Tutti quest'estate
abbiamo sofferto il caldo, chi più e chi meno.
Vale forse la pena di soffermarsi sulle cause di questo progressivo
surriscaldamento del clima, i cui effetti si sentiranno anche nei
prossimi anni, anche perché eventuali correzioni di rotta richiedono
tempi lunghi.
Secondo gli esperti il riscaldamento del clima è causato principalmente
dall'accentuarsi del cosiddetto "effetto-serra". Per
effetto-serra, che di per sé è un fenomeno positivo per le condizioni
di vita dell'uomo sulla terra, s'intende quell'azione di filtro svolta
da alcuni gas dell'atmosfera, e in particolare dall'anidride carbonica,
per impedire la dispersione del calore nello spazio. E' stato calcolato
che, senza atmosfera, la temperatura media della Terra sarebbe di -18
C°, mentre in realtà è di circa 15 C°. L'aria è dunque
indispensabile non solo per respirare, ma anche perché crea le
condizioni climatiche idonee per la vita dell'uomo sulla terra. Senza
l'effetto-serra sarebbe tutto gelato e non vi sarebbe acqua allo stato
liquido.
L'aria che respiriamo è composta dal 78 % di azoto, 20 % di ossigeno, 1
% di argon; nel rimanente 1 % troviamo elio, idrogeno, anidride
solforosa ed anidride carbonica. Ed è proprio l'anidride carbonica che
svolge un ruolo essenziale nella troposfera (cioè fino alla quota di 12
Km) per assorbire le radiazioni provenienti dalla terra riscaldata dal
sole, rispedendole verso il basso ed evitandone la dispersione.
E' stato calcolato che dal 1750 circa, cioè dall'inizio
dell'industrializzazione in Occidente, la quantità di anidride
carbonica è aumentata del 31 %. E' quindi comprensibile perché
l'effetto serra sia in continuo aumento e quindi abbia prodotto il
riscaldamento del clima. Il riscaldamento del clima nel lungo periodo
provocherà l'incremento annuo di piogge e alluvioni, per la maggior
evaporazione delle acque, la riduzione dei ghiacciai montani e dei
ghiacci del Polo Nord e, di conseguenza, l'innalzamento del livello
medio del mare, …oltre a estati sempre più calde!
Per contrastare questa preoccupante tendenza, l'ONU ha predisposto il
"Protocollo di Kyoto" (1997) che, se attuato, dovrebbe
ridurre, entro il 2012, le emissioni di anidride carbonica del 5%
rispetto al livello del 1990. Poco, tutto sommato, ma meglio di niente.
Purtroppo il Protocollo di Kyoto non è ancora stato ratificato dagli
Stati Uniti d'America, per l'opposizione del presidente Bush, che non
vuole scontentare i grandi gruppi industriali, e quindi non è ancora
operativo.
E' evidente che le variazioni climatiche a cui stiamo assistendo sono
dovute al cattivo uso delle risorse naturali da parte dell'umanità e
solo in piccola parte da variazioni cicliche spontanee del clima.
Particolarmente efficace mi è sembrato questo passo della dichiarazione
del Concilio ecumenico delle Chiese (2000):
"l'atmosfera avvolge la terra, nutrendo e proteggendo la vita.
In risposta all'amore di Dio per la creazione, abbiamo una
responsabilità nel custodirla per il bene della terra e dei suoi
processi ecologici. Piante, animali e ogni membro della famiglia umana
dipendono da questo dono ed hanno il diritto al mantenimento della
propria vitalità. L'atmosfera non appartiene a nessuno. Essa deve
essere condivisa da tutti, oggi e in futuro. Ai poteri economici e
politici non è permesso di danneggiare la salute dell'atmosfera né di
rivendicarne il possesso."
Di fronte a questa situazione, noi cittadini del mondo ricco e
industrializzato possiamo solo cercare di ridurre le conseguenze
negative delle variazioni climatiche, in particolare per quanto riguarda
il rischio di black-out energetici, non utilizzando o riducendo al
minimo i condizionatori d'aria, evitando sprechi energetici e usando gli
elettrodomestici il più possibile la sera o la notte.
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