Storia della Diocesi

 

 



                                                                     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per ulteriori informazioni:

http://www.diocesi.acireale.ct.it/principale.htm

 

 

 

 

La Diocesi di Acireale trae origine da un singolare contesto di cultura religiosa e di religiosità.

Nella prima metà dell’ ottocento, Acireale veniva considerata, per la sua vivacità socio-economica, la quarta città della Sicilia. Stupivano, in particolare, l’elevato numero di professionisti, di sacerdoti, di istituzioni civili e religiose, di collegi, di accademie, di scuole, soprattutto, di chiese monumentali, segno eloquente di un clima religioso particolarmente intraprendente.

Gli acesi pensavano in grande. I mezzi economici glielo consentivano. Dopo i moti del 1837, essi avevano chiesto al re, Ferdinando II, un tribunale, un porto e una università degli studi. Avevano titolo per averli, ma a tutto rinunciarono, pur di vedere realizzato il sogno dei padri; l’istituzione della diocesi. Il 27 giugno 1844, Gregorio XVI firmava la bolla <Quodcumque ad catholicae religionis incrementum>, con la quale istituiva il vescovado di Acireale, assegnandogli territori già facenti parte della diocesi di Catania e di Messina. Si avverava un sogno.

La bolla, tuttavia, non venne eseguita subito. Gli acesi dovettero attendere ben 28 anni ancora e superare ardui ostacoli frapposti, soprattutto, dai catanesi, coi quali c’è sempre stata una vivace dialettica, tuttora non sopita. Peripezie e tribolazioni, generosamente affrontate e vinte, hanno reso la diocesi qualcosa di più di una conquista religiosa: un’istituzione da promuovere, una bandiera da seguire e sotto la quale riconoscersi.

Il primo pastore fu Gerlando Maria Genuardi, un intrepido sacerdote di Agrigento, di appena 33 anni, che dei giovani migliori aveva il coraggio, l’intelligenza, l’intuito, la generosità, la maturità di pensiero, aperto a una visione ecumenica della Chiesa. Il suo episcopato fu lungo e fecondo. La diocesi, grazie al suo lavoro intenso e appassionato, raggiunse traguardi inpensabili. Mons Lancia di Brolo, presidente del III Congresso regionale, tenutosi, nel 1897, significativamente ad Acireale, ebbe a dire nel suo discorso inaugurale: “Questa sede episcopale, la più recente tra quelle di Sicilia, ha saputo in così breve tempo, gareggiare con le più antiche per le tante e belle opere di religione e di carità”. I vescovi che seguirono al Genuardi, che il Pontefice volle insignire del Sacro Pallio, portarono la fiaccola da lui accesa ancora più in alto: Mons. Gianbattista Arista di cui è in corso il processo di beatificazione fu il vescovo dell’Eucarestia; Mons. Salvatore Bella che ritornava in patria dalla prestigiosa sede di Foggia quello della catechesi; Mons. Fernando Cento poi creato Cardinale da Giovanni XXIII fu un vescovo “fascinatore”; Mons. Evasio Colli a cui Pio XI aveva detto: “Andate a trovare una buona Dioce di” fu pragmatico e tenace organizzatore; Mons. Salvatore Russo assistente al Soglio Pontificio di Pio XII e consultore della Commissione per l’apostolato dei laici in vista del Concilio fu un vescovo coltissimo; Mons. Pasquale Bacile, pur segnato dalla sofferenza, fu un Vescovo aperto al sociale; Mons. Giuseppe Malandrino che ha lasciato il gradevole ricordo di 18 anni di una operosità, generosa e instancabile e, infine Mons. Salvatore Gristina Vescovo “fulmine” rimasto solamente 3 anni a reggere la diocesi e preposto a reggere la vicina Arcidiocesi di Catania ha lasciato un ottimo ricordo.Attualmente il Vescovo della Diocesi è  Mons. Pio Vittorio Vigo figlio della stessa terra di Acireale il quale dopo aver guidato l' Arcidiocesi di Monreale pur conservando         (ad personam) il Titolo di Arcivescovo è stato chiamato dal Santo Padre a pascere questa Diocesi. Ciascuno di loro coi propri carismi ha contribuito a modellare il volto di una diocesi vitale, colta, sensibile, alee esigenze della società moderna, ma non disposta alle avventure, protesa verso traguardi di civiltà sempre più prestigiosi. Il 28 giugno 1972, in occasione del primo centenario, paolo VI rivolse ai pellegrini venuti da Acireale un breve indirizzo: “Acireale meriterebbe davvero un discorso a parte da parte nostra, perché solleva nel nostro spirito tanti ricordi, a cominciare da quello del venerato Mons. Russo, da noi conosciuto, e per trentadue lunghi anni vostro amato pastore– disse tra l’altro, il Pontefice– Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere la vostra bellissima cittadina. Bella per il posto dove si trova, di fronte al mare, e bella per i suoi sentimenti; per le tradizioni e soprattutto per la sua vivacità spirituale e cattolica”. Vivacità che non è effimera, momentanea, ma caratteristica distintiva che viene da lontano e destinata a durare, se è vero che attualmente la diocesi dà alla Chiesa ben sei vescovi Mons. Giuseppe Costanzo, Mons Paolo Romeo, Mons. Paolo Urso Mons. Pio Vigo, Mons. Ignazio Cannavò, Mons. Gaetano Alibrandi e annovera molti sacerdoti di alto profilo.