Nel momento in cui ho preso in mano la penna per scrivere
questo articolo, mi sono subito reso conto che
l'argomento da trattare, e cioè l'educazione dei figli,
è tutt'altro
che facile.
lnnanzi tutto non sono certo un esperto in materia, nè
tanto meno uno studioso di pedagogia, ma semplicemente un
cristiano che si ritrova totalmente "immerso"
nel ruolo di genitore.
Quanto cercherò di esprimere in questo articolo non sono
quindi delle regole assolute di educazione dei figli, ma
semplicemente delle constatazioni e dei pareri personali
che io e mia moglie Cristina ci siamo fatti attraverso
l'esperienza diretta di genitori ed educatori del nostro
piccolo Michele.
La prima cosa che mi viene da esprimere sull'argomento,
in quanto la ritengo di fondamentale importanza, è che
ogni azione educativa nei riguardi dei propri figli deve
essere un gesto d'amore, cioè deve nascere come
espressione del nostro amore filiale; anche una sgridata
o un castigo non deve essere l'espressione di un momento
di nervosismo, di stanchezza o, peggio ancora, di egoismo
o di rancore dei genitori, ma deve sempre scaturire
dall'amore che spinge i genitori ad indirizzare i figli
verso i comportamenti più giusti, distogliendoli da
quelli cattivi.
Nostro figlio ha appena compiuto quattro anni, e credo
che questa sia un'età un po' delicata per i bimbi che
cominciano a prendere coscienza di non essere loro al
centro del mondo, ma di essere individui di una società,
e questo fatto credo che provochi in loro un po' di
smarrimento che, anche in base al tipo di carattere, a
volte si può sfogare in momenti o gesti di rabbia e
nervosismo.
Questi momenti, in cui il bimbo insiste nei propri
capricci quasi a sfidare i genitori vanno capiti ma non
certo assecondati.
Anzi, Cristina ed io cerchiamo di essere ben fermi in
questi momenti, senza cedere ai capricci del bimbo, anche
se questo significa alcune volte arrivare a qualche
piccolo
"scapaccione" per farsi obbedire dal figlio.
Una regola che però ci siamo dati Cristina ed io è che
quando vola qualche "scappeIlotto", questo deve
sempre essere seguito, quando Michele si è calmato, da
una spiegazione del perchè si è dovuti ricorrere alle
mani, affinchè il bimbo capisca
dove è stato il suo sbaglio.
So bene che non è sempre facile mostrarsi fermi e
irremovibili davanti ai capricci dei figli, soprattutto
quando si è appena tornati a casa stanchi dal lavoro e
si vorrebbe stare un po' tranquilli; la tentazione è
quella di dire al bimbo: «fa un po' quello che ti pare,
basta che così tu stia buono senza disturbarmi».
Tuttavia il parere mio e di Cristina è che il farsi
trovare ben fermi davanti alle "tignate" dei
bimbi sia la strada più giusta per educarli
correttamente, sia perche cominciare a cedere una, due,
più volte davanti ai figli, che per la loro piccola età
non hanno ancora il senso della misura, significa in
breve perderne il controllo e farsi letteralmente
travolgere da loro, sia soprattutto perchè sono convinto
che i bimbi dell'età di nostro figlio sentano il bisogno
di avere dei riferimenti precisi, dei punti di
riferimento fissi, delle regole di comportamento chiare,
che proprio con i loro capricci mettono alla prova
testandone i limiti.
Dunque, sotto questo punto di vista, l'inflessibilità
dei genitori davanti ai capricci dei figli, contribuisce
ad infondere nei bimbi stessi un senso di sicurezza,
riconoscendo nei propri genitori delle guide sicure.
A riprova di ciò posso dire come esperienza personale
che mio figlio, dopo una giusta sgridata, una volta
"digerita" e capita, dimostra di essere nei
confronti miei e di mia moglie più affettuoso e più
attaccato.
D'altra parte tutte quelle teorie pedagogiche degli anni
'60 e '70 improntate sul permissivismo verso i figli sono
oggi definitivamente naufragate ed abbandonate a causa
dei disastrosi risultati ai quali hanno portato.
Attenzione però, non vorrei aver dato l'impressione di
essere un padre sempre severo, inflessibile e duro con
mio figlio: al contrario mi sforzo sempre di essere
allegro e gioioso con Michele, cercando di stargli vicino
e giocando con lui il più spesso possibile, e non perdo
occasione per dirgli e dimostrargli il mio amore per lui,
e lo stesso cerca di fare Cristina.
Certo non è sempre facile comportarsi così; spesso si
è stanchi dal lavoro, magari
anche un po' nervosi, ed il bimbo comunque richiede la
nostra attenzione, e allora
bisogna sforzarsi un po'.
Può anche capitare che la stanchezza ed il cattivo umore
passino proprio giocando e distraendosi con i figli .
In definitiva, come recita anche il Catechismo della
Chiesa Cattolica, la famiglia rappresenta la prima e
principale scuola di vita cristiana, dove i genitori con
una corretta e paziente educazione alla coscienza morale
portano il bimbo ad apprendere le virtù, e lo preservano
dalla paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, donandogli la
vera pace del cuore.
Certamente
il ruolo di genitori non è facile ed il dubbio
se si stia agendo nel modo migliore credo venga a
tutti; penso che l'importante sia agire sempre
per amore e per il vero bene dei nostri figli,
pregando costantemente lo Spirito Santo che
illumini sempre il nostro agire.
In definitiva, come recita anche il Catechismo
della Chiesa Cattolica, la famiglia rappresenta
la prima e principale scuola di vita cristiana,
dove i genitori con una corretta e paziente
educazione alla coscienza morale portano il bimbo
ad apprendere le virtù, e lo preservano dalla
paura, dall'egoismo e dall'orgoglio, donandogli
la vera pace del cuore.
Certamente il ruolo di genitori non è facile ed
il dubbio
se si stia agendo nel modo migliore credo venga a
tutti; penso che l'importante sia agire sempre
per amore e
per il vero bene dei nostri figli, pregando
costantemente lo Spirito Santo che illumini
sempre il nostro agire.
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![](andrea1.jpg) |
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La Beata Elena, pochi giorni
prima di morire, donò il reliquario, che qui
riproduciamo con la reliquia di S. Cecilia alla nostra
chiesa.
Nella
Sacrestia della nostra bellissima Chiesa
Parrocchiale è custodito, insieme ad altri
pregevoli oggetti, un prezioso reliquario
d'argento che contiene una reliquia di S. Cecilia
e precisamente un frammento di osso del braccio
della Santa, come si legge in un rotoletto di
carta avvolgente appunto questo sacro cimelio. Ad
Elena Duglioli questa reliquia fu data in dono
dal Cardinale Francesco Alidosi, che molto
ammirava la pietà e la Santità di vita della
nostra Beata.
In occasione della consacrazione della Cappella
di S. Cecilia, voluta e fatta costruire da Elena,
il giorno 24 agosto 1520, in occasione prima
della sacra funzione celebrata da mons. Tucci
vescovo di Pistoia, piacque ad Elena, già al
termine della sua vita, mandare in dono la
preziosa reliquia che a lei era carissima, ai
Canonici Lateranensi di S. Giovanni in Monte,
perche fosse esposta nel giorno della festa della
Santa e ne accrescesse la devozione. Subito Mons.
Pucci, che manifestava ad Elena affetto e
rispettosa e devota ammirazione, ordinò in
Germania il ricco e prezioso reliquario
d'argento, in cui fu collocata la detta reliquia,
e che ancora si può ammirare nella Chiesa di S.
Giovanni in Monte.
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La loro abitazione: ...sotto le stelle
di notte e, di giorno, vagano qua e là in cerca
di qualcosa.
Non hanno la gioia e l'umiltà del poverello di
Assisi... sono soltanto poveri e basta.
Quando sono libero dalle mie occupazioni,
volentieri ascolto la loro storia e mi sono fatto
una buona esperienza di queste creature,
anch'essi figli di Dio, che dovranno rendere
conto del come hanno amministrato il dono della
loro vita.
Generalmente provengono da famiglie non
regolari,dove non è mai stata di casa la
concordia, il vero amore.
Da un padre alcolizzato, da una madre priva di
quella dolcezza propria della donna, da genitori
che non li hanno educati e via di questo passo.
Allora pongo a questi "barboni" due
domande: tu hai buona salute? Sei
sufficientemente intelligente?
Per la prima domanda mi attengo alla risposta del
mio interlocutore.
Per la seconda, mentre parlo con lui posso io
stesso dedurre se è "compos sui" o se
è un "minus habens", cioè un debole
di mente.
Avuta la sicurezza che ha salute e sufficiente
capacità di intelletto, lo metto di fronte alle
sue responsabilità.
Che cosa fai per i tuoi genitori, tu che sei nel
pieno delle forze? Hai cercato il lavoro? Cosa
fai per la società? Non c'è lavoro? Questo
poteva essere vero in altri tempi.
Mentre parlo però mi accorgo che, normalmente,
ci sono lacune spirituali.
Il lavoro di ricupero diventa lento e difficile.
L'uomo ha bisogno sì del pane, ma soprattutto ha
bisogno della parola di Dio.
E qui critico i nostri bravi contestatori, quelli
che vanno in piazza a far chiasso, a rompere
vetrine o a imbrattare i muri, perche di questo
non parlano mai, anzi ostacolano coloro che si
impegnano ad educare in questo senso.
Per concludere queste brevi improvvisate mie
riflessioni (il discorso dovrebbe essere più
lungo) penso che la comunità debba farsi carico
degli ammalati e degli incapaci, ma degli altri...
e qui il discorso diventa davvero lungo.
Per il momento vi dico solo: "Date una mano
agli educatori, ai maestri di spirito, a quanti
credono alla potenza del Vangelo".
l barboni hanno bisogno anche della parola di Dio.
Non dite solo frasi insulse o di oltraggio, che
non servono a nulla.
Concludo con un invito: non date loro una moneta
solo per toglierveli di torno.
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Hai già raggiunto i sei anni! Quando apriranno, in
questo mese, le scuole anche tu, con molta trepidazione,
accompagnato dai tuoi cari, vi farai il tuo ingresso.....
Stai diventando un ometto! Incontrerai nuovi amichetti e
amichette.
Ma perchè andare a scuola, trascorrere ore sui banchi,
sfogliare libri, ascoltare?
Non sarebbe più bello correre, giocare?
Ormai la tua mente si sta aprendo e vuoi sapere la
soluzione a tanti perche, conoscere tante cose, ampliare
il tuo limitato vocabolario: diventare un uomo.
L'uomo vuol imparare tutto. Se non conosci la storia
della tua città, del tuo paese... se non avrai
conosciuto le esperienze degli altri... se non saprai
scrivere, leggere... come potrai comunicare il tuo
pensiero agli altri e accogliere le esperienze del tuo
prossimo?
Questi anni di scuola sono il tuo primo lavoro, ma anche
saranno un tempo di molta gioia e vedrai come la tua
mente verrà arricchita.
Ora ti auguro saggi maestri, e da parte tua, umile
attenzione a quanti con amore cercheranno di farti
conoscere la sapienza,
A questo punto, penso che sia giunto il momento di dirti
che, anche per te, inizia la ricerca, lo studio della
dottrina del Signore.
Se è importante l'istruzione, di maggiore utilità è
cercare Dio, che ti ha creato, che ti ha dato una mamma e
un papà degni di questo nome.
I tuoi genitori ti hanno già insegnato le preghiere e ti
hanno già portato in chiesa per dare un bacino a Gesù.
Essi hanno dato risposta alle tue molte domande; chi ha
fatto il mare e questa bella distesa di monti, gli
uccelli, i fiori? Ora, però, hai bisogno di
approfondire, insieme ai tuoi compagni e compagne, nella
tua comunità parroccchiale, le verità rivelate. Hai
bisogno di prepararti a ricevere il sacramento della
santa Eucarestia e della Cresima
A scuola ti insegneranno anche Ia religione, cioè la
cultura religiosa di questa nostra grande Italia, che da
ben 2000 anni vive, assorbendo la sua grande vitalità
dalle radici cristiane poste in Roma e in altre località
della nostra Penisola, dagli Apostoli Pietro e Paolo.
Qui in parrocchia imparerai a vivere da cristiano.
Le due formazioni scolastica e catechistica si completano
e sono ambedue necessarie. Dire: "lo frequento le
lezioni di religione a scuola e mi basta", o
viceversa:
"non frequento le lezioni di religione a scuola e
vengo solo in parrocchia!"
No, insisto, hai bisogno di ambedue. Pertanto preparati a
frequentare la tua scuola e non tralasciare la tua chiesa.
Ti aspetto per la domenica 23 settembre alle ore 10.
Ti benedico assieme a babbo e mamma.
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Il tuo parroco
Don Angelo
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