La festa del creato
Domenica 2 settembre, la settimana della
comunità si è aperta con la celebrazione della Giornata per la salvaguardia
e la difesa del creato. La messa delle ore 10 ha visto la presenza di don
Gabriele Scalmana, responsabile diocesano per la pastorale del creato, che
nell'omelia ha ricordato il significato dell'iniziativa. Don Gabriele,
commentando la lettura del Vangelo, e in particolare l'affermazione
“Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 14,11),
ha mostrato come la virtù cristiana dell'umiltà ben si presti ad
esemplificare il corretto atteggiamento che l'uomo deve avere verso la
natura, dono di Dio. Il rispetto per la natura, la sobrietà nei
comportamenti, l'abitudine ad evitare sprechi nascono anche dalla
consapevolezza che l'uomo non comprende tutti i meccanismi e le modalità
degli equilibri naturali degli ecosistemi e quindi è necessario agire con
grande prudenza per evitare di infliggere gravi danni alla natura.
Nel pomeriggio la giornata del creato è proseguita con una biciclettata
sulla pista ciclabile che costeggia il fiume Mella, alla quale hanno
partecipato circa 65 persone, tra adulti e bambini. Nonostante qualche
sfortunata foratura di troppo, gite in bicicletta come questa contribuiscono
a rammentarci che la bicicletta è un mezzo di trasporto che non consuma, non
inquina, rapido (almeno in città e sulle brevi distanze) e che arriva
ovunque. Tutte le volte che usiamo la bici anziché l'automobile, diamo il
nostro piccolo contributo alla difesa dell'ambiente e al risparmio
energetico.
La giornata si è conclusa con il lancio di palloncini colorati, ai quali
ogni partecipante, anche i bambini, aveva legato un foglietto con le proprie
riflessioni sul creato.
La festa del creato nasce da una proposta formulata nel 1989 dal Patriarca
Ecumenico di Costantinopoli Dimitrios, che ha trovato ampia risonanza in
ambito ecumenico. Essa è stata ripresa dalla II Assemblea Ecumenica europea
di Graz del 1997 e nel 2001 dalla Carta ecumenica di Strasburgo, che ha
invitato a diffonderne la celebrazione. La sua accoglienza da parte della
Chiesa Cattolica italiana testimonia della sua volontà di condividere la
sensibilità ecumenica per i temi ambientali, facendo crescere l’attenzione
per essi nella vita delle nostre comunità. E' molto significativo che tutti
i cristiani del mondo partecipino ad iniziative comuni di questo genere: può
essere un piccolo passo verso l'unità dei cristiani, ormai divisi da secoli
tra cattolici, ortodossi e varie chiese evangeliche protestanti, ma tutti
credenti in Cristo.
La festa del creato è legata a quel grave problema d’attualità che è la
crisi ecologica, ma ciò non deve celarne il forte radicamento nella
tradizione cristiana: confrontarsi con la salvaguardia del creato significa
anche riscoprire una dimensione fondamentale della fede. L’attenzione dei
credenti per le problematiche della questione ambientale affonda le sue
radici nell'atto d'amore del Creatore, che ha animato la vita di ogni
essere. Il tempo della crisi ecologica invita a riscoprirne oggi tutta la
densità, per vivere come custodi del creato, capaci di prendersene cura
tramite stili di vita rinnovati.
Quest'anno la Conferenza episcopale italiana ha deciso di porre l'attenzione
in particolare sul tema della scarsità dell'acqua. È una realtà
drammaticamente evidente in vaste regioni dell’Africa e che sempre più
interessa, sebbene in misura differente, anche altre aree del pianeta.
Nessun ecosistema può consentire una vita sostenibile, quando venga meno
quella fondamentale risorsa che è l’acqua. Un uso inadeguato dell’acqua,
assieme al progressivo riscaldamento determinato dall’accentuarsi
dell’effetto serra, fa sì che anche il nostro Paese, e non soltanto ormai le
sue zone più calde, conosca spesso un’emergenza idrica.
Proprio tali situazioni critiche evidenziano l’importanza dell’acqua come
fonte di vita. La sua disponibilità è essenziale per i cicli vitali della
terra e fondamentale per un’esistenza pienamente umana. Non stupisce che
Francesco d’Assisi abbia posto il riferimento all’acqua, “multo utile et
umile et preziosa et casta”, al centro di quell’altissima lode a Dio che è
il Cantico delle Creature.
L’acqua, dunque, è un bene comune della famiglia umana, da gestire in modo
adeguato per garantire la vivibilità del pianeta anche alle prossime
generazioni.
È necessario, perciò, che le autorità impostino politiche dell’acqua capaci
di contrastare gli sprechi e le inefficienze e che promuovano, nello stesso
tempo, un uso responsabile nei vari settori (industria, agricoltura…).
Occorre tutelare la disponibilità di acqua pulita dalle varie forme
d'inquinamento che la minacciano e assicurare la stabilità del clima e del
regime delle piogge, facendo tutto ciò che è possibile per contenere la
portata dei mutamenti climatici. Bisogna, infine, salvaguardare gli
ecosistemi marini e fluviali, la cui bellezza serve a custodire spesso la
diversità biologica che li abita.
Queste gravi e complesse problematiche sollecitano, in primo luogo, le
responsabilità dei governanti e dei politici, ma interpellano tutti in
ordine al consumo individuale; tutti, infatti, siamo invitati a rinnovare i
nostri stili di vita, nel segno della sobrietà e nell’evitare gli sprechi,
testimoniando nei comportamenti quotidiani il valore che riconosciamo
all’acqua.
L’acqua non è una realtà puramente economica. L’acqua, dono derivante dalla
creazione, ha destinazione universale, da regolamentare a livello normativo.
Il contributo che anche i soggetti privati possono dare alla sua gestione
non deve in alcun modo andare a detrimento del fondamentale diritto
all’acqua, che i soggetti pubblici devono garantire ad ogni essere umano.
Come affermato dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica,
il diritto all'acqua è “universale e inalienabile” (n. 485).
Maurilio Lovatti