Il miracolo del pane

Il "Miracolo del pane" viene descritto in tutte le biografie della Beata, sin da quella stampata a Roma da Fra Paolo Olmi nel 1484; esso è anche stato raffigurato, nel 1890, nella lunetta destra della navata della Chiesa di S.Andrea in Brunate ove è tuttora visibile. Ma già nel 1468, a soli tre anni dalla morte di Maddalena Albrici, esso fu dipinto "dentro la prima porta vecchia del convento" come testimonia suor Angela Luraga nel 1604.

 

Riprendiamo la descrizione di Giovanbattista Melloni nel testo edito nel 1764.: "Narrasi che un giorno d’inverno essendo caduta assai neve ch’aveva rendute le strade impraticabili, si trovò il Monistero di Brunate affatto privo di vettovaglia. La Suora, ch’aveva cura del refettorio, posta per tal accidente in gran costernazione ed affanno, corse a darne avviso alla santa Madre. Questa, senza punto commuoversi, ordinò, che non per tanto si apparecchiassero le mense secondo l'uso degli altri giorni, e al tempo debito si suonasse la campanella del Refettorio. Ella intanto se ne andò alla Chiesa, e con fiduciale preghiera al celeste Padre mostrò l’urgentissimo bisogno della sua comunità. Giunta l’ora della tavola, e radunate le Suore in Refettorio, nel mentre che la santa Madre faceva loro buon cuore su la speranza della Divina Provvidenza, ecco suona il campanello della porta. Accorre la Portinaja, apre l’uscio, e vi ci trova su la soglia un gran canestro di pane candido e fresco: ricerca con gli occhi la persona, che l’ha portato, e non vede anima vivente; e che più la sorprende, né tampoco vede nella neve orma alcuna di persona, venuta a quella parte. Portò quel canestro di pane in Refettorio; ed immaginate con quanta allegrezza e meraviglia, e con quante benedizioni e ringraziamenti ricevuto fosse l’opportuno dono del Cielo!". Nell’affresco di Licinio Bianchi del 1890 è rappresentata la tormenta di vento e neve che sconvolge i veli delle suore; i numerosi cesti, ritrovati davanti alla porta, sono ricolmi di ogni ricchezza di vivande. Sembra più poetica la descrizione del Melloni per quel "pane candido e fresco" che immaginiamo ancora tiepido nel gelo della neve e per quell’"orma di alcuna persona", che ci fa pensare al silenzio immoto sulla montagna isolata dalla nevicata e dalla nebbia.

Un altro miracolo che viene raccontato con il gusto delle genti contadine, abituate a vivere le stagioni e i ritmi della natura, è quello dell’albero che dà frutti miracolosamente. Girolamo Borsieri nella vita pubblicata nel 1624 così narra:

"Parve un anno, che il cielo sopra il territorio Comasco fosse divenuto di sodo marmo, così s’era fatto avaro di quell’humore senza cui vivere non possono le piante, né fecondarsi i terreni. Era così secca l’aria, che non solamente non mandav’ella in terra pioggia veruna, ma né pur una minima stilla di rugiada, con cui potessero prendersi alquanto ristoro gli animali, e l’herbe, e le piante immorbidirsi. Ond’elle benchè nella stagione, in cui sogliono mostrar loro dilettevolissime vestimenta, parevano nondimeno tocche della maggior asprezza del verno. (…) Tra i luoghi in questo territorio sommamente afflitti da tale siccità poteva annoverarsi Brunate. Però non si trovando per questo influsso nel Monastero della B.Maddalena acqua, né vino, rimanev’ella un giorno molto accesa dalla sete. Soffrela tuttavolta e tace, ma non meno allhora di lei scoprendosene un’altra Monaca nel medesimo Monastero, trovasi costretta a pregar Dio, che si degni intanto di sottrarre ambedue da questa necessità. Onde seco chiama la compagna ad uscir nel giardino. Ivi piegando le ginocchia in terra, e giungendo le mani in atto di orazione comincia a chieder in ciò soccorso opportuno alla S.D.Maestà. Trovasi appena giunta la fine della richiesta, che volgendo gli occhi ad una pianta di visciole la quale poco avanti fors’era priva fino delle stesse foglie, vederla carica di ottimi frutti, perlochè con essi in ambedue s’estingue l’acceso ardore della sete".

Questo miracolo, secondo alcune interpretazioni, sarebbe raffigurato nella lunetta sinistra della navata della chiesa di Brunate. In realtà la scena che sta di fronte al "miracolo del pane" sembra rappresentare Maddalena Albrici nell’atto di tracciare le fondamenta di un nuovo edificio, indicandone il perimetro ad un operaio che sta ponendo i picchetti.

Tale episodio interpreta l’ampliamento del monastero (nel dipinto è rappresentato un edificio già esistente) e l’ingrandimento della chiesa realizzati dalla Beata.

 

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