1. Sant’Amatore, vescovo
martire s. Amadu o Amadori, festa terza domenica d’ottobre a
Gesico Vescovo della Numidia, fu esiliato in Sardegna , durante
l’invasione dei Vandali. Vi giunse con i vescovi Bertorio e Liberato,
anch’essi africani. Nel 484 fu a Gesico ove organizzò una fiorente
comunità cristiana. Subì il martirio per decapitazione. Le reliquie si
conservano a Gesico (CA).
2. Sant’
Anania, soldato martire Festa seconda domenica di giugno a
Orgosolo Funzionario romano nato ad Orgosolo. Convertito alla fede
cristiana non volle sacrificare alle divinità, perciò venne decapitato
(III sec.)
3. Sant’ Antero, papa
martire s. Anteru, festa 3 gennaio Sembra che sia venuto in
Sardegna al seguito di papa Ponziano e che poi gli sia succeduto come
papa. E' morto martire al tempo do Massimino nel
236
4. Sant'Antioco, medico
martire s. Antiogu, festa 13 novembre Medico durante
l'impero di Adriano operava in Cappadocia ed in Galazia (Turchia)
convertendo molte persone al Cristianesimo. Incarcerato per questo e
sottoposto a tortura, fu quindi esiliato in Sardegna nell’isola di
Plumbaria, in quanto fonte di rifornimento del piombo. Qui egli convertì
il suo custode, il soldato Ciriaco. Divenne ben noto per le innumerevoli
conversioni di pagani. Queste conversioni determinarono la sua condanna a
morte Secondo secolo.
5.
Sant’Archelao, sacerdote martire, patrono di Oristano s.
Grillau, festa 11 febbraio a Oristano Nacque a Fordongianus (I° sec) da
famiglia agiata pagana. Studiò a Cagliari e si converti alle fede
cristiana. Fu ordinato sacerdote dal vescovo Avendrace. Predicò il Vangelo
nella sua città natale ove venne martirizzato nell’anno
100.
6. Sant’Avendrace vescovo di
Cagliari e martire s. Tennera o Tenneru, festa 21 settembre a
Cagliari Nacque a Ippis. Divenne vescovo di Cagliari nel 70 d.C.. La
tradizione agiografica vuole che dopo essere stato denunciato per essere
cristiano, si sia rifugiato in una cavità non lontana dallo stagno di
Santa Gilla di Cagliari. Dopo due anni passati all'interno della grotta,
ne uscì per fare una visita pastorale nei vari paesi della propria
diocesi; scoperto e arrestato, riuscì a evadere e si rifugiò nei monti,
per poi tornare, dopo l'apparizione di un angelo, nel primo rifugio a
Santa Gilla. Tuttavia il Santo venne scoperto, arrestato, quindi
torturato, ucciso e sepolto nello stesso suo nascondiglio nell’ anno 77.
Sul luogo del martirio venne successivamente costruita omonima la Chiesa
di sant’Avendrace.
7.San Bertorio,
vescovo martire s. Bertulu, festa 20 maggio a
Samatzai Nacque aTelepte in Numidia, nel 452 fu esiliato in Sardegna
durante le persecuzioni del Vandali. Nella Trexenta fondò una comunità
religiosa. Morì nel 507. Venerato come martire.
8. San Callisto, Papa martire Festa 14
ottobre A trent'anni fu condannato ai lavori forzati in Sardegna.
Liberato dalla schiavitù ritornò a Roma dove fu eletto Papa nel 217. Morì
nel 222
9. Ss. Cesello e Camerino,
martiri s. Sesselegu, festa 21 agosto Giovani cagliaritani
di famiglia cristiana, rimasero fermi nella fede e nel 305 furono
decapitati
10. S. Efisio martire,
soldato martire s. Efis, festa 15 gennaio a
Cagliari Soldato dell’ imperatore Diocleziano, originaria di Antiochia,
fu inviato in Sardegna per frenare le scorrerie dei barbaricini. Sbarcato
a Tharros sconfisse i ribelli e giunto a Cagliari si convertì alla fede
cristiana. Rifiutatosi di sacrificare alle divinità fu condannato alla
decapitazione, eseguita a Nora, il 15 gennaio 303..
11. S. Elia, anacoreta martire s. Elias ,
festa 28 gennaio Del 3° sec. Visse a Cagliari in una grotta del colle
al quale diede nome, colle sant’ Elia. Denunciato e condannato, venne
torturato e poi ucciso sul colle dai soldati mandati dal governatore
romano in gran segreto per evitare tumulti in città dove ere molto amato e
stimato. Aveva circa novanta anni.
12. S. Emilio o Emiliamo o Gemiliano,
martire s. Millanu, festa 28 maggio E’ uno dei più antichi
martiri della Sardegna. Morì per la fede al tempo di Nerone. Sembra sia
nato a Cagliari, da nobile famiglia romana, vescovo della città e
martirizzato a Sestu (CA).
13. Ss.
Errio e Silvano. martiri ss. Erriu e Sirbanu, festa 13
settembre a Scano Montiferro Silvano nacque a Scano Montiferro nel I
sec, uomo colto e insegnante, annunciò il Vangelo convertendo il capitano
romano Errio.Condannati a morte furono inviati nell’isola di mal di
Ventre, poi a Ponza. Ritornati in Sardegna furono uccisi nel
90.
14. S. Eusebio vescovo di
Vercelli Festa 1 agosto Il primo vescovo del Piemonte,
nacque in Sardegna a Cagliari nel 286. Si trasferì a Roma per gli studi
ecclesiastici e si fece apprezzare da papa Giulio I che verso il 345 lo
nominò vescovo di Vercelli. Per 26 anni svolse il suo ministero episcopale
conquistando i vercellesi alla fede cristiano. Stabilì per sé e per i suoi
preti l'obbligo della vita in comune. Si attirò l'ostilità degli ariani e
dello stesso imperatore Costanzo che lo mandò in esilio in Asia a
Scitopoli insieme a Dionigi, vescovo di Milano. Venne torturato, soffrì la
fame, ma nel 362 ebbe finalmente la fortuna di ritornare a Vercelli.
Riprese l'evangelizzazione delle campagne, istituendo la diocesi di
Tortona. Ma si spinse anche in Gallia, insediando un vescovo a Embrun. La
tradizione lo considera anche fondatore di due noti santuari: quello di
Oropa (Biella) e di Crea (Alessandria). Nel 371 la morte lo colse nella
sua città episcopale, che ne custodisce tuttora le reliquie
15. S. Forzorio,
martire s. Frassori, ultima domenica d’agosto a Quartu
S.E. A Quartu S.E. sorge una chiesa a lui dedicata, ma di lui non si
hanno notizie sicure. Forse era uno scavatore di tombe.
16. San Fulgenzio vescovo di Ruspe Festa 1
gennaio Nacque a Telepte in Numidia verso il 467. Fu Vescovo della
Chiesa di Ruspe ( Tunisia). Trasamundo re dei Vandali lo esilia in
Sardegna .A Cagliari, Fulgenzio fonda un monastero e diventa maestro di
vescovi, di preti, di monaci, e consigliere e pacificatore tra i
cittadini. Ma Fulgenzio è una personalità che nemmeno re Trasamundo può
ignorare. Difatti lo richiama a Cartagine, lascia che predichi, e anzi gli
chiede pareri, lo interpella su questioni di fede. Ma per calmare la
fazione degli Ariani nuovamente fu esiliato in Sdegna nel 517 e costruì un
nuovo monastero presso la tomba di s. Agostino. Con la elezione di re
Ilderico potè rientrare a Ruspe ove morì nel 532.
17. Santi Gabino, Crispolo e Crescenziano,
martiri Festa 30 maggio Originari di Portotorres, si
convertirono alla fede cristiana a Cagliari. Denunciati e incarcerati
furono condannati alla decapitazione al tempo dell’imperatore romano
Adriano. Sono considerati i primi martiri della Chiesa Turritana.
18. Santi Gavino, Proto e Gianuario
diacono, martiri s. Aingiu, festa 28 ottobre a Porto
Torres Nacque a Portotorres verso il 260 da famiglia originaria di
Gabium, antica località del Lazio. Fu probabilmente un soldato romano
vissuto al tempo dell'imperatore Diocleziano. Incaricato di custodire in
carcere due cristiani: il presbitero Proto e il diacono Gianuario, fu da
loro convertito. Venne condannato alla decapitazione per la sua
adesione alla fede cristiana su ordine del preside di Sardegna e Corsica,
di nome Barbaro, nel 300 e dopo di lui subirono il martirio anche Proto e
Gianuario.
19, San Giorgio di
Suelli, Vescovo Festa 24 aprile Nacque a Cagliari nel 1050;
i suoi genitori Lucifero e Vivenzia erano servi della gleba di una certa
Greca, ma virtuosi e timorati di Dio. Già da bambino si dimostrò penitente
e pieno di virtù; studiò latino e greco, che a quell’epoca era di grande
importanza e considerazione e a soli 22 anni fu nominato vescovo di Suelli
(Cagliari). Fu per la diocesi un vero pastore, amante dei poveri che
aiutava; dedito alla preghiera e ai digiuni. Il Signore lo gratificò del
dono dei miracoli .Morì il 23 aprile 1117 e sepolto nella sua cattedrale.
La sua mitria è conservata nella cattedrale di Cagliari ed è invocato
contro le carestie.
20. San
Giovenale, vescovo di Cagliari Fu Vescovo di Cagliari nel 4*
sec. Durante le persecuzioni si rifugiò in una grotta sul colle sant’ Elia
dove accorrevano i fedeli per essere istruiti e confortati. Arrestato e
messo in carcere, fu liberato miracolosamente e potè continuare la sua
missione.
21. San Giuliano,
martire s. Lianu, festa 7 giugno a Villanovatulo Nato a
Cagliari nel 3° sec., apparteneva alla nobiltà. Si converti in età
avanzata. Fu condannato alla lapidazione verso i cento anni e venne
sepolto nel cimitero di s. Saturnino.
22. Sant' Ignazio da Laconi, laico
cappuccino s. Iniassu, festa 11 maggio Nacque a Laconi
(Nuoro) il 17 novembre 1701, secondo dei nove figli di Mattia Peis Cadello
e di Anna Maria Sanna Casu, genitori poveri ma ricchi di fede; al
battesimo gli fu imposto il nome di Vincenzo. Crebbe timorato di Dio e
ancora adolescente già praticava digiuni e mortificazioni; non frequentò
scuole e non imparò mai a scrivere, ma andava ogni giorno a Messa e faceva
il chierichetto; di poche parole parlava appena il dialetto sardo. A
diciotto anni si ammalò gravemente e fece voto di entrare fra i cappuccini
se fosse guarito; ma una volta risanato non mantenne il voto; due anni
dopo il suo cavallo si mise a correre sfrenatamente senza controllo ai
bordi di un precipizio, improvvisamente si bloccò e Vincenzo fu salvo per
la seconda volta, allora ricordò la promessa fatta. Aveva 20 anni
quando il 3 novembre 1721, Vincenzo Peis Cadello si presentò al convento
dei cappuccini di Buoncammino a Cagliari, non fu accettato subito, visto
il suo gracile fisico, ma poi con la mediazione del marchese di Laconi
Gabriele Aymerich, poté entrarvi e indossare l’abito dei Cappuccini il 10
novembre 1721, prendendo il nome di fra Ignazio da Laconi. Dopo il
prescritto anno di Noviziato, fu trasferito nel convento di Iglesias, dove
fu dispensiere e nel contempo addetto alla questua nelle campagne del
Sulcis. Per quindici anni visse tra i conventi sardi di Domusnovas,
Sanluri, Oristano e Quartu, poi fu richiamato al convento di Buoncammino
di Cagliari e destinato al lanificio del convento, dove si confezionava il
tessuto per i religiosi. Nel 1741 a 40 anni venne impiegato come
questuante nella città di Cagliari, considerato un compito di grande
importanza e responsabilità. Nel 1779 frate Ignazio divenuto cieco,
venne dispensato dalla questua, ma per sua volontà volle continuare a
partecipare alla vita comune dei frati, sottostando a tutte le regole e
pratiche disciplinari, fino alla santa morte avvenuta a Cagliari l’11
maggio 1781 all’età di 80 anni; per due giorni una folla impressionante di
popolo e persone importanti, sfilò davanti al feretro del cappuccino per
rendergli omaggio.
23. San Ilario,
Papa Festa 28 febbraio Nativo della Sardegna fu il 46° Papa
della Chiesa cattolica, che lo venera come santo. Regnò dal 461 alla sua
morte avvenuta nel 468. Della sua giovinezza non si conoscono
particolari,tranne che venne mandato a studiare a Roma.
24. Sant' Ippolito, sacerdote e
martire Festa 13 agosto Ippolito di Roma fu un teologo e
scrittore cristiano: è stato il primo antipapa della storia della Chiesa,
ma prima della morte si riconciliò con il papa legittimo, Ponziano,
insieme al quale subì il martirio ed è venerato come santo dalla Chiesa
cattolica e da quella ortodossa. Morì in Sardegna nel
235
25. San Liberato, vescovo
martire s. Liberau, festa 11 settembre a Escolca Vescovo
africano, esiliato in Sardegna, vi giunse nel 484 con Amatore e Bertorio.
Annunciò il Vangelo e fondò comunità cristiane. Morì
martire.
26. San Luciano, martire
sardo s. Xiamu. Non si hanno notizie.
27. San Lucifero, vescovo di
Cagliari Festa 15 maggio a Cagliari Nacque a Cagliari nel
290 e fu Vescovo di Cagliari dal 350 al 370. E’ venerato come santo dalla
Chiesa cattolica. Difese l'ortodossia cristiana contro l'eresia di
Ario e si oppose alla condanna di Atanasio di Alessandria al Concilio di
Milano del 355 e per questo venne condannato all'esilio. Alla morte di
Costanzo II, nel 361, l'imperatore Giuliano promulgò un editto (362) che
consentiva a tutti i vescovi esiliati di rientrare nelle loro
diocesi.
28. S. Lussorio,
martire s. Luxiori o Lussurgiu, festa 21 agosto Nacque a
Cagliari nel 270 da famiglia agiata, soldato romano. Si convertì leggendo
i Salmi. Si ritirò in solitudine nel sassarese. Denunciato e catturato,
subì il martirio mediante decapitazione nella città romana di Forum
Traiani, Fordongiano probabilmente durante la quarta persecuzione di
Diocleziano, il 21 agosto dell'anno 304.
29. San Mauro, martire Festa 5
ottobre Martire cagliaritano morto durante l’impero di Traiano fu
sepolto nella omonima chiesa a Cagliari
30. Santi Nicolò e Trano,
anacoreti Anacoreti giunti in Sardegna nel sec. V si
stabilirono nelle montagne della Gallura, vivendo santamente, amati e
stimati come santi dalla popolazione.
31. San Palmerio, martire s. Paraminu,
festa a luglio a Bortigali Nacque Bortigali da famiglia nobile. Fu
ufficiale dell’esercito romano. Conobbe il Vangelo e si convertì. Lasciò
la carriera militare e rifiutandosi di sacrificare agli dei, venne
condannato alla decapitazione nel 303 al tempo dell’imperatore
Diocleziano. Venne sepolto a Ghilarza
32. San Pancrazio, diacono e martire s.
Brancacciu Nacque a Cagliari nell’anno 40, discepolo di san Pietro. Fu
consacrato diacono. Denunciato, venne lapidato
33. San Platano, martire s. Pardamu,
festa ad agosto a Villa Speciosa Originario della Mauritania, fratello
di sant’ Antioco, fu martirizzato nel 120
34. San Ponziano, papa e martire Festa 9
novembre a Carbonia Venne eletto papa nel 230, durante l'impero del
mite e saggio Alessandro Severo, la cui tolleranza in fatto di religione
permise alla Chiesa di riorganizzarsi. Ma proprio in questa parentesi di
pace avvenne nella Chiesa di Roma la prima funesta scissione che
contrappose al legittimo pontefice un antipapa, nella persona di Ippolito,
sacerdote, colto e austero, poco incline all'indulgenza e timoroso che in
ogni riforma si celasse l'errore. Intanto l'imperatore Alessandro
Severo veniva ucciso in Germania dai suoi legionari e gli subentrava il
trace Massimino, che rispolverò gli antichi editti persecutori nei
confronti dei cristiani. Trovandosi di fronte a una Chiesa con due capi,
senza pensarci su spedì entrambi ai lavori forzati in una miniera della
Sardegna. Ponziano è il primo papa deportato. Era un fatto nuovo che si
verificava nella Chiesa e Ponziano seppe risolverlo con saggezza e umiltà:
perché i cristiani non fossero privati del loro pastore rinunciò al
pontificato, e anche questa spontanea rinuncia è un fatto nuovo. Il gesto
generoso di Ponziano deve aver commosso l'intransigente Ippolito che morì
infatti riconciliato con la Chiesa nel 235.
35. San Priamo, martire s. Pilimu Nato
a Cagliari, venne decapitato intorno al 125 nel rione di
Villanova.
36. San Salvatore da
Horta, laico francescano Festa 18 marzo Laico professo
dell'ordine dei Frati Minori Osservanti, nacque a Santa Coloma de Farners,
centro della Catalogna, nel dicembre 1520. I genitori, il cui cognome era
Grionesos, lavoravano in un piccolo ospedale locale. Rimasto orfano si
trasferì a Barcellona e fece diversi lavori per mantenere se stesso e la
sorella Blasia. Appena quest'ultima si sposò, il giovane poté attuare il
desiderio di dedicarsi alla vita religiosa. Dopo un periodo trascorso nel
monastero benedettino di Montserratt, il 3 maggio 1541 entrò nel convento
francescano di Barcellona e assunse il nome di fra' Salvatore. Nel 1542
fece la professione religiosa e venne trasferito nel convento di Tortosa.
In seguito fu trasferito più volte in diversi conventi, tra cui quelli di
Bellpuig, Horta, dove rimase per dodici anni, Reus. Era sempre destinato a
svolgere i lavori più umili e faticosi. Intanto la gente giungeva numerosa
a visitare il frate, in quanto gli venivano riconosciute doti di
taumaturgo e si diceva potesse compiere miracoli. Questa fama rese fra'
Salvatore scomodo agli stessi confratelli, tanto da provocare i suoi
continui trasferimenti. La sua ultima destinazione fu il convento di Santa
Maria di Gesù a Cagliari, dove giunse nel novembre 1565. Qui morì, in fama
di santità, in seguito a una malattia il 18 marzo 1567.
37. San Saturnino di Cagliari, martire, patrono della
città di Cagliari. s. Sadurru, festa 30 ottobre Nato a
Cagliari da genitori cristiani alla fine del III sec., il giovane
Saturnino venne decapitato il 30 ottobre del 303 , durante le persecuzioni
volute da Diocleziano per essersi rifiutato di offrire sacrifici agli dei
pagani. Venne sepolto nella necropoli dove sorge la basilica a lui
dedicata. Il 12 ottobre 1621 le reliquie del santo vennero rinvenute e
traslate nella cripta del duomo di Cagliari, il santuario dei Martiri,
dove si trovano tuttora.
38. San
Simmaco, papa Festa 19 luglio a Simaxis Nativo della
Sardegna, forse a Cagliari, altri a Simaxis da genitori pagani, si
convertì al cristianesimo e venne a Roma dove nel 498 fu eletto Papa.
Fondò ospizi per i pellegrini e ospedali per i poveri. Aiutò con denaro i
Vescovi esiliati in Sardegna . Morì nel 514
39. San Simplicio vescovo di Olbia e
martire Festa 15 maggio a Olbia Nacque a Olbia e fu il
primo vescovo della città. Morì martire al tempo di Diocleziano, sotto il
preside Barbaro, trafitto da lancia nel 304.
40. San Sisinnio, martire s. Sèsulu, festa
3 agosto a Villacidro Nato nei pressi di Villacidro, dopo essersi
convertito alla fede cristiana, predicò il Vangelo e compì molti miracoli.
Morì martire nel 180.
41. San
Sperate, vescovo s. Sparau, festa 17 luglio a San
Sperate Vescovo africano le sue reliquie furono portate in Sardegna
durante l’invasione dei Vandali
42.
Santo Stefano di Maracalagonis, martire s. Stevini, festa 5
luglio Nato a Maracalagonis, si convertì alla predicazione del vescovo
Avendrace. Morì diciottenne per la fede nel 105.
43. Ss. Teodoro, Acasio e Gennaro, martiri
cagliaritani s. Eru Furono martirizzati assieme a s.
Reparata, sotto l’imperatore Traiano
44. San Vetrano, martire s.
Vidranu Martire nato in un villaggio, oggi scomparso, vicino a Quartu
S.E.
45. Santa Barbara,
martire s. Barbara scabizzada o Avara, festa domenica dopo la
ss.Trinità a Cappoterra Nacque a Cagliari (III sec) insieme a s.
Restituta si ritirò in una grotta a Stampace, pregando e aiutando i
bisognosi. Denunciata, fu decapitata nella zona di Capoterra all’età di
trent’anni.
46. Sante Cecilia, Suina
e Ginia, martiri s. Gilla o Igia, festa 15 aprile Le loro
tombe furono ritrovate nella chiesa di san Lucifero a
Cagliari
47. Santa Enedina,
martire Nacque a Cagliari, convertitasi alla fede cristiana
venne denunciata e condannata alla decapitazione, avvenuta nel rione di
Villanova.
48. Santa Giusta,
martire Festa 14 maggio Nacque nelle vicinanze di Oristano
da una ricca famiglia pagana. Di nascosto si fece cristiana. I famigliari
fecero di tutto perché lasciasse la fede. Rimasta orfana diede tutto ai
poveri e si ritirò in solitudine, ma raggiunta dai soldati fu
incarcerata e uccisa nel 2° sec. al tempo dell’imperatore
Adriano.
49. Santa Greca martire di
Decimomannu Festa 27 settembre Nacque nel 284 a
Decimomannu, da genitori cristiani originari della Grecia. Vissuta al
tempo di Diocleziano al suo rifiuto di sacrificare agli idoli pagani, fu
denunciata, torturata e uccisa di spada nel 304
50. Santa Imbenia, martire Festa 3
gennaio Nacque a Cuglieri da una famiglia cristiana e fu martirizzata
al tempo dell’imperatore Diocleziano
51. Sante Lussoria e Giovina, martiri Vissute a
Cagliari in epoca non precisa.
52.
Santa Olimpia, martire Festa 17 dicembre Nacque a
Selargius. Con grande carità e pericolo visitava e portava conforto ai
cristiani incarcerati. Scoperta venne arrestata e decapitata nel
304.
53. Santa Prisca, vergine e
martire Festa 5 maggio Nacque a San Sperate, ove visse
santamente e subì il martirio nel III sec.
54. Santa Reparata, vergine e
martire Festa 2 maggio Nacque a Cagliari da nobile
famiglia. Morì martire a cinquantasei anni con Acasio, Teodoro e Gennaro
al tempo dell’imperatore Traiano
55.
Santa Restituta, martire Festa 17 maggio Nacque a Cagliari,
da genitori cristiani. Sposò un giovane di nome Cecilio di nobile famiglia
e cristiano. Madre di sant’ Eusebio, vescovo di Vercelli e di Eusebia.
Fatto prigioniero il marito e condotto a Roma, lo raggiunse con i figli.
Lasciati poi i figli a Roma ritornò in Sardegna, ritirandosi nella zona di
Stampace. Scoperta dagli idolatri subì il martirio nel
311.
56. Santa Vitalia,
martire s. Vida o Fida, o Ida o Seda, festa 14
novembre Santa Vitalia nacque a Cagliari in data imprecisata nei primi
anni del secondo secolo dopo Cristo. Sospettata insieme all’amica Lucifera
di essere cristiana, durante il regno del imperatore Adriano. (117 – 138);
venne condannata a morte il 14 novembre dell’anno 120 . Assieme
all’amica vennero condotte all’anfiteatro romano di Cagliari detto
“Coliseum” per essere sbranate dalle fiere; ma le bestie si accovacciarono
ai loro piedi. Allora, vennero sottoposte a terribili supplizi e
decapitate.
57. Santa Vittoria,
martire s. Itroxia, festa 16 giugno Nacque a Cagliari,
morì martire a Sinnai sotto l’imperatore Adriano.
58. Beato Andrea. francescano di Sardegna
martire b. Andria o Uria Di origine sarda , si recò nella
Bosnia per convertire gli eretici Bogumili. Venne martirizzato nel
1349
59. Beato Giovanni Parenti,
franncescano Di origine umbra seguace di san Francesco, giunse
in Sardegna nel 1237 a Bottida nel convento dei francescani ove morì nel
1250 venerato come santo dalla popolazione locale.
60. Beato Goffredo abate di Sorres, monaco
cistercense Nato in Francia , monaco cistercense di Clairvaux
.Uomo di preghiera e di fede. Fu nominato vescovo di Sorres nel
1171.
61. Beato Gonario II de
Lacon-Gunale Nato a de Lacon-Gunale nel 1113 fu giudice del
Giudicato di Torres dal 1127 al 1153. Quarantenne e rimasto vedovo,
Gonario si mise alla ricerca di quella serenità e pace
interiore che trovò nell' inconfronto avuto con San Bernardo.
Gonario, pertanto, perse interesse per le cose di questo mondo e decise di
abbandonare il potere ed il governo del giudicato. Dopo aver confermato le
assegnazioni territoriali ai figli, abdicò a favore del primogenito
Barisone. Con la madre Marcusa si recò in Sicilia e a Messina fondò
l'ospedale di S. Giovanni d'Oltremare (dove Marcusa fu sepolta anni dopo).
Quindi si diresse immediatamente a Abbazia di Chiaravalle (Clairvaux) per
farsi monaco Cistercense. Si rifugiò in una grotta per fare penitenza
prima di entrare nella casa madre dei cistercensi nel 1154, pochi mesi
dopo la morte di San Bernardo. Gonario visse nel monastero a lungo. Morì
vecchio, forse nel 1182, in fama di santità. Secondo la tradizione la
chiesa di Nostra Signora de Gonare, tra Orani e Sarule, apice meridionale
del Giudicato di Torres, venne fatta edificare da Gonario II sulla vetta
del Monte Gonare (1083 m s.l.m.) per sciogliere un voto alla Madonna. Al
rientro dal viaggio in Terra santa, al largo del Golfo di Orosei, Gonario
avrebbe rischiato di fare naufragio. Egli si appellò alla Vergine dopo di
che gli apparse in miracolo la visione di un monte che gli servì per
orientarsi verso la terra ferma salvandosi da morte certa. In quel monte
(che si chiama Monte Gonare) il giudice fondò, come riconoscimento della
grazia ricevuta, il santuario della Madonna di Gonare. Lo scampato
naufragio ed il sogno sulla Madonna furono forse alla base della scelta
monastica.
62. Beato Nicola da
Gesturi, laico cappuccino Il suo nome da laico era Giovanni
Medda, nacque il 5 agosto 1882 a Gesturi (Cagliari) archidiocesi di
Oristano, sesto dei sette figli di Giovanni Medda e Priama Cogoni Zedda,
di umili condizioni sociali ma onesti e religiosi. A quattro anni nel
1886, secondo le usanze del tempo, ricevette la Cresima; a 14 anni, il 18
dicembre 1896 Giovanni Medda ricevette la Prima Comunione e da allora
prese a vivere tutto teso verso la virtù e la santificazione. Aveva 29
anni quando nel marzo 1911, presentato da un’ottima relazione del parroco
di Gesturi, entrò nel convento cappuccino di S. Antonio a Cagliari, come
Terziario oblato. Dopo due anni, il 30 ottobre 1913 vestì l’abito
cappuccino prendendo il nome di fra’ Nicola; qualche mese dopo fu
trasferito al convento di Sanluri, dove fece l’anno di noviziato ed emise
la prima professione solenne. Fu altalenante fra il convento cappuccino di
Sanluri (CA), quelli di Sassari, Oristano, Cagliari, e di nuovo a Sanluri.
Nel 1924 venne trasferito a Cagliari, con l’incarico della questua in
città. E per 34 anni svolse questo delicato compito con tenacia e
pazienza; sempre percorrendo a piedi con ogni tempo, pioggia, freddo,
caldo, chilometri e chilometri; chiedendo la carità in nome di s.
Francesco, sempre con le stesse parole, ricevendo l’offerta per i bisogni
del convento e per la carità francescana, ma anche offese, ingiurie e
prese in giro, da chi vedeva nel questuante un fannullone e un buono a
nulla. Man mano che gli anni passavano la sua figura divenne sempre più
popolare per Cagliari e paesi vicini; molti lo avvicinavano per chiedere
consigli, domandavano preghiere, lo invitavano ad entrare in casa e negli
ospedali, per dare conforto agli ammalati; si verificarono guarigioni
improvvise e aumentò così la sua fama. Il silenzio fu la sua costante
caratteristica, sia quando riceveva che quando dava, l’interrompeva
soltanto per ricordare la volontà di Dio. Il 1° giugno 1958, stremato nel
fisico, si presentò al Padre Guardiano e gli disse: “Padre non ne posso
più” e chiese di essere esonerato dalla questua. Si spense serenamente l’8
giugno 1958 a 76 anni.
63. Beata
Antonia Mesina, martire della purezza Festa 17
maggio Antonia, seconda dei dieci figli di Agostino Mesina e di Grazia
Rubanu, nacque il 21 giugno 1919 ad Orgosolo in provincia di Nuoro.
Fu battezzata nella parrocchia di S. Pietro, e come si usava
allora, venne cresimata il 10 novembre 1920 quando aveva nemmeno due anni;
all’età di sette anni fece la Prima Comunione. Antonia Mesina si formò
alla scuola della Gioventù Femminile d’Azione Cattolica e dal 1929 al 1931
ne fece parte come ‘beniamina’ e dal 1934 al 1935 come socia effettiva, fu
colma di pietà semplice e fervorosa, generosa nella dedizione alla sua
famiglia, dando rispetto e carità verso tutti. Di carattere riservato
e deciso, tipico della personalità delle donne barbaricine, evitò tutto
ciò che poteva offuscare il suo buon nome e la sua modestia. Il 17
maggio 1935, dopo aver partecipato alla celebrazione della Messa nella
parrocchia di S. Pietro e ricevuta la S. Comunione, si recò nel bosco
circostante per raccogliere la legna, secondo le consuetudini per le
necessità della famiglia; quando venne trovata da un giovane compaesano,
il quale tentò di abusarne, ma lei resisté alla insana passione di
lui; il giovane accecato dal rifiuto, l’aggredì con violenza massacrandola
con colpi di pietra, si contarono 74 ferite. Così morì difendendo la
sua purezza Antonia Mesina di soli 16 anni. Papa Giovanni Paolo II ha
beatificata questa figlia di Sardegna il 4 ottobre 1987.
64. Beata Giuseppina Nicoli, religiosa Figlia della
carità Festa 16 ottobre Giuseppina Nicoli nacque a
Casatisma (Pavia), in una famiglia molto religiosa, il 16 novembre 1863.
La giovane studiò a Voghera e a Pavia, conseguendo con ottimi voti il
diploma di maestra e coltivando nel cuore il desiderio di dedicarsi
all'istruzione dei poveri. Attratta dal carisma vincenziano, divenne una
Figlia della Carità. Giunse a Torino, nella casa centrale di S. Salvario,
il 24 settembre 1883. Aveva solo ventuno anni quando fu inviata in
Sardegna Il suo primo incarico fu quello di insegnare al Conservatorio
della Provvidenza di Cagliari; così diede inizio alla missione che avrebbe
contraddistinto la sua vita: istruire i giovani, diffondendo la conoscenza
del Vangelo. Cominciò con gli studenti e gli operai che chiamò “Luigini”
(protetti da S. Luigi). La comunità di Sassari, nel 1899, necessitava di
una superiora (detta suor servente) e la scelta cadde su suor Nicoli.
L'apostolato di suor Giuseppina fu straordinario. Tanto terreno fertile fu
lasciato nel 1910, quando tornò nella capitale sabauda, a S. Salvario, con
il compito di coordinare come economa provinciale un centinaio di comunità
locali e alcune migliaia di suore. Nel 1914 ritornò in sardegna e fu
mandata all’Asilo della Marina di Cagliari. Si era all'inizio della Grande
Guerra e nei locali dell’Asilo si allestì un ospedale per i feriti.
Superata l'emergenza suor Nicoli diede vita ad una serie eccezionale di
opere: fondò le Damine di Carità che riparavano e cucivano abiti per i
poveri, curavano l'assistenza domiciliare del quartiere e la colonia
estiva per i bambini rachitici. Diresse le Figlie di Maria tra cui
nacquero numerose vocazioni religiose, fece conoscere in città l'opera
della Propagazione della Fede e della Santa Infanzia, aprì il Circolo di
S. Teresa, primo nucleo della futura Azione Cattolica femminile cittadina.
Fondò i Giuseppini (protetti da S. Giuseppe), ragazzi che provenivano da
quelle famiglie borghesi che per pregiudizio impedivano ai figli di
frequentare il catechismo con i poveri. Si preoccupò delle giovani che
dalle campagne andavano a servizio dei signori della città, le "Zitine",
(protette da s. Zita); riunì per ritiri spirituali migliaia di operai che
lavoravano alla Fabbrica dei Tabacchi. Si interessò delle giovani della
borghesia, che chiamò Dorotee (protette da S. Dorotea), tra le quali
alcune divennero ottime maestre. Un'attenzione tutta particolare fu
rivolta ai ragazzi di strada, spesso orfani, che presso il porto e il
mercato sbarcavano il lunario facendo i facchini. Ne accolse a centinaia
senza allontanarli dal loro ambiente, li istruì, preparandoli ad un lavoro
dignitoso. Erano conosciuti come i “marianelli”, i monelli di Maria.
Si contraddistinse sempre per una santa allegria . Fu grande la sua
devozione mariana. Suor Giuseppina fu guida per molte sue
consorelle. Aveva poco più di sessant'anni quando una broncopolmonite
la costrinse a letto. Spirò alle 9 del mattino del 31 dicembre 1924.
65. Beata Maria Gabriella Sagheddu,
monaca trappista Maria Sagheddu (1914-1939) nacque a Dorgali,
in Sardegna, da una famiglia di pastori. Le testimonianze del periodo
della sua infanzia e adolescenza ci parlano di un carattere ostinato,
critico, contestatario, ribelle, ma con un forte senso del dovere, della
fedeltà, dell'obbedienza pur dentro apparenze contraddittorie: "Obbediva
brontolando, ma era docile". "Diceva di no, tuttavia andava subito",
dicono di lei. Ciò che tutti notarono fu il cambiamento che avvenne in
lei a diciotto anni: a poco a poco si addolcì, scomparvero gli scatti
d'ira, acquistò un profilo pensoso e austero, dolce e riservato; crebbero
in lei lo spirito di preghiera e la carità; comparve una nuova sensibilità
ecclesiale ed apostolica; si iscrisse all'Azione Cattolica. A ventun
anni scelse di consacrarsi a Dio e, seguendo le indicazioni del suo padre
spirituale, entrò nel monastero della trappa di Grottaferrata. In
noviziato aveva il timore di essere rimandata, ma dopo la professione,
vinto questo timore, prese spazio un abbandono tranquillo e sicuro, che
generò in lei la tensione al sacrificio totale di sé: "Ora fa Tu", diceva
semplicemente. Alla conoscenza della divisione dei cristiani, Suor
Maria Gabriella si sentì coinvolta e spinta ad offrire la sua giovane vita
per l’Ecumenismo. La tubercolosi si manifestò nel corpo della giovane
suora, sino ad allora sanissimo, dal giorno stesso della sua offerta,
portandola alla morte in quindici mesi di sofferenza. La sera del 23
aprile 1939 Gabriella concluse la sua lunga agonia, totalmente abbandonata
alla volontà di Dio, mentre le campane suonavano a distesa, alla fine dei
vespri della domenica del Buon Pastore, in cui il Vangelo proclamava: "Ci
sarà un solo ovile e un solo pastore".
66. Ven. Padre Gian Domenico Aresi o Aresu,
martire Nato a Tertenia nel 1605 entro diciassettenne dai
Gesuiti. Sacerdote, maestro dei novizi, fu missionario nelle Filippine.
Venne ucciso mentre predicava in chiesa a Cabalian nel
1645.
67. Ven. Giuseppe Monserrato,
sacerdote francescano conventuale Visse quasi sempre nel
convento dei padri francescani conventuali di Castelsardo, dove fu
guardiano e commissario del Terz'Ordine. Di vita santa e maestro di
perfezione per le anime, operò prodigi, scrutò i cuori, predisse il
futuro. Morì a Castelsardo nel 1716. La sua immagine è tra i venerabili
dell'ordine. È chiamato "beato Giuseppe" dai castellanesi, che ancora
accendono lumi sulla sua tomba.
68.
Ven. Mons Virgilio Angioni, sacerdote fondatore Nacque a
Quartu Sant'Elena, il 14 novembre 1878. Sacerdote di Cagliari svolse
l'apostolatocome parroco di san Giacomo. Fondò il settimamale: Il
lavotatore e il quindicinale: Il bollettino dei
parroci.Fondò l'Opera delle Figlie di Maria Santissima Madre
della Divina Provvidenza e del Buon Pastore di Cagliari per provvedere ai
bambini, agli handicappati e agli anziani. Morì il 3 settembre 1947. È
stato proclamato venerabile nel 2004.
69. Ven Elisabetta Sanna Nata il 23 aprile
1788 a Codrongianos (Sardegna), non aveva tre mesi quando il vaiolo la
lasciò così rattrappita nelle braccia che mai più poté alzar le mani alla
fronte per il segno della Croce, nè lavarsi o vestirsi da sola: a stento
portava il cibo alla bocca. Desiderava consacrarsi a Dio in perpetua
castità ma, obbedendo alla madre, sposò Antonio M. Porcu Sini col quale
visse diciotto anni in perfetta armonia, restando nel 1825 vedova con
cinque figli. Iscrittasi al Terz’Ordine francescano nel 1829, dal 1830
s’accostò quotidianamente alla mensa eucaristica. Con l’approvazione del
confessore intraprese l’anno 1831 il pellegrinaggio in Terrasanta ma,
giunta a Genova sprovvista di passaporto, decise di visitare almeno i
santuari di Roma. Qui peggiorando la sua salute, un medico dichiarò che
il viaggio di ritorno l’avrevve esposta a grave pericolo. Elisabetta
espose il caso a San Vincezo Pallotti il quale comprese essere volontà di
Dio che rimanesse nell’Urbe e la rassicutò dicendole che dei suoi figlioli
avrebbero preso cura il fratello sacerdote e la mamma. Stabilitasi in
Roma e rinunciato a quanto possedeva in patria, condusse una vita santa
d’orazione e d’opere di pietà. Sopportate con eroica fortezza le tante
sofferenze inviatele dal Signore, passò agli eterni riposi il 17 febbraio
1857 e, come aveva desiderato, venne sepolta a S. Salvatore in Onda. Leone
XIII introdusse la causa di beatificazione di questa fulgida gloria del
popolo sardo, e tutti sperano di vederla sugli altari.
70. Beata Maria Cristina di
Savoia Cagliari, 14 novembre 1812 - Napoli, 31 gennaio 1836
Maria Cristina di Savoia, figlia del re Vittorio Emanuele I e di Maria
Teresa d’Asburgo, ricevette dai pii genitori una solida formazione
cristiana. Nel 1832 sposò Ferdinando II, re delle Due Sicilie, e nel
duplice stato di moglie e di regina fu modello luminoso di ogni virtù.
Vera madre dei poveri, seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo,
la cui promozione ideò ardite opere sociali. Morì ancora giovane, dopo
aver dato alla luce il primogenito Francesco, tra l’unanime compianto
della famiglia reale e del popolo napoletano. Fu sepolta nella basilica di
Santa Chiara in Napoli. Il 6 maggio 1937 papa Pio XI dichiarò eroiche le
sue virtù. Il 25 gennaio 2014 è stata proclamata beata.
71. Servo di Dio Angelino Cuccuru Nacque a
Sindia, Nuoro, 6 dicembre 1920. Frequentò la scuola elementare del suo
paese con buon profitto. Nei suoi coetanei restò impresso il ricordo della
sua condotta esemplare e del suo interesse per le materie scolastiche, in
particolare per l’Insegnamento della Religione Cattolica. Degna di memoria
da parte di compagni ed amici fu anche la sua particolare pietà: non
mancava infatti mai all’Eucaristia domenicale ed alla Comunione. In certi
periodi dell’anno era poi solito frequentare la chiesa anche nei giorni
feriali, cosa non comune tra i ragazzi ed i giovani del paese. Particolare
giovamento gli portò l’essere nato in una famiglia dai sentimenti
profondamente cristiani. Richiamato alle armi, ai primi di marzo del
1940 partì per San Remo e partecipò alle azioni di guerra contro la
Francia. Nel luglio 1941 si mise in viaggio per il Fronte Russo. Il 10
giugno 1942 nella zona di Plasky, nei pressi del fiume Don, venne colpito
fatalmente alla testa. La notte successiva, verso le due morì
nell’Ospedale da campo di Rikowo, in Ucraina. Era il 11 giugno 1942.
Il ritratto spirituale del giovane Angelino traspare dai suoi scritti,
consistenti in 150 lettere scritte durante il servizio militare tra il
1940 ed il 1942. La famiglia Cuccuru fu sempre concorde nell’affermare
l’eccezionalità del suo comportamento, la preghiera prima del lavoro in
campagna e dei pasti, la recita del Rosario in famiglia ogni sera sempre
in ginocchio come suo padre Giovanni, la fiducia in Dio, l’assiduità nel
duro lavoro di agricoltore, la grande disponibilità verso gli altri,
un’allegria sempre composta con coetanei e parenti, uno spiccato interesse
verso la Parola di Dio che il padre era solito ripetere o leggere
direttamente dalla Bibbia. Il parroco monsignor Giuseppe Masia decise
dunque di pubblicare una breve biografia, intitolata “Angelino Cuccuru. Il
Caporale santo”.
72. Servo di Dio
Antonino Pisano, novizio mercedario Antonino Pisano, figlio di
Stefano Pisano e di Raffaella Monni, nacque a Cagliari il 19 marzo 1907 e
fin da piccolo dimostrò una grande devozione alla Madonna, venerata nel
famoso Santuario di Bonaria; inoltre per la devozione verso il Ss.
Sacramento fece parte del circolo ‘San Luigi’. A 13 anni, il 23 ottobre
1920, entrò come aspirante alla vita religiosa, nel convento mercedario di
Bonaria ; a causa di una forte miopia fu costretto però ad uscirne, ma
tenace e perseverante appena migliorò in salute volle rientrarvi,
iniziando il noviziato il 5 marzo 1922. Emise i voti semplici l’8
dicembre 1923; si applicò con grande serietà ed impegno agli studi per
sacerdote, ma anche nella perfetta osservanza della Regola
dell’Ordine. Nel mese di maggio del 1926 cominciò la sua Via Crucis con
il manifestarsi di un male polmonare, da lui accettato con ammirabile
serenità, che con alterni alti e bassi, lo condusse alla morte avvenuta a
20 anni, il 6 agosto 1927 a Cagliari.
73. Servo di Dio Mons Ernessto M. Piovella,
vescovo Nato a Milano 30 ottobre 1867 entrò tra gli Oblati di
san Carlo. Fu Vescovo di Alghero, di Oristano infine a Cagliari il 28 mar.
1920 dove morì in fama di santità nel 1948. Notevole figura di pastore,
attento alla religiosità popolare.
74. Servo di Dio Francesco Zirano, religioso
francescano martire Nato a Sassari nel 1564 entrò tra i
francescani conventuali. Fu sacerdote pieno di carità, questa lo portò in
Africa a redimere schiavi cristiani di Algeri, preoccupato che la
lunghezza e la durezza della schiavitù non li inducesse a rinnegare
la fede. Condannato come spia ad essere scorticato vivo, pur potendo
evitare la morte facendosi maomettano preferì la morte, che affrontò
pregando e chiedendo la luce della fede per gli stessi uccisori nel 1603.
È in corso a Roma la causa di beatificazione per
martirio.
75. Servo di Dio Felice
Prinetti, sacerdote Nacque a Voghera il 14 maggio 1842.
Religioso oblati di Maria. Nel 1881 giunse a Caglairi cone segretario
dell’Arcivescovo Mons Berchialla.Fu rettore del Seminario e fondatore
delle Suore di san Giuseppe di Genoni. Nel 1892 ritornò in Piemonte. Morì
a Pisa nel 1916
76. Servo di Dio
Giovanni Soggiu, Vescovo e martire Nasce nel 1883 a Corbello,
Oristano si laurea in legge ad appena 22 anni. Prende però tutti in
contropiede perché, a dispetto di chi già gli prevede una brillantissima
carriera, a 25 anni va a farsi frate. Sacerdote nel 1912, parroco della
cattedrale di Bosa appena due anni dopo, nel 1915 si trova al fronte con
il ruolo di cappellano ufficiale della Brigata Sassari. Ritorna al suo
amato saio nel 1918, a fare il maestro dei novizi e poi il Guardiano del
convento di Oristano, ma che altrettanto prontamente fa bagaglio nel 1925
per andare missionario in Cina, in una distesa povera e montuosa di 25
mila chilometri quadrati con 2 milioni di abitanti. Guerre, guerriglie e
scorribande di briganti agitano la zona e il padre Giovanni con i
confratelli, tentata di pacificare gli animi e rincuorare i poveri
cristiani. Lo conoscono come il missionario sempre sorridente,
dall’affabilità inalterata, che aiuta senza far distinzioni e così
imparano a volergli bene tutti, anche i non cristiani, Tre anni dopo, la
missione viene eretta in prefettura apostolica autonoma e il padre
Giovanni, è nominato prefetto apostolico. Furti di provviste, uccisioni
per futili motivi, case ed uffici devastati e spesso incendiati sono
all’ordine del giorno. È il 12 novembre 1930 la missione è assalita e
devastata. Padre Giovanni viene torturato e ucciso.
77. Servo di Dio Giovanni Battista
Manzella, sacerdote vincenziano Religioso Vincenziano nacque a
Soncino il 21 gennaio 1855. Nel novembre 1900 fu trasferito in Sardegna,
al Seminario Tridentino di Sassari, in qualità di Direttore Spirituale.
Nel 1927 fondò l’istituto delle Suore del Getsemani attorno alla
confondatrice Madre Angela Marongiu. Grande predicatore delle Missioni al
popolo. Muore a Sassari in concetto di santità il 23 ottobre
1937
78. Servo di Dio Raffaele
Melis, sacerdote Raffaele Melis nacque a Genoni nel 1886. Dopo
aver frequentato con profitto le scuole elementari del paese, a 14 anni
entrò nel Collegio-seminario dei Padri Oblati a Giaveno (Torino). Completò
gli studi teologici a Roma all' Università Gregoriana. Il 10 aprile 1909
fu ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Nei suoi
primi anni di sacerdozio fu impegnato nella direzione dei collegiali
dell'Istituto. Nel 1915 venne chiamato alle armi come cappellano militare,
svolgendo un'attività di apostolato negli ospedali militari come aiutante
di un capitano medico. Nel 1936 venne nominato parroco della chiesa di
sant'Elena a Roma, dove la sua attività pastorale tornò ad emergere fino
alla morte. La sua opera toccò il culmine durante i durissimi
bombardamenti di Roma. Il 13 agosto 1943, durante il secondo bombardamento
sulla città di Roma, venne colpita anche la zona del Pigneto. In quel
momento passava un trenino dell'allora ferrovia
Roma-Fiuggi-Alatri-Frosinone, pieno di rimpatriati dall'Africa, nelle
immediate vicinanze della chiesa di Sant'Elena. Padre Raffaele Melis,
accorse subito in soccorso ai feriti e per impartire l'estrema unzione ai
morti, ma rimase vittima di una seconda ondata di bombe. Venne trovato con
il volto squarciato dall'esplosione, con l'Olio santo nella mano sinistra,
e la mano destra rimasta nell'atto di amministrare il sacramento ai feriti
e ai morti.
79. Servo di Dio Tommaso
Polla, religioso francescano Francescano conventuale, versato
per la musica. Nacque a Cagliari nel 1615. Fu nei conventi di Firenze,
Napoli. Lasciata la musica si ritirò a Vietri conducendo una vita austera.
Per la fama di santità molti accorrevano a lui e fu trasferito a Giffoni
ove si prodigò eroicamente durante la peste. Poi fu inviato ad Amalfi e
dopo quattro anni a Cagliari. Si rinnovò la fama di santità anche con dei
miracoli, perciò si ritirò nel convento di s. Barbara a Capoterra. Morì
nel 1663.
80. Serva di Dio Carolina
Damele Carloforte 27 maggio 1883- Gaeta 25 marzo 1952.
Catechista, attiva nell’apostolato parrocchiale. Nel 1952 entrò come laica
dalle Suore Compassionarie di Roma dedicandosi ai poveri, agli ammalati e
agli orfani.
81. Serva di Dio Edvige
Carboni Pozzomaggiore (SS) 3 maggio 1880- Roma-Albano 17
febbraio 1952 Tutta la sua vita fu preghiera; pregava mentre lavorava,
quando riassettava la casa, quando ricamava; non conosceva l’ozio e si
recava in chiesa solo dopo aver terminato i suoi doveri. Fu stimata ed
apprezzata da molti sacerdoti come il Servo di Dio P. G. Battista
Manzella, Mons. Ernesto Maria Piovella, il Beato Don Orione, P. Felice
Cappello, Padre Pio da Pietrelcina e il Passionista Ignazio Parmeggiani,
suo ultimo confessore. I fenomeni mistici nella sua vita furono
numerosissimi (bilocazioni, estasi, visioni di santi, persecuzioni
diaboliche, misteriosi profumi) e culminarono quando, all’età di
trent’anni circa, ricevette le stimmate mentre pregava davanti a un
crocifisso ligneo regalatole dal parroco don Carta. Gesù le chiese se
voleva soffrire con Lui; Edvige accettò per suo amore ed ebbe impressi
nelle mani, nel costato e nei piedi, i segni della Passione del suo
Signore. Lei li custodì in segreto come un tesoro prezioso; era qualcosa
più grande di lei. Dopo la morte della madre, nel 1929, insieme al
vecchio padre, dovette lasciare il suo paese natale per trasferirsi nel
Lazio con la sorella Paolina insegnante. Dopo essere state in diverse
località si stabilirono a Roma nel 1938.
82. Serva di Dio Leontina Sotgiu Sassari
13 genn 1882 – Iglesias 28 sett 1957 Vita intensa di preghiera, unione
a Cristo Crocifisso, si fece vittima per i peccatori.
83. Serva di Dio Simona Tronci Cagliari 13
ott 1960-18 apr 1984 Fu battezzata nella parrocchia di s. Paolo a
Cagliari. Compì regolarmente gli studi di indirizzo classico con ottimi
risultati.. Si iscrisse in un primo momento a Giurisprudenza per poi
passare nel 1979 alla facoltà teologica dei Gesuiti di Cagliari. Insegnò
religione nelle scuole statali, si dedicò allo sport, era fidanzata. Amava
la musica, era vivace, allegra, battaglietra e innamorata della vita.
Insoddisfatta cercò qualcosa di più frequentando un gruppo di spiritualità
chiamato “primavera”. A 22 anni inizia il calvario della malattia che dopo
innumerevoli cure interventi e ricoveri accettati con amore e fede si
concluderà il 18 aprile 1984. Il dolore non le impedì di amare Dio per il
dono della vita e a Lui rese grazie per tutto ciò che aveva: dalle cose
materiali agli affetti, dai famigliari agli amici e al fidanzato e
diceva:"Tutto è dono di Dio".
84.
Don Antonio Loi, sacerdote Decimoputzu 1936-1965. Fu ordinato
sacerdote nel 1963. Affetto da tumore, si spense nella preghiera,
profondendo a quanti lo andavano a trovare serenità, luce e senso
cristiano della vita.
85. Mons
Antonio Giuseppe Angioni , Vescovo Bortigali 1910-Pavia 1991,
Seguì la vocazione al sacerdozio e fu ordinato nel 1933. Svolse la
mansione di Vicerettore del Seminario di Ozieri. Dopo due anni fu
incaricato come direttore spirituale. Nel 1945 fu chiamato a svolgere lo
stesso ministero nel Seminario regionale di Viterbo. Nel 1950 in quello di
Bologna. Nel 1962 fu consacrato Vescovo prima a Pisa, poi a s.Miniato in
fine a Pavia.Solerte pastore diede impulso alla collaborazione con le
Missioni. Sostenne in particolare la diocesi brasiliana di Rio
Preto.
86. Francesco Ortolano,
religioso Cagliari 1544. Attratto dalla vita religiosa entrò
dai Gesuiti. Rimase umile fratello laico, di vita interiore profonda. Fu a
servizio pei poveri e dei sofferenti. Ricco di doni spirituali. Morì in
concetto di santità a Cagliari 1623
87. Padre Giovanni Antonio Solinas, gesuita
martire Oliena 1643. A vent’anni entrò dai Gesuiti di
Cagliari. Fu ordinato sacerdote a Siviglia nel 1673 e l’anno seguente
partì per il Brasile come missionario. Imparò la lingua degli indios. Nel
1683 durante una missione nella foresta amazzonica venne trucidato.
88. Fra Nazareno da Pula, laico
appuccino Nacque a Pula 21 gennaio 1911 da una famiglia di
agricoltori. Si chiamava Giovanni Zucca. Aiutava nel lavoro dei campi, Nel
1936 aprì un’attività in Africa Orientale. Con la guerra fu arruolato e
poi fatto prigioniero in Kenia fino al 1946. Ritornato in Italia
tormentato dall’ aver trascorso la vita senza senso, decise di andare a
trovare P.Pio L’incontro fu decisivo, di ritorno in Sardegna chiese e
ottenne di entrare nel convento dei cappuccini di Cagliari: era il 1950.
Passò da un convento all’altro fino a quanto dopo la morte di fra Nicola,
fu incaricato della questua a Cagliari. Uomo di preghiera e di doni
spirituali fu amato e ricercato dalla gente. Negli ultimi anni si ritirò a
Pula dove riceveva in continuazione tanti fedeli. Si adoperò per la
costruzione di una chiesa. Morì a Cagliari il 29 febbraio 1992. Traslato a
Pula nel 1993.
89. Fra Nicola da
s.Vero Milis, cappuccino Nacque nel 1631. A vent’anni entrò
dai cappuccini di Cagliari. Era devotissimo della Passione di Cristo. Ebbe
doni e carismi. Si prodigò per i poveri e gli ammalati.. Morì nel
1707.
90. Fra Paolo Perria da
Cuglieri, cappuccino Nacque nel 1650 a Cuglieri. Nel 1672 si
fece cappuccino laico. Fu religioso di grande preghiera , penitenza e
carismi. Come questuante cerco di portare carità e consolazione alla
povera gente. Morì nel 1727
91. Don
Salvatore Vico, sacerdote fondatore Nacque a La Maddalena
(Sassari) il 12 agosto 1896 . Seguì la vocazione sacerdotale entrando nel
seminario di Tempio. Fu incaricato della formazione spirituale dei
seminaristi e nel 1919 divenne sacerdote. Nella sua sensibilità verso i
poveri nel 1922 aprì un orfanotrofio. Quando nel 1923 divenne parroco
della Cattedrale di Tempio diede impulso all’Azione Cattolica e fondò
l’istituto religioso “Figlie di Gesù Crocifisso” per l’istruzione
religiosa dei pastori, l’assistenza agli handicappati, e l’aiuto alle
missioni.. Morì a 95 anni
92. Madre
Angela Marongiu, fondatrice Nacque a Sassari 1954 . Fin da
piccola coltivò intensamente la vita spirituale. Dall l’incontro con Padre
Manzella nacque il progetto di fondare un istituto di suore con la
missione catechistica e caritativa: le Suore del Getsemani. Nel 1927 a
Sassari aprì la prima casa con 12 suore. Morì nel 1936
93. Angela Carta Sassari 1931-1985.
Trentacinque anni di croci e sofferenze. Anima orante e sofferente.
Durante i lunghi anni di malattia divenne madre e consigliera di tanti che
andavano a trovarla.
94. Anna
Bachis, suora clarissa Siliqua 1924- Montagnana1985. Dopo i
primi anni della fanciullezza vissuti nella normalità, a 14 anni sentì il
fascino della vita religiosa. Ma fu ostacolata dai familiari. Nel
frattempo conobbe le Suore Missionarie Saveriane di Parma e a 34 anni
finalmente potè coronare il suo sogno. Un’esperienza di tre anni, perché
il Signore la chiamava alla vita contemplativa. Così entrò nel monastero
dalle Clarisse di Fano (Modena) percorrendo una via di intensa vita
spirituale e contemplativa.
95.
Madre Ildegarde Cabitza, monaca benedettina Nacque a
Gonnosfanadiga nel 1905 conseguì la laurea in Lettere e Filosofia a Roma.
Nel suo cuore si fa vivo il desiderio di consacrarsi a Dio e nel frattempo
opera attivamente nell’ Azione Cattolica di Roma. Conosce il padre
benedettino Emanuele Caronti e sotto la sua guida spiritale nel 1930 entra
nel Monastero Benedettino di Eboli. Divenne abbadessa del monastero di
Rosano (FI) ove morì nel 1959 all’età di 54 anni.
96. Madre Maddalena Brigaglia Tempio
1900-1970. Impegnatissima nelle opere pastorali e assistenziali
caritative. Insieme a Mons Vico collaborò alla fondazione delle suore
“Figlie di Gesù Crocifisso”. Si dedicò totalmente al prossimo
sofferente.
97. Madre Paola
Mazzeddu, fondatrice Nacque ad Aggius nel 1913, frequentò
regolarmente la scuola e la parrocchia. Si iscrisse all’Azione cattolica.
Nel 1943 la Madonna le manifestò la fondazione delle “Figlie di Mater
Purissima”, le celestine con lo scopo di predicare il vangelo Muore a
Tempio nel 1972.
98. Lucia
Zatrillas Nacque a Cuglieri da genitori spagnoli. Fin dalla
giovinezza si dedica alla preghiera, alle opere di carità. Si iscrisse al
Terzo Ordine dei Servi di Maria. Morì nel
1550.
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