Notiziario Parrocchiale
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Parrocchia di San Giovanni in Monte - Bologna
 
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Anno 92
Settembre 2005

 

 

VENERDÌ 23 SETTEMBRE:
FESTA DELLA BEATA ELENA DUGLIOLI VEDOVA DALL'OLIO

 

La nostra festa quest'anno sarà più solenne per la presenza del nostro Arcivescovo mons. Carlo Caffarra, che, nonostante sia già venuto tra noi varie volte, particolarmente in occasione dell'incendio nella nostra chiesa, verrà ora in maniera ufficiale, per onorare la nostra Beata.
Concelebreranno assieme all'Arcivescovo quattro sacerdoti (don Cuppini Francesco, don Domenico Calarco, don Giuseppe Nozzi e mons. Giorgio Serenari) che ricordano il 50° della loro ordinazione sacerdotale.
Concelebrerà pure mons. Ghirelli Tommaso, vescovo di Imola, che non potrà mancare alla nostra festa.





Quadro di Mons. Carlo Caffarra
esposto nello studio del nostro Parroco

 

IL PROGRAMMA DELLA FESTA

•  20-21-22 Settembre (triduo in preparazione alla festa), ore 18.00 : S. Messa.

•  23 Settembre , ore 10 : Messa nella casa di via Farini 33, l'antica dimora della Beata.

ore 18 : Concelebrazione presieduta dal nostro Arcivescovo.

dopo la S. Messa : ritrovo insieme.

 

 
 
 

LA BEATA ELENA, DONNA DEL RINASCIMENTO,
SEGUE LA VIA DELLA CROCE

 


In ogni epoca troviamo uomini e donne che nonostante i difetti, le mode e le tendenze del tempo, riescono a vivere secondo il Vangelo e a seguire la via della Croce.
Un esempio evidente è la vita della Beata Elena.
Il Rinascimento, epoca in cui essa vive, tra i grandi pregi, con il suo magnifico splendore e amore per l'arte, racchiude in sè anche la tentazione di ricercare la felicità nei beni terreni e nel trascurare i beni celesti. Il fasto delle corti nobiliari qualche volta è entrato anche negli uomini della Chiesa; le cacce, le sfarzose cene, le più belle reggie, vanto di un'epoca amante del bello, poteva diventare in una mente debole, motivo per essere attratti ai beni materiali.
Rileggendo la vita di Elena Duglioli, figlia del Rinascimento, si può osservare come ella, pur imparentata con la nobiltà bolognese, seppe superare le mode del tempo.
Ci piace, a questo proposito, riportare un brano tratto dal Compendio della sua vita, scritto dall'Abate Collina.

 


Tenor di vita della Beata Elena e a sua ordinaria condotta.

La parsimonia nel mangiare e nel bere fu sempre singolare nella nostra vergine, non che facesse molti digiuni e molte astinenze, che il suo stato non comportava, ma sobria sempre e contenutissima si mostrò. Ma se non per pura necessità, e contro ogni suo senso, si accostava al cibo e di questo non ne prendeva mai tanto, quindi può dirsi con verità che tutta la vita sua è stato un perpetuo digiuno. Le sue vivande solite erano erbe cotte e soprattutto lattughe, che mangiava anche crude dicendo che nessun altra cosa le piaceva più di queste. Usava pochissimo vino ordinatole dai medici per la frigidezza del suo stomaco, ma si sarebbe dilettata soprattutto di acqua, della quale diceva aver senso mentre prendeva il cibo, poichè poca poteva berne, cagionandole gravi dolori. Quanto alla sua ordinaria condotta, cioè per la sua famigliare maniera di conversare, fu questa assai comune e simile all'apparenza a quella di qualunque altra che viva nella società, avendole Dio spesso comandato che non si mostrasse nella sua singolare esteriorità, poichè è vero che la santità sta nel nostro cuore e nell'animo, come insegnava poi con tanto profitto San Filippo Neri e San Francesco di Sales, il che è conforme alle parole del salmo: “Omnis gloria eius filiae regis ad intus”.



Antico "santino" della Beata Elena
 

Vestiva perciò di solito come le altre sue pari, benchè portasse per lo più abiti dismessi e assai semplici, pure qualche volta non disdegnava comparire con gli splendidi e magnifici che le furono regalati per le nozze, e ciò nelle grandissime solennità della chiesa, o in alcune feste alle quali era obbligata a recarsi per comando del marito o per altre convenienze di parentele o di amicizia. Di questo suo piccolo lusso occasionale e di questa condiscenza a ciò che richiedevano da lei, o suo marito o gli altri legami del vivere civile, come diremo poi, mormoravano grandemente molte persone che erano considerate spirituali o che professavano d'esserlo, della quale cosa ella a volte spiacentissima, come fosse stata cagione di scandalo al suo prossimo, si rivolse in preghiera al celeste suo Sposo perchè si degnasse di mostrarle su ciò più espressamente la sua volontà, ed egli le disse che queste sue azioni erano pure ai suoi occhi, e che cosa voleva che essa facesse per disingannare certuni, che stimano molto le apparenze esteriori e di esse fanno falsamente gran caso. Se era obbligata ad intervenire ad una festa da ballo o se la volontà di suo marito era questa perchè le relazioni della parentela lo richiedevano avendone avuto espresso speciale invito, Elena, non volendo da una parte contraddire il marito, ed essendo oltremodo turbata da questa dura necessità, poichè capiva vivamente il pericolo di essere invitata a ballare, azione da cui il suo spirito aborriva, si diede a pregare facendo ferventissime preghiere al Signore perchè facesse in modo che fosse impedita dall'andare. Egli la consolò ma in altra forma da quella che richiedeva perchè le comandò che andasse e insieme le assicurò che non avrebe mosso il piede ad una danza. Obbedì perciò la nostra beata e fu una cosa meravigliosa che, sedendo ella fra le altre destinate al ballo, ed essendo giovane e delle più avvenenti, nessuno la invitava mai alla danza, perchè passando davanti a lei e osservando l'aria sua piena d'un maestoso e modesto contegno, non osavano farle questo invito. Quantunque Elena fosse di conversazione così comune, come abbiamo visto, si guardava dal prendere confidenze e mettersi in chiacchiere con donne maritate e questo per comandamento del Signore, fattole perchè dalle loro conversazioni non fosse contamintata la purità angelica della sua sposa. Infatti nessuna ebbe mai l'ardire di parlare con lei di certe materie, tanto ella imponeva soggezione al suo stare e al suo parlare compostissimo. Ma troppe erano le occasioni in cui doveva ritrovarsi, molestissime al suo cuore e nelle quali pareva pure a lei che qualche turbamento provasse il suo spirito; per cui un giorno, che dovendo andare in una di esse si sentiva molto agitata, rivolta al Signore si doleva in certo modo del comando a lei fatto, protestando che per la sua debolezza non poteva fare a meno di contrarne qualche macchia; finita questa orazione le apparve il Signore tutto folgorante di luce, che usciva dalle sue piaghe, e le disse che si rispecchiasse in esse perchè il loro aspetto avrebbe fatto sparire in lei ogni altra cosa terrena. E rimase la sua immaginazione così piena di quella visione che spesso ricorreva a quelle sante piaghe col suo pensiero e, concentrata in esse, non udiva ne vedeva quello che gli altri dicevano e facevano. Tale fu la conversazione della nostra beata, cioè in apparenza per niente singolare ma in sostanza singolarissima. Monsignor Stanga protonotario apostolico, uomo di grande comprensione e di grandi virtù dopo aver parlato molto con la nostra vergine e dopo aver osservato diligentemente il suo comportamento, soleva dire, parlando di lei e scrivendone ancora, che aveva visto una donna singolarissima: “Vidimus feminam singularissimam sua singularitate”.

 
 
 

GIOVEDÌ 22 SETTEMBRE 2005, IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELLA BEATA ELENA, ALLE ORE 18 RITO DEL SACRAMENTO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI. PRESIEDE: MONS. GABRIELE CAVINA, PROVICARIO GENERALE.

 
   

Sono invitati a ricevere questo Sacramento e a prendere parte a questo rito i fedeli seriamente ammalati o che hanno raggiunto una età avanzata.
L'attuale società, tanto sollecita a provvedere alla salute del corpo, è per nulla attenta alla salvezza eterna. Molti per questo motivo, chiudono la loro esistenza senza ricevere i sacramenti ultimi. Quando il cristiano raggiunge gli anni della vecchiaia (“senectus ipsa morbus” - la vecchiaia, come diceva Cicerone, è essa stessa una malattia), è bene che riceva in piena coscienza il sacramento degli infermi.

Come si celebra questo sacramento?

La celebrazione di questo sacramento consiste essenzialmente nell'unzione della fronte e delle mani del malato con l'Olio, benedetto dal Vescovo, accompagnata dalla preghiera del sacerdote, che implora la grazia speciale di questo sacramento.

Quali sono gli effetti di questo sacramento?

Esso conferisce una grazia particolare, che unisce più intimamente il malato alla Passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa, donandogli conforto, pace, coraggio, e anche perdono dei peccati, se il malato non ha potuto confessarsi. Questo sacramento consente talvolta, se Dio lo vuole, anche il recupero della salute fisica. In ogni caso questa Unzione prepara il malato al passaggio nella Casa del Padre.

Per essere ammessi si richiede una buona preparazione; invito pertanto a partecipare alla messa nei tre giorni precedenti, lunedì, martedì e mercoledì, alle ore 18.

 
 
 

IL COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

 
 

In data 28 giugno del corrente anno è stato pubblicato, “Motu proprio” di Benedetto XVI, il compendio del catechismo della Chiesa Cattolica.

Che cosa è?

E' una sintesi fedele e sicura del Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato da Giovanni Paolo II nel 1994. Questa sorta di vademecum consente alle persone credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo d'insieme, l'intero panorama della fede cattolica.

A chi è rivolto?

Alle comunità ecclesiali e a ogni credente in Cristo, di qualunque età e nazionalità. Si rivolge a chi desidera conoscere la Via della vita, la Verità affidata da Dio alla Chiesa del Suo Figlio.

Cosa dobbiamo fare?

Dobbiamo provvedere all'acquisto di una copia di detto compendio, leggerlo e meditarlo. Sono 598 domande con relative risposte, che riprendono un antico genere letterario catechistico. E' un dialogo ideale tra il maestro e il discepolo. Il genere dialogico concorre anche ad abbreviare notevolmente il testo del catechismo, riducendolo all'essenziale. Ciò potrebbe favorire l'assimilazione e l'eventuale memorizzazione dei contenuti.

 
 
 

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI IN MONTE:
PARROCCHIA E MONUMENTO NAZIONALE ... CHI SE NE CURA?

 
 

La sua facciata in stile veneziano, unica in Bologna, il suo campanile del 1200, con la campana più antica di Bologna, il suo interno a tre navate in stile gotico italiano, i suoi bei quadri, opere di grandi maestri dell'arte pittorica; i suoi apparati, lavoro paziente di tante pie persone. Tutto questo complesso va custodito e conservato, come espressione di arte, ma soprattutto come documento della fede dei nostri padri.
Ma la conservazione richiede mezzi e personale...
E i fondi dove li ricaviamo?
Gli avversari della Chiesa, i soliti critici, gli stessi “barboni”, che continuamente vengono e pretendono un aiuto, gli “sbarbatelli di turno”, che accusano la Chiesa di ricchezza, perchè non si chiedono come si sostiene questo monumento d'arte?
C'è stato nel 2004 un incendio in chiesa... spese oltre 200.000 euro... l'assicurazione ha dato 108.000 euro... e il resto?


Il bellissimo coro in legno intarsiato del 1500,
nella cappella maggiore

 
Prima avevamo celebrato la nostra Decennale restaurando ogni cosa (facciata, tetto, campanile,ecc.) chi ci ha aiutato, chi ha preso su di sè la fatica, la preoccupazione?
Ora dovremo affrontare il miglioramento dell'impianto di riscaldamento: come faremo?
Oltre a questi problemi c'è la cura delle anime, l'azione pastorale, le funzioni in chiesa, la preparazione dei fanciulli ai sacramenti e dei giovani al matrimonio, il conforto agli infermi...
Chi deve provvedere?
Non cerchiamo elogi, perchè non ci interessano, ma desideriamo solo comprensione, aiuto, collaborazione.
Per questo dobbiamo ringraziare quanti già ci aiutano e quanti ci aiuteranno.
 
 
 

COME HANNO TRASCORSO I NOSTRI GIOVANI L'ESTATE?

 
 

La tre giorni a Loiano.

Nel giugno scorso un gruppo di ragazzi, ospiti delle nostre suore a Loiano, hanno trascorso tre giornate di preghiera, di studio e di vita insieme. Guidati dal parroco e dai catechisti hanno meglio conosciuto la figura della Madonna, approfondendo quanto il Vangelo dice dalla Mamma di Gesù.

 
   


 
Gruppo dei ragazzi e dei catechisti a Loiano.
 

 

Altri, seguendo i campi dell'Azione Cattolica, hanno partecipato al “campo itinerante di Assisi”.

“San Benedetto, San Francesco e Santa Chiara ci hanno insegnato come l'uomo può vivere nell'essenzialità. Nella fatica del cammino, nelle difficoltà che abbiamo incontrato, i dubbi e le conseguenti domande hanno trovato adeguata risposta. Alla richiesta: “ Uomo dove sei? ”, l'obbedienza, la castità e la povertà sono stati i “paletti” per andare avanti. Ora tornati speriamo di affrontare la vita con tanta semplicità e trasmettere la gioia di questa incredibile esperienza.”

 
   
 
Posa “artistica” dei nostri giovani ad Assisi.
 
 

Qualcuno è andato a Colonia col Papa.

“Come i Magi partirono da lontano per adorare il Signore così, pellegrina insieme ad altre 800.000 persone, sono andata per adorarlo. La gioia, l'entusiasmo e la Fede ci hanno trattenuto per 7 giorni con il desiderio di giungere alla meta. In una delle catechesi, al nostro vescovo Mons. Caffarra è stata rivolta una significativa domanda: “ Se io pellegrino voglio iniziare il mio viaggio, ma i timori e le difficoltà sono troppo grandi per me? ”. La risposta: “ Immaginate un papà che ha sulle spalle il suo bambino. Il piccolo da lì può vedere tutto, può vedere lontano. Questo siete voi, sulle spalle della vostra chiesa, sulle spalle di chi questa Chiesa l'ha costruita e ci ha camminato prima di voi e che non vi lascerà mai soli. ” La felicità e la grinta non ci hanno mai lasciati in questo pellegrinaggio, anzi di giorno in giorno aumentavano per l'arrivo a Colonia del Papa, che, con le sue parole rivolte a tutti noi, ci ha fatto passare tutte le paure.

Anna Paola.

 
 
Caffarra è con noi.
 
 

Gli scout hanno organizzato i loro campi.

Quest'estate il branco della Roccia Azzurra ha intrapreso un magico viaggio verso il mondo di Oz. Insieme a Dorothy, allo spaventapasseri, all'omino di latta e al leone, i lupetti hanno imparato ad accettare e apprezzare le differenze, a scoprire i propri talenti, a superare i propri limiti, a riconoscere e rispettare la natura e tutto ciò che hanno. Il buon risultato delle vacanze di branco è stato ottenuto grazie alla preparazione di giochi mirati che trasmettessero i messaggi attraverso modalità sempre diverse: i giochi d'acqua, il gioco serale, l'attività manuale, l'attività sulla natura, i tornei sportivi. Parallelamente al viaggio verso Oz abbiamo approfondito la conoscenza di San Francesco, protettore di noi lupetti, rivelando la sua storia e riportandola nella nostra quotidianità. Abbiamo cercato di insegnare ai lupetti il comportamento da seguire nella preghiera e in esso l'esempio di San Francesco. Per avvicinarli maggiormente alla vita del santo, inoltre abbiamo deciso di interpretare un estratto del musical Forza Venite Gente; lo spettacolo è stato messo in scena l'ultimo giorno nella piazza del paese per i genitori e verrà replicato per tutti i parrocchiani sabato 8 ottobre alle ore 17 nel teatrino delle sale parrocchiali. Vi aspettiamo numerosi.

I VV.LL., Cecilia, Federica, Kristian.

 
 
Il branco “in caccia”.
 
 

... e qualcuno è pure rimasto in parrocchia, approfittando del calore estivo, che quest'anno è stato assai mite, per godersi la tranquillità della città quasi deserta.

 
 
 

RIPRESA DEL CATECHISMO E DELLA VITA PASTORALE

 
 

Con la Domenica, 18 settembre, alle ore 10 , riprenderemo il Catechismo per i fanciulli, in particolar modo per quelli che intendono prepararsi a ricevere i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima.

L'invito è rivolto pure ai ragazzi del dopo Cresima: conosceranno meglio, in proporzione alla loro crescita, l'insegnamento del Signore, e impareranno a prendere parte alla vita parrocchiale all'interno di un “gruppo”.

I giovani e gli adulti, che trovano nella messa parrocchiale (ore 11) la sorgente e il culmine della comunità, debbono sentire il bisogno di trovare, insieme al parroco, momenti per approfondire le verità evangeliche e per conoscere le direttive dell'Arcivescovo e del Papa.

Una comunità che non vive in comunione con tutta la Chiesa, si impoverisce e rischia di perdersi.

 

 
   
 
 

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