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TEMPO DI CRESIMA |
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TRA TANTE DIFFICOLTA' LA CHIESA, SORRETTA DALLO SPIRITO SANTO, PROSEGUE SERENA IL SUO CAMMINO |
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Nei duemila anni della storia della Chiesa possiamo ricordare tre epoche che hanno tra di loro una certa somiglianza: 1) il tempo della fine delle persecuzioni (secolo quarto) 2) il tempo dell'illuminismo e della rivoluzione francese 3) il nostro tempo. Dopo l'editto di Milano (anno 313), con cui si dava piena libertà ai cristiani di professare la propria fede in Cristo, subentrò lentamente una certa rilassatezza, per cui alcuni furono tentati a scegliere vie sbagliate e molti caddero in eresie (ariani, donatisti, manichei, ecc.), come riscontriamo leggendo le opere dei Padri dell'epoca. Fortunatamente vi furono nello stesso tempo figure meravigliose di vescovi e di papi, che risplendettero e risplendono come stelle nella notte oscura. Cito qualche nome tra i tanti: Ambrogio, Agostino, Cirillo Alessandrino, Giovanni Crisostomo, Gregorio, Basilio, i papi Leone e Damaso, il grande biblista Girolamo, ecc.. Sotto la guida di questi uomini, sorretta dallo Spirito Santo, la Chiesa potè proseguire il suo cammino, generando santi, pronti a rinnovare la cristianità. Il secolo XVIII con I'illuminismo, in cui sembrava che la sola ragione umana potesse essere la guida sicura nel cammino dell'uomo, senza pensare alla sua limitatezza, e con il susseguirsi della rivoluzione francese, con i suoi tragici capovolgimenti, riscontrò il frantumarsi o, almeno, il mettere in discussione molti valori, che erano sempre stati il cardine della società e a ritenere la Chiesa come una entità superata. La prigionia di papa Pio VI, e dopo, di Pio VII, fu vista come la fine di questa Chiesa tanto che il sindaco di Valence in Francia, alla morte di Pio sesto, potè inviare al governo centrale di Parigi questo dispaccio: «È morto il cittadino Braschi (il cognome di quel papa) di professione papa, l'ultimo papa!». Non fu profeta e, al contrario, abbiamo avuto un susseguirsi di papi" uno meglio dell'altro, fino ai nostri tempi con Giovanni Paolo Il, che, pur debole nel suo fisico provato e con i suoi 80 anni e più, dirige la barca di Pietro con la forza dello Spirito Santo. Siamo arrivati al nostro tempo, al secolo delle guerre lunghe e crudeli. La nostra società, cosidetta secolarizzata, sembra vivere come se Dio non ci fosse, permeata di un materialismo non privo di egoismo. l valori umani e cristiani non sono più ritenuti tali. La famiglia maltrattata e svuotata, aggiungiamo pure, cosa non mai avvenuta nella storia dell'uomo, gruppi, governi che si dichiarano atei. Cicerone nelle sue "disputationes tusculanae, nel capitolo "de immortalitate animi" non avrebbe potuto addurre, se fosse vissuto al nostri giorni come una prova dell'esistenza di Dio il "Consensus omnium populorum" (il consenso di tutti i popoli). Questo fenomeno è nuovo nella storia dell'uomo. Questa novità alletta anche qualche cristiano, poco cristiano, poco formato, per cui notiamo in loro mancanza di fedeltà a partecipare alla messa domenicale, poca pazienza nel sopportarsi a vicenda, rottura del vincolo matrimoniale, nessun rispetto del proprio e dell'altrui corpo, furti, scippi, nessuna comprensione dell'età avanzata e, di conseguenza stima esagerata dell'efficienza fisica. Il quadro non è roseo, ma siamo sicuri che anche questa epoca, come le altre, verrà superata e questa barchetta di Pietro, in cui alcuni pittori raffigurano la Chiesa sbattuta dalle onde con pericolo di infrangersi sugli scogli, continuerà la sua navigazione in un mare tranquillo. L'episodio del Vangelo, in cui si parla della barca di Pietro in mezzo alla grande burrasca e del dormire di Gesù, ci fa ancora sentire l'angoscia degli Apostoli che gridano al Signore: «Perche dormi? stiamo affondando! » e l'ordine di Gesù che placa la tempesta. Anche oggi sulla barca di Pietro c'è il Signore. Perche allora dovremmo temere?
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IL VIAGGIO DEL PAPA SULLE ORME DI SAN PAOLO | |||||||||||||||||||||||
Il Papa, che l'anno passato a Gerusalemme, aveva dimostrato una spiccata sensibilità ecumenica visitando il "Memoriale dell'Olocausto" e chiedendo perdono davanti al Muro del pianto, ha voluto compiere un nuovo passo in questo senso con il viaggio sulle orme di San Paolo, viaggio che compiuto dal 4 al 9 Maggio nel suo 93° pellegrinaggio all'estero. Ha scelto Atene (come prima tappa) centro d'incontro tra Oriente e Occidente dove Paolo, con il suo primo discorso in territorio europeo ha avuto il primo impatto tra fede biblica e mondo laico e pagano. Il Papa ha poi proseguito per Damasco, dove è avvenuta la conversione di Paolo e dove il Pontefice ha pregato insieme ai Musulmani in una Moschea dove è conservata e venerata la testa di San Giovanni Battista. Quindi ha raggiunto Malta. Qui San Paolo si salvò dal naufragio nel suo viaggio verso Roma ed iniziò I'evangelizzazione dell'Europa. Giovanni Paolo Il può veramente identificarsi con 1"'Apostolo delle genti" perche, come lui, sopporta fatiche, malattie, dolori, incomprensioni, ostacoli e tutto per amore del Vangelo. Non si scoraggia mai, si fa umile, chiede perdono, ascolta, testimonia con tutto se stesso che la Chiesa vuole continuare, con speranza e gioia, la sua missione di trasmettere la luce del Risorto a tutti i popoli. Ogni suo viaggio è un passo avanti nel dialogo, nella «pazienza della carità», nel rispetto dell'altro, nella ricerca della giustizia, nella pace continuamente invocata per tutti. Il Papa vuole mostrarci il volto paterno di Dio e il volto materno della Chiesa che ama tutti gli uomini e tutte le donne del mondo, bacia le loro terre, abbraccia i loro rappresentanti perche il desiderio struggente, la passione del suo pontificato è ricomporre, con Cristo, l'unità dei figli di Dio. |
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Camilla Zauli Naldi |
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LA FACCIATA RITORNERA' ............... | |||||||||||||||||||||||
La facciata è di grande
valore, e unica nel suo genere: si tratta infatti
dell'unico esempio a Bologna di stile veneziano, tanto
che si è ipotizzato che a progettarne e dirigerne la
costruzione, commissionata dai Canonici regolari
lateranensi che allora reggevano la chiesa, fosse un
architetto veneto. |
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(da "AVVENIRE") |
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LA FAMIGLIA IERI (ANZI IERI L'ALTRO), OGGI, .......DOMANI? |
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La FAMIGLIA, tema trattato da sempre per la sua grande importanza, nucleo principale, primitivo di comunione di persone. Uomo e donna più i figli sono una famiglia. Se vi sono i genitori ed i fratelli di entrambi la famiglia è ancora più completa; se i figli si sposano, la famiglia cresce ancora. Più famiglie formano una comunità, quindi famiglia: base della comunità. LA FAMIGLIA 50 ANNI FA. Chi ha vissuto questa epoca, non essendo stato ancora istituito il divorzio, ricorda i genitori conviventi in una unica abitazione. Il padre provvedeva al mantenimento della moglie e dei figli, la madre accudiva alla casa e cercava che questa fosse un ambiente ordinato, piacevole, sereno. Questa era la situazione della maggioranza delle famiglie, poi vi erano anche quelle dove si trovavano uomini irresponsabili, violenti, prepotenti o donne sciattone, fannullone, vanesie. Il matrimonio era preparato, desiderato non solo come unione fra due persone di sesso diverso che sapevano che si sarebbero legate fra loro "per sempre", ma che lo desideravano per avere figli. Questo ieri, anzi... ieri l'altro. Coloro che hanno vissuto quell'epoca sono i nonni di oggi e credo si stiano comportando da ottimi nonni. Dimenticavo di dire: quasi tutti allora si sposavano in Chiesa e per credenza o tradizione, della Chiesa rispettavano le regole ed i consigli dei suoi Ministri e soprattutto cercano di obbedire ai 10 Comandamenti. OGGI Pochi matrimoni, pochissimi in Chiesa, molte convivenze. Pochi figli. Molte separazioni, dopo pochi anni, dopo pochi giorni. Perche? Egoismo, superbia, spirito di indipendenza, superficialità nella scelta del partner, mancanza di preparazione e di consapevolezza delle fatiche che comportano la conduzione di una casa? Forse tutto questo insieme. Si adduce al fallimento delle esperienze di coppia la ragione che dovendo lavorare entrambi perche uno stipendio non basta, la fatica di lavorare ed accudire contemporaneamente alla casa ed ai figli logora il rapporto fra i coniugi. Si assiste però ad un uso inspiegabilmente disinvolto del denaro: viaggi frequenti, pranzi settimanali al ristorante, automobile per ogni membro adulto della famiglia. Se queste spese fossero limitate, forse uno stipendio od una buona parte di esso potrebbe bastare, riportando il modo di vivere ad una conduzione meno costosa, meno nevrastenica quindi più serena ed affettuosa. Il tempo di oggi però non è il tempo di ieri, ne tanto meno quello di ieri l'altro. l coniugi sono entrambi istruiti, entrambi hanno una professione (spesso irrinunciabile e forse anche per sicurezza meglio non rinunciarvi) od un lavoro. D'altra parte, in mezzo a tanti constatabili disastri affettivi, quanti grovani di buon senso hanno saputo e sanno adattarsi al loro tempo; si sono sposati, hanno continuato a lavorare, hanno capito che perchè uno di loro non deve essere sottoposto ad una fatica doppia di quella dell'altro, entrambi devono accudire alla casa ed ai figli, magari aiutati dai genitori che sempre hanno volentieri aiutato e sempre volentieri aiuteranno i figli ed i nipoti. Questi giovani vivono fra loro l'amore, il «vero amore» e voglio viverlo «per sempre». In molte parrocchie di periferia o dei comuni limitrofi dove i giovani sono più numerosi, si vedono numerose famiglie di questo tipo, che hanno fatto amicizia, si aiutano, si sostengono gli uni gli altri ed hanno fatto anche la scelta di non avere il figlio unico. È molto bello constatarlo. DOMANI Siamo ottimisti. poiche il presente è di uno squallore quasi totale (drogati, ladri, genitori che (aborto e non) uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, popoli interi in guerra fra loro per rivendicazioni di etnie e quindi esodi, miserie ingiustificabili, stupri, pedofilia, ecc. ecc.) il futuro non può che essere migliore. Si è sempre detto che quando si tocca il fondo, poi si risale. Speriamo che la risalita sia vicina. Un grande segno è la ricerca di aggregazione dei giovani. Non trovando gioia, compagnia nella famiglia la cercano nella discoteca (con tutte le conseguenze che sappiamo), speriamo che presto la cerchino nella Chiesa che tramite i suoi Sacerdoti darà loro speranza, indirizzi di vita morale e di amore per il prossimo. Molti di essi l'hanno già trovata, ne sono stati un segno la moltitudine accorsa a Roma per il Giubileo e il loro comportamento in quell'occasione e nelle altre in cui festeggiano il Santo Padre con delle ovazioni da stadio. Siamo ottimisti e speriamo che Dio ci perdoni gli errori commessi nel crescere questi giovani, i cattivi esempi che possiamo aver loro dato e che le famiglie del futuro possano tornare ad essere composte da figli provenienti da un solo padre e da una unica madre e perchè no che siano pure obbedienti agli insegnamenti di Gesu Cristo, il che non guasta.
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SABATO 16 GIUGNO L'ACCADEMIA FILARMONICA CELEBRA LA FESTA ANNUALE DEL PATRONO S. ANTONIO IN S. GIOVANNI IN MONTE |
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Grande festa il 16 giugno 2001. Il Cardinale Arcivescovo di Bologna, Sua Eminenza Reverendissima Giacomo Biffi, recentemente proclamato socio onorario dell'Accademia Filarmonica di Bologna, alle ore 17 si recherà presso la storica istituzione musicale di Via Guerrazzi 13 per una visita di cortesia; successivamente, alle ore 18, nella Chiesa di San Giovanni in Monte, Sua Eminenza celebrerà una messa solenne, seguita da un concerto di musica sacra in suo onore, con musiche di Albino Varotti, Giacomo Antonio Perti e Giuseppe Maria Carretti, eseguite dalla Cappella Musicale Arcivescovile della basilica di San Petronio di Bologna diretta da Federico Salce. Di Padre Albino Varotti verrà eseguito l'oratorio eucaristico Panis Angelicus, composto in occasione del 50° anniversario della Ordinazione Sacerdotale del Cardinale Biffi. Il rapporto con la Chiesa ha caratterizzato la storia dell'Accademia Filarmonica sin dalla sua fondazione (1666) e la Chiesa di San Giovanni in Monte, è da oltre tre secoli sede delle funzioni sacre annuali in onore del Patrono dell'Accademia Sant'Antonio da Padova, funzioni che quest'anno assumeranno un carattere di particolare solennità. Simbolo del legame dell'Accademia con la Chiesa fu la carica istituzionale dei Cardinali Protettori, che dal 1713 al 1860 si successero a guida del sodalizio, contribuendo in maniera determinante all'accrescersi del suo prestigio. Fra gli eminenti Porporati protettori dell'Accademia si ricordano Pietro Ottoboni (1713), Giulio AIberoni (1741), Vincenzo Malvezzi (1762), Ighazio Boncompagni-Ludovisi (1776), Andrea Gioannetti (1792), Carlo Oppizzoni (1804), Michele Viale Prelà (1857). Anche dopo l'unità d'ltalia (1860), cessata la carica istituzionale dei Cardinali Protettori, il legame dell'Accademia con la Chiesa è rimasto sempre molto vivo, ed i nomi dei Cardinali Arcivescovi di Bologna hanno continuato ad essere inscritti nell'Albo d'Onore accademico: Giovanni Battista Nasalli Rocca (1925), Giacomo Lercaro (1956), Antonio Poma (1969), Giacomo Biffi (2001 ). La presenza di S.E. il Cardinale Giacomo Biffi nel consesso dei Filarmonici, all'inizio del nuovo secolo e del nuovo millennio, è un segno della continuità della tradizione dell'Accademia bolognese, che nel suo quarto secolo di vita mantiene ancora oggi vivi ed operanti i principi che ne furono all'origine, a salvaguardia della tradizione musicale bolognese, italiana e internazionale.
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