotto tra i suoi Confratelli. (Da
"Maria Regina e Madre di Misericordia" - Don Giuseppe Tomaselli) Ha sfiorato con la mano il mio
Rosario
Nella
cittadina di Frascati, a 21 Km. da Roma, la Madonna ha voluto con un
singolare prodigio, avvenuto il 23 febbraio 1949, dare segno della sua
potenza e della sua materna misericordia. Il fatto prodigioso fu riferito da
vari giornali e pubblicato con le attestazioni dei medici e degli altri
testimoni oculari nel Bollettino mensile di Pompei. Il
P. Sante Celani, Cappellano dell'ospedale ove
avvenne il prodigio di cui fu testimone oculare, così ce lo narra:
"Adalgisa Di Domenico, è nata a Filettino (Roma) nell'anno 1908.
Ammalata nell'ottobre del 1946 per suppurazione di iniezione con resipola alle gambe. Dopo qualche settimana le si
manifestò un forte ascesso renale per cui fu ricoverata per osservazione
all'ospedale di Frascati. In seguito a complicazioni fu trasportata al
Policlinico, ove il Prof. Frugoni
riscontrava acutissima setticemia. Il male si complicava e nel giugno una
maligna forma di mastoidite ai due orecchi le faceva perdere la vista: rimase
cieca per dieci giorni. Il due luglio 1947 di nuovo ricoverata all'ospedale
di Frascati venne operata e le fu asportato un rene. Il 14 settembre 1948 un
attacco di paralisi le immobilizzava gli arti inferiori e il braccio sinistro.
Dalla mattina di detto giorno fino alla sera del 23 febbraio 1949 la
paralizzata come testimoniano il medico curante Dott.
Buttarelli, Mons. De Angelis parroco della Cattedrale, il Padre Scolopio
Cappellano dell'Orfanatrofio Micara,
la Madre Superiora delle Figlie della Carità non ha più potuto nutrirsi per
via orale, perché lo stomaco rimetteva tutto con indicibili dolori
dell'inferma, costretta perciò a nutrirsi mediante ipodermoclisi. Il ventre
le si era gonfiato enormemente. Dal 14 settembre 1948 ha ricevuto quasi ogni
giorno la SS. Eucarestia: è stato il suo Viatico
per 5 lunghi mesi di atroci spasimi. Ogni giorno si pensava che dovesse
essere l'ultimo. I medici l'avevano da tempo dichiarata fuori dalle
possibilità della scienza. Nell'ultimo periodo della malattia la paralisi si
estese alla faccia e alla bocca. Il 25 febbraio 1949 verso sera per Frascati
si seppe che Adalgisa Di Domenico, la malata che tutti conoscevano, era
improvvisamente guarita! Avvertito dalle Suore dell'Asilo mi recai immediatamente
dalla miracolata. La trovammo seduta sul letto in quella cameretta al primo
piano di Via Spada dove ogni mattina mi recavo dopo la S. Messa: stava bene.
Ogni mattina quando mi allontanavo da quella casa, io pensavo di non
ritornarvi se non per benedire la sua spoglia mortale. Invece la grazia la
Madonna l'aveva concessa. La miracolata ci ha detto: "Erano le 16,30
circa, la mamma era appena uscita ed io mi accingevo a fare la novena alla
Madonna di Pompei (era la seconda che facevo e mi trovavo al terzo giorno).
Ad un tratto ho sentito un lieve fruscio, poi più distinto un rumore di
vesti, mi sono voltata e lì ritta sulla porta la Madonna del Rosario di
Pompei. Era tanto bella. Vestita di rosso, al collo aveva una scollatura in
argento con un fermaglio nel mezzo. Portava la corona del rosario nella mano
sinistra e un manto azzurro le scendeva dalle spalle. Mi disse: Alzati e
cammina. Sii devota dei 15 sabati e recita ogni giorno 15 poste del S.
Rosario. Dopo la Madonna si è ritirata. Mi sentii un forte brivido per le
membra, mi accorsi che potevo muovermi, mi alzai da sola: stavo bene! Cercai
di chiamare qualcuno dalla finestra, ma non riuscii a farmi sentire. La mamma
aveva lasciato sul tavolo un pezzo di pane: lo mangiai con appetito. Quando
venne mia sorella Irma mi credette impazzita a
vedermi in piedi. Poco dopo venne mamma e tutta la gente del vicinato. La
Madonna ha sfiorato con la mano la mia corona del Rosario, voglio custodirla
in una piccola urna". La miracolata gode ora ottima salute, nonostante
il grande afflusso di persone che sono andate a visitarla e l'hanno tenuta a
parlare per ore e ore. Ogni mattina va ad ascoltare la S. Messa e a ricevere
la S. Comumione nella vicina Cappella delle Suore
della Carità". (Da "Il Rosario e
la nuova Pompei", periodico mensile. Maggio 1949 pp. 70-74 Il Rosario contro la tentazione
Padre
Pio non ha tenuto il Santo Rosario a riposo. Al contrario, l'ha adoperato
giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote,
a S. Giovanni Rotondo, dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del
dormitorio, dietro una tendina. Una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto
rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocanti di P. Pio che
supplicava: Madonna mia, aiutami! Al mattino il ragazzo andò al letto di P.
Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la
ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a P. Pio il perché di quei
ferri contorti e dei gemiti notturni. P. Pio alla fine li accontentò, per
insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il
nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura,
aveva invocato P. Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in
aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua
rabbia su P. Pio, assalendolo furiosamente. La
forza del Rosario! (Da "Il Santo Rosario e i Santi" - P.
Stefano Maria Manelli - Casa Mariana) Guarigioni con il Rosario
Con
il Rosario, S. Francesco Saverio non solo faceva catechesi e inculcava
l'amore filiale alla Madonna, ma operava anche guarigioni e miracoli. La
cosa, dapprima sorprendente e meravigliosa, divenne poi semplice e comune fra
i cristiani. La Madonna era davvero vicina a questo suo grande figlio e
confermava con i miracoli la sua dottrina e la sua vita. I fedeli si erano
via via abituati a chiedere in prestito a S.
Francesco Saverio la sua corona del Rosario e la facevano passare da un
malato all'altro, perché guarissero. A guarigioni avvenute, spesso il Rosario
non ritornava più a S.Francesco Saverio, perché si
amava conservarlo per devozione e ricordo, con grande riconoscenza. A volte
egli stesso era richiesto con insistenza per una visita a qualche ammalato.
E, se gli era proprio impossibile, affidava il suo Rosario ad alcuni
fanciulli, perché lo portassero all'infermo e glielo appoggiassero sopra. I
ragazzi facevano così, e non era difficile che l'infermo guarisse! Per questo
persino gli stessi pagani, per curare i loro infermi, si facevano prestare il
Rosario di S.Francesco Saverio. E la Madonna, Madre
universale, non mancava di far sentire la sua presenza di grazia, anche a
quei figli ancora lontani. Specialmente ai novelli convertiti, S.Francesco Saverio raccomandava con premura la devozione
del S. Rosario, assicurandoli che con questo mezzo stavano sotto la
protezione della Madonna e non sarebbero mai andati perduti. Una volta uno di
questi, un mercante, andò a salutare il Santo prima di imbarcarsi e gli
chiese un piccolo ricordo da portare sempre con sè.
Insistette molto e S.Francesco Saverio, per
accontentarlo, si tolse dal collo la corona del Rosario e gliela diede
dicendogli: Custoditela devotamente e voi non
morirete in mare. Durante la traversata, infatti, una bufera spaventosa
sfasciò la nave. Tutti perirono. Solo quel mercante, perduta la conoscenza si
vide in compagnia di S.Francesco Saverio e, quando
riprese i sensi, si trovò sano e salvo sulla spiaggia. (Da "I
Santi e la Madonna" 8 - P. Stefano Maria Manelli) Col Rosario si può tutto
S.
Teresa era piccina, quando, dopo essersi confessata, porse al sacerdote la
sua coroncina per farla benedire. Riferisce: "Era sera; giunta sotto un
lampione mi fermai e, traendo di tasca la corona allora benedetta, la girai e
rigirai per tutti i versi". Voleva guardare "com'è fatta una corona
benedetta". Ingenuità, ma non priva di significato. Amava recitare il
Rosario con la cugina Maria durante il passeggio, "contando però sulle
dita, per non far vedere la loro devozione al pubblico spesse volte
indiscreto". Divenuta
carmelitana, una luce particolare le fa comprendere le straordinarie
ricchezze di questa preghiera: "Col Rosario dice si può ottenere tutto.
Secondo una graziosa immagine, esso è una lunga catena che lega il cielo alla
terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S.
Vergine. Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo,
perché questa preghiera è potente sul suo cuore. Essa è come il fermento che
può rigenerare la terra. La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi
figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. Il Rosario sale come
incenso ai piedi dell'Onnipotente. Maria lo rinvia subito come una benefica
rugiada, che viene a rigenerare i cuori. Non c'è preghiera che sia più
gradita a Dio del Rosario". (Da
"Il segreto di una Corona" - Attilio Borzi,
Edizioni dell'Immacolata) |